Sandro Chia
Mimmo Paladino
Carlo Maria Mariani
Gino De Dominicis
Luigi Ontani
Salvo
Gian Marco Montesano
La selezione degli autori e delle opere risponde a un criterio di rappresentativita' della pittura italiana degli ultimi tre decenni, privilegiando, piu' che una difficile concordanza storico-critica o formalistica o di raggruppamenti, un taglio problematico riassunto dal titolo.
Sabato 12 ottobre alle ore 18.30 si inaugura la nuova sede della Galleria d'Arte 3G a Udine (via Poscolle 71/3) con una mostra dal titolo 'Sorvegliare e punire'.
Saranno presenti in mostra opere di Sandro Chia, Mimmo Paladino, Carlo Maria Mariani, Gino De Dominicis, Luigi Ontani, Salvo e Gian Marco Montesano, in un arco cronologico che dalla Transavanguardia giunge alla citazionismo degli anni Ottanta fino alla pittura figurativa del medialismo.
Nell'immagine: 'Ossa cassa fossa', Sandro Chia, 1978.
La selezione degli autori e delle opere risponde a un criterio di rappresentatività della pittura italiana degli ultimi tre decenni, privilegiando, più che una difficile concordanza storico-critica o formalistica o di raggruppamenti, un taglio problematico riassunto dal titolo.
L'evento espositivo trae infatti spunto dal celebre libro del filosofo francese Michel Foucault, Sorvegliare e punire. Nascita della prigione, pubblicato nel 1976. In questo studio Foucault dimostrava il progressivo slittamento, nel corso dell'Ottocento, dal concetto di punizione inferta come supplizio corporale alla disciplina rieducativa della psiche, attraverso la coercizione e il lavoro, fino ad estendersi al controllo della società e degli individui. Il discorso di Foucault può anche essere letto come metafora dei condizionamenti di ogni lavoro culturale, compresa la pittura.
La figura del panopticon, ossia del dispositivo architettonico che permette il controllo immediato e simultaneo dei reclusi, si può leggere come immagine traslata della disponibilità vasta e onnicomprensiva all'ispezione dei materiali figurativi storici indotta dal postmodernismo. Al tempo stesso, però, questa'ampia accessibilità si configura come struttura di controllo. Essa definisce così un limite ideologico, prima ancora che linguistico, entro cui il lavoro - qualunque lavoro - si trova ad essere imbrigliato.
Le risposte dei pittori si possono diversificare in un ventaglio di proposte, come nel caso delle opere in mostra: ma è il problema nella sua interezza che non si può eludere. La libertà espressiva degli autori è limitata ai codici figurativi che si vogliono recuperare e infrangere. E' in questa coscienza, e solo in essa, che risiede l'odierna attualità della pittura e la sua possibilità di attuazione.
La mostra è accompagnata da un testo di Alessandro Del Puppo.
3g arte contemporanea
via Poscolle 71/3
Udine