Villa Contarini
Piazzola sul Brenta (PD)
via Camerini, 1
049 8778272 FAX 049 9619016
WEB
Ennio Finzi
dal 17/12/2010 al 24/4/2011
10 - 16 (mercoledi chiuso). Chiuso Natale e Capodanno

Segnalato da

Studio Esseci




 
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17/12/2010

Ennio Finzi

Villa Contarini, Piazzola sul Brenta (PD)

Dal Nero al non colore. In mostra un centinaio di opere di Finzi che coprono un percorso che va dagli anni '50 ad oggi. Esplorato in una infinita' di varianti, il nero diventa una sconfinata tastiera sulla quale avanzare sempre nuove ipotesi di superamento degli stessi confini del visibile.


comunicato stampa

a cura di Dino Marangon e Michele Beraldo

Il nero da felicità e distensione. Ne è convinto Ennio Finzi che per la grande esposizione che gli dedica Villa Contarini a Piazzola sul Brenta, “la Reggia delle Ville Venete”, ha scelto opere tutte “Dal Nero al non colore”. Un centinaio le opere proposte, molte di grande dimensione, a coprire un percorso che va dagli anni ’50 ad oggi.

Con questa mostra la Regione del Veneto e il Gruppo Euromobil dei fratelli Lucchetta consolidano il progetto di proporre, a cadenza annuale, un grande artista veneto vivente, in un ideale percorso che metta via via in evidenza le maggiori personalità artistiche operanti a Venezia e in Terraferma. La mostra, a cura di Dino Marangon e Michele Beraldo, resterà allestita dal 19 dicembre 2010 al 20 marzo 2011.

La ricerca di Finzi (Venezia, 1931) si è tutta spesa tra colore e musica. “Il colore”, ha affermato lo stesso Finzi, “è quel suono che rincorro affannosamente … è la ragione prima del mio fare, l'ebbrezza, la follia, la catarsi. Il colore è il mio verbo, la ragione prima e forse unica di ogni possibile significato dell'essere: esso risponde in nome dell'oscurità della luce, al tutto del nulla.”
Finzi ha da sempre considerato i colori prescindendo da ogni riferimento esteriore o naturalistico e al di fuori da ogni costrizione scientifica o da qualsiasi allusività simbolica. “Per me il nero”, sono sue parole “ è un colore estremamente allegro. Vaglielo a far capire al prossimo che il nero ti dà felicità, ti dà distensione.”

Esplorato in una infinità di varianti, dall'uniformità all'emergenza segnica, dal lucido all'opaco, dalla più assoluta oscurità alle sue innumerevoli modalità di reagire alla luce sempre diversamente filtrata, catturata, intensificata, modulata, talora ricorrendo persino all'inserimento di pungenti frammenti vetrosi, il nero diventa una sconfinata tastiera sulla quale avanzare sempre nuove ipotesi di superamento degli stessi confini del visibile. Finzi pare così invitarci alla riscoperta del silenzio, concepito come pura, ricchissima vacuità in cui può forse ridiventare possibile un sempre rinnovato risuonare dell'apparire.

Il nero in Finzi assume le più diverse funzioni.
Eccolo allora, nei primissimi anni Cinquanta, servire a incarnare la perentorietà dell'irregolare delinearsi di costruttivi reticoli di matrice neoplastica, ma, subito dopo, appropriatosi Finzi della logica atonale della musica di Arnold Schoenberg e superata ogni dominanza armonica o accordale, ecco che il nero verrà proponendosi come momento di particolare emergenza pulsionale del segno-gesto, o viceversa come suo più ampio e disteso contrappunto. E ancora, pressoché contemporaneamente, eccolo diventare sconfinata estensione nella quale lasciar risuonare danzanti timbriche Jazz, oppure campo vettoriale al cui interno lasciar vibrare spettrali visualizzazioni di segrete, balenanti radiazioni elettromagnetiche.

Ma può anche costituirsi in un non naturalistico spazio, aperto al cosmico emergere di sobrie, ma rilevanti tracce materiche, oppure essere cassa di risonanza all'espandersi del suono del colore, ma può altresì fungere da intervallo volto a valorizzare e intensificare le singole radici e gradazioni delle personalissime Scale cromatiche di Finzi, volutamente estranee a qualsiasi teoria scientifica del colore.

Può, in assoluti monocromi, far da riferimento all'apparire di essenziali trascendenze luminose, ma sarà poi ancora il nero a supportare il fascino esercitato su Finzi dall'imporsi dei nuovi mondi delle nuove tecnologie: dall'artificialità del neon alla fredda immaterialità del laser, consentendogli, pur senza superare le soglie della pittura di accentuare gli aspetti immaginativamente progettuali della propria creatività.

Ma al di là di ogni specificazione coloristica, a cui lo stesso nero pure appartiene, Finzi ha altresì tentato, già a partire dagli anni Cinquanta, con i suoi Cementi, di dare immagine anche alla compatta e chiusa opacità della materia, mentre a una inedita, ma ancor più compiuta esplorazione del non colore sembrano approdare le sue opere più recenti, nelle quali la pur accentuata articolazione plastica delle superfici giunge a trasfigurarsi nei metafisici, inafferrabili riflessi dell'argento e dell'oro.
La mostra sarà corredata da un catalogo di oltre 150 pagine (a cura di Michele Beraldo Dino Marangon), con 100 riproduzioni a colori e apparati biobibliografici

Ufficio Stampa: Studio ESSECI – Sergio Campagnolo
tel. 049.663499 info@studioesseci.net

Immagine: Ennio Finzi, Cromovibrazione luce nero, 1968, acrilico su tela, cm 120x2120

Inaugurazione 18 dicembre 2010, ore 18

Villa Contarini
via Camerini, 1 - Piazzola sul Brenta (Padova)
Orario: 10 - 16 (mercoledì chiuso). Chiuso inoltre Natale e Capodanno
Ingresso alla Mostra: gratuito. Ingresso alla Villa: interi euro 5,50, ridotti 4,50.

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