Circolo Filologico Milanese
Milano
via Clerici, 10
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WEB
Patrizia Bigarella e Barbara Mapelli
dal 10/12/2010 al 13/12/2010
9-21

Segnalato da

Marianna Accerboni




 
calendario eventi  :: 




10/12/2010

Patrizia Bigarella e Barbara Mapelli

Circolo Filologico Milanese, Milano

La mostra, intitolata ''Borderline'' e dedicata al tema degli emarginati, propone una ventina di dipinti a olio su tela ed alcune fotografie. A cura di Marianna Accerboni.


comunicato stampa

a cura di Marianna Accerboni

Sabato 11 dicembre 2010 alle ore 18.30 al Circolo Filologico Milanese s’inaugura la mostra delle artiste triestine Patrizia Bigarella e Barbara Mapelli, che sarà introdotta dall’architetto Marianna Accerboni. La mostra, intitolata Borderline e dedicata al tema degli emarginati, propone una ventina di dipinti a olio su tela realizzati dalla Bigarella nel 2010, per la maggior parte inediti, e una trentina di foto della Mapelli, anch’esse inedite e scattate soprattutto quest’anno.

In tempi di crisi economica e di nuovi poveri, appare molto attuale il tema di questa mostra, che accomuna la pittrice Patrizia Bigarella, che, di origine padovana, vive e opera da sempre a Trieste, e una sensibile e attenta giovane fotografa, Barbara Mapelli, di origine giuliana ma attiva a Milano, coinvolte da una non consueta attenzione per chi sta - più o meno dolorosamente - al margine di una società che, nei momenti di difficoltà, esalta forse ancor di più l’opulenza.

Già attratta dalla poetica fauvista e dall’astrazione, Patrizia Bigarella ritorna in questa mostra al linguaggio figurativo, che la pittrice ritiene alfine fondamentale affinchè il suo messaggio artistico possa essere inteso da chiunque.

In un clima di generale ritorno alla figurazione, tendenza ai nostri giorni piuttosto prevalente, l’artista compone il suo reportage di viaggio in Africa con capacità e immediatezza espressiva e perizia, che si possono riferire, così come nella fotografia della Mapelli, al lessico verista, cui perviene attraverso un’impostazione tradizionale e narrativa dell’immagine, sostenuta da una sicura conoscenza della tecnica pittorica e del disegno.
Il portfolio di opere presenti in mostra rappresenta un atto di coraggio, perché narra con una cruda tristezza di fondo l’esperienza di un viaggio nelle missioni in Kenya: se i borderlines europei vivono e mendicano ai margini di una società abbiente e piuttosto distratta e il rapporto tra queste due realtà opposte e contigue può risultare spesso agghiacciante, il silenzioso e solitario quotidiano degli emarginati d’Africa non si confronta in modo stridente con nulla. Se una giovane madre trentenne appare già sdendata e campa levigando nell’acqua piatti di pietra in una casa di fango, se ai cani e ai gatti nessuno dà da mangiare, se gli sguardi dei bambini e dei giovanissimi, già al lavoro, sono assorti e mai lieti, il riscatto di questa gente sembra attestarsi e rifugiarsi, nelle opere a olio della Bigarella, nei colori vivaci e festosi degli abiti e nell’essenzialità degli sfondi idealizzati, nella bellezza degli animali selvaggi e della natura e nel ricordo degli odori e della musica: un diario pittorico profondamente umano di un’esperienza in prima linea, condotto con notevole e sensibile capacità illustrativa e narrativa.

Attraverso una trentina di immagini fotografiche, realizzate rigorosamente in bianco e nero su carta forex sia attraverso il mezzo digitale che quello analogico, Barbara Mapelli compone con taglio verista e felice intuizione del particolare un emisfero toccante che tra i diversi, relegati ai margini della società, accomuna ironici clochard, giovani musicisti di strada, mendicanti e zingare prostrate alle maschere e agli invisibili abitanti delle case diroccate dell’Istria, in cui sono ben visibili i fori provocati dai proiettili sparati nel corso di guerre recenti e lontane. E ancora, uno sguardo al passato con i suoi loghi politici e uno al futuro in cui i giovanissimi rivendicano il valore dell’arte. Attraverso vedute e personaggi della città di Milano, di Vienna e dell’Istria, Mapelli ripercorre, forse inconsapevolmente, le matrici delle sue origini, che affondano nelle certezze formali e nel dibattito introspettivo innescato dalla cultura mitteleuropea nel novecento e nella poetica del fare lombarda. Dimostrando una capacità documentaria, acuta ed espressiva, che per certi evoca l’icasticità di grandi dell’arte del terz’occhio quali Robert Capa nel descrivere con vivezza l’Italia del dopoguerra o di Fosco Maraini nel vivo racconto del nostro Sud.

