LipanjePuntin artecontemporanea
Trieste
via Diaz, 4
040 308099 FAX 040 8287
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Wolfgang Petrick
dal 9/12/2010 al 4/2/2011
mart-sab 15.30-19.30 o su app.

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Wolfgang Petrick



 
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9/12/2010

Wolfgang Petrick

LipanjePuntin artecontemporanea, Trieste

The Painting of Disaster. Tutta l'opera di Petrick ruota attorno ad un tema fondamentale: l'uomo. In mostra donne e uomini feriti, offesi, sopraffatti dall'immensita' del mondo, privati della comunicazione con gli altri esseri viventi.


comunicato stampa

“…Solo un artista che decide programmaticamente l’abolizione di ogni omogeneità stilistica può aspirare alla vetta della massima eterogeneità che solo il vero disastro può generare” Tiziano Santi - The Painting of Disaster

LipanjePuntin artecontemporanea ha il piacere di presentare The Painting of Disaster, una mostra personale di Wolfgang Petrick (1939, Berlino).

Tra i fondatori, nel 1964, del leggendario gruppo artistico Großgörschen 35, Wolfgang Petrick ha dedicato gran parte del suo percorso artistico a tematiche sociali. Nel 1972 entra a far parte del gruppo Aspekt approfondendo le linee guida del Kritischer Realismus. Nel corso del tempo il suo lavoro si è evoluto da una figurazione eccentrica con dei tratti surrealisti ad uno stile compositivo molto sofisticato riconducibile al Realismo Critico fino ad arrivare ad una figurazione espressionista che echeggia sia Matthias Grünewald che Max Beckmann. Le figure di Petrick sono creature artificiali piene di tristezza, amarezza e risentimento ed è evidente che il loro indecente disfacimento rappresenta la rovina del corpo della società, tema che riporta immediatamente all’opera ottocentesca di Adolph von Menzel e che in seguito ha ossessionato i maggiori pittori del novecento tedesco, tra i quali il già citato Beckmann, George Grosz e Otto Dix.

Tutta l’opera di Wolfgang Petrick ruota attorno ad un tema fondamentale: l’uomo. Donne e uomini feriti, offesi, sopraffatti dall’immensità del mondo, privati della comunicazione con gli altri esseri viventi. Seppur nella sua nudità la figura umana non appare mai nelle sue proporzioni ideali e naturali ma subisce le tensioni perpetue messe in atto dalle forze che la alterano. La rappresentazione del corpo non avviene quasi mai nella sua completezza, quanto è piuttosto un’immagine deturpata da una serie di ferite terribili, una metamorfosi che è un ulteriore processo subito dalla figura umana. Sono corpi che sembrano esser visti attraverso specchi deformanti, figure ibride, mutanti, ermafroditi in cui il lato umano è sempre più nascosto e mascherato se non fuso con quello animale: il falco, il lupo, il serpente o lo squalo, tutti tesi a rappresentare una forza propulsiva primordiale. Queste importanti ambivalenze sono presenti anche quando Petrick mette in scena la trasformazione dell’uomo in un oggetto, ovvero l’innesto del meccanico nell’umano dove l’organico e il tecnologico si materializzano con l’apparizione di protesi ed estensioni tecnologiche.

Nelle figure di Petrick i volti sono privi d’espressione, lo sguardo è immobile, il pathos assente e l’attenzione si rivolge all’interno, quasi ad essere una metafora della separazione tra l’individuo e il mondo. Sono esseri che non hanno nulla d’austero ed eroico e pur essendo stati smembrati ed abbattuti mantengono sempre un profilo distaccato poiché essi sono allo stesso tempo attori e spettatori della storia e del disastro sociale. Con l’aumentare del pericolo cresce l’indifferenza e sebbene ci si ritrovi in condizioni di pericolo estremo, l’unica cosa che ci può salvare è la nostra capacità di alienazione.

Wolfgang Petrick vive e lavora tra Berlino e New York. Dal 1975 al 2007 è stato docente presso l’Hochschule der Künste ed è membro del Akademie der Künste di Berlino dal 1993. Nel 1976 partecipa a Documenta 6 e nel 1981 è stato insignito del Deutscher Kritikerpreis.

Inaugurazione Venerdì 10 dicembre 2010, 18

LIPANJEPUNTIN artecontemporanea
via Diaz 4 – 34121 Trieste
Orario di galleria: dal martedì a sabato 15.30 – 19.30 o su appuntamento
ingresso libero

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