Accorpamenti. Le immagini rompono i modelli rappresentativi canonici e obbligano chi vede a portare lo sguardo sul proprio corpo e a pensarlo nella realta', in una dialettica dinamica tra sguardo e opera.
a cura di SoldellAdda
Quali strane forme ha il corpo nell'era della comunicazione maniacale? Che impronta lascia nel nostro immaginario di contemporanei? Ma la domanda che precede tutte le altre, dalla quale esse dipendono, è: il corpo esiste ancora al di fuori della dimensione pubblicitaria o edonistica? Fuori dalla luce eccitante dei nostri tempi, dalla continua verifica estetica (cui si è costantemente sottoposti), dalle alterazioni e dagli eccessi dei fine settimana nelle discoteche, che ne è del nostro corpo?
La mostra non pretende di rispondere a queste domande, né di prefigurare scenari futuri. Vorrebbe cogliere il corpo nelle contraddizioni che si generano tra la sua appartenenza alla sfera dell'organico e la rappresentazione fortemente depersonalizzata e “oggettificante” dei messaggi pubblicitari odierni, ormai così invasivi da aver interamente colonizzato la nostra intimità. Lo stridore interno, la sensazione grottesca, l'ironia che suscitano le immagini nascono dalla comparsa, dinanzi a nostri occhi, di un corpo che rompe i modelli rappresentativi canonici e obbliga colui che vede (lo spettatore, il pubblico, l'audience) a portare lo sguardo sul proprio corpo e a pensarlo nella realtà, in una dialettica dinamica tra sguardo e opera.
Inaugurazione: 17 Dicembre ore 20.00 con aperitivo e presentazione
Spazio Polaresco
Via del Polaresco, 15 - Bergamo
Orario: mar-ven 15.00 - 24.00, sab-dom 19.00 - 24.00
Ingresso libero