PATRIZIA BIGARELLA (Carmignano di Brenta, Padova,1958), pittrice. Dopo aver conseguito la maturità artistica all’Istituto Statale d’Arte di Padova, si trasferisce a Trieste, dove, dal 1984 al 1988, segue i corsi della Scuola Libera di Figura del Museo Revoltella tenuti da Nino Perizi e, successivamente, gli stage en plein air alle Cave di Duino-Aurisina e alla Foci del Timavo diretti dallo stesso maestro . In tale ambito partecipa a numerose collettive meritando segnalazioni e premi a livello nazionale, tra cui il primo premio della Regione FVG e il primo premio conferitole dal curatore del Museo Revoltella Giulio Montenero.

Dal 1989, in qualità di disegnatrice, si occupa della parte iconografica della Clinica Oculistica e del Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell’Università di Trieste, ottenendo nel 2007 a Vienna il premio per la migliore presentazione multimediale. Nel 1994 scrive e illustra un libretto di favole per bambini intitolato L’albero danzante, citato sul terzo canale Radiorai. Dal 2007 in poi partecipa ai laboratori di pittura della Scuola del Vedere - Libera Accademia di Belle arti di Trieste sotto la guida dei pittori Claudio Feruglio, Raffaella Busdon, Antonio Sofianopulo e Christian Hache e frequenta la Scuola dell’Acquaforte intitolata a Carlo Sbisà e ora guidata da Franco Vecchiet. Dal 2008 inaugura numerose personali e prende parte a prestigiosi simposi e collettive nazionali e internazionali.
Fa parte del Comitato mostre delle Assicurazioni Generali di Trieste.

BARBARA MAPELLI (Trieste, 1979), fotografa e grafica. Di madre triestina e padre milanese, vive e opera a Milano, mantenendo forti legami anche con la complessa cultura della città natale. Dopo la maturità al Liceo artistico di Varese e il conseguimento dell’attestato di tecnico multimediale e grafico pubblicitario alla Scuola Arte e Messaggio di Milano, nel 2007 si laurea in pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Giornalista pubblicista, attualmente è iscritta al corso d laurea in Beni Culturali all’Università Statale di Milano.

Ha collaborato e collabora con diversi importanti studi grafici, fotografici e riviste a Trieste e Milano (in particolare con il grande fotografo Michele dell’Utri). Dal 2005 opera in ambito televisivo, occupandosi di grafica, montaggio e riprese video. Vincitrice di vari concorsi fotografici e grafici, tra cui nel 2005 Progetta il Logo del Fonti del Vulture (premio dell’azienda e premio speciale della stampa) e nel 2007 il Premio Celeste, ha partecipato a diverse mostre collettive di pittura Milano, Trieste, Muggia e in Croazia. Al 2006 risalgono le prime personali di fotografia: a Milano Attimi, viaggio nell’anima di Milano, patrocinata dal Comune meneghino, e a Monfalcone (Gorizia) Oltre all’immagine, nella Sala espositiva Antiche mura del Comune. Nel 2007 realizza un video backstage del film Barbarossa di Renzo Martinelli, nel 2009 un video dedicato ad Arturo Nathan con interviste a Daisy Nathan, Gillo Dorfles e Mirella Schott Sbisà, presentato alla Deutsche Bank di Trieste in occasione della mostra delle opere del grande artista.

Inaugurazione sabato 11 dicembre 2010 ore 18.30

Circolo Filologico Milanese
via Clerici, 10 - Mi
Orario: 9-21
Ingresso libero

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