Museo Hendrik Christian Andersen
Roma
via Pasquale Stanislao Mancini, 20 (Villa Helene)
06 3219089
WEB
Viaggiatori appassionati
dal 14/10/2002 al 12/1/2003
06 3219089

Segnalato da

comunicazione.gnam



approfondimenti

Elihu Vedder
Tom Corey



 
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14/10/2002

Viaggiatori appassionati

Museo Hendrik Christian Andersen, Roma

Elihu Vedder e altri paesaggisti americani dell'Ottocento in Italia, con alcuni dipinti di Tom Corey. E' la prima volta (dopo la monografica dedicatagli alla Seconda Biennale Romana del 1923) che un numero consistente di opere di Vedder viene esposto unitariamente in Italia, paese dove l'artista trascorse interamente la sua lunga esistenza, viaggiando fra Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Roma e Capri, con alcune lunghe parentesi americane.


comunicato stampa

Elihu Vedder
e altri paesaggisti americani dell'Ottocento in Italia

con alcuni dipinti di Tom Corey

Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Tenendo fede al proprio programma 'internazionale' inteso a promuovere iniziative dedicate ad artisti stranieri in relazione con l' Italia fra Otto e Novecento fino ad epoca contemporanea, il Museo Andersen presenta dal prossimo 15 ottobre le opere del pittore americano Elihu Vedder (New York, 1836 - Roma, 1923).

La mostra è in collaborazione con la Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di San Gimignano che ha ospitato in prima sede la manifestazione dal 29 giugno al 30 settembre di quest'anno.

Il comitato organizzativo e scientifico è composto da Regina Soria, la studiosa che ha dedicato la sua vita all'indagine attenta degli artisti americani in Italia e di quelli italiani in America e che per prima negli anni '60 ha riscoperto la figura di Vedder, da Gabriele Borghini, dell'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, e da Elena di Majo, direttrice del Museo Andersen. Ai curatori si devono i saggi e le schede in catalogo, pubblicato a cura del Comune di San Gimignano.

E' la prima volta (dopo la monografica dedicatagli alla Seconda Biennale Romana del 1923) che un numero consistente di opere di Vedder viene esposto unitariamente in Italia, paese dove l'artista trascorse interamente la sua lunga esistenza, viaggiando fra Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Roma e Capri, con alcune lunghe parentesi americane. E a Roma, dove si era stabilito, morì ottantasettenne e fu sepolto al Cimitero Acattolico alla Piramide Cestia, essendo stato partecipe del vivace clima artistico-culturale della penisola intrecciato a quei variegati fermenti internazionali che qui interagirono fra la seconda metà dell'Ottocento e i primi decenni del secolo successivo.

Assai noto e apprezzato ai suoi tempi soprattutto come pittore di figura e come illustratore di gusto tardo-preraffaellita (The Questioner of the Sphinx, The Sea Serpent, The Roc's Egg, The Cumaean Sybil, The Lost Mind), Vedder è attualmente presente nei più prestigiosi musei degli Stati Uniti. Ma alla mostra di San Gimignano e Roma sono ora esposte quasi esclusivamente opere che mettono in evidenza le sue eccezionali qualità di pittore di paesaggio, genere da lui prediletto sopra tutti gli altri e al quale si applicò con tenacia e passione scoprendo nei suoi molteplici itinerari luoghi inediti e suggestivi. Si tratta di oltre quaranta olii, pressochè tutti di vedute dipinte in Italia fra la fine degli anni '50 e gli anni '80 dell'Ottocento ed appartenenti (con alcune isolate eccezioni di collezionisti italiani) ad un'unica collezione newyorkese, quella di Simon Parkes e della Kaplan Foundation, che ha raccolto negli anni i dipinti dell'artista e grazie alla quale è stato possibile realizzare la mostra odierna.

Vedder intraprese il viaggio di formazione in Europa nel 1856 (a Parigi frequentò l'atelier di François Edouard Picot) e l'anno dopo a Firenze ebbe luogo il fondamentale incontro con il gruppo dei pittori anti accademici che si riuniva al Caffè Michelangelo. I paesaggi di Vedder si apparentano dopo questo incontro agli studi di macchia e di luce dei suoi colleghi toscani, lasciando tuttavia già trapelare quei segnali di fantasia allucinata che faranno di lui un artista "visionario" e simbolista. Nino Costa (unico italiano presente in mostra con un dipinto) fu uno dei suoi amici più stretti, con il quale dipinse il paesaggio della campagna umbro-toscana e romana. Il successo delle sue opere esposte a Boston nel 1880 lo fece conoscere e apprezzare dal pubblico americano e successivamente la commissione per l'illustrazione del Rubaiyat di Omar Kayyam e i numerosi incarichi per decorazioni murali in edifici pubblici e privati sancirono la sua fama negli Stati Uniti. Il viaggio in Egitto del 1890 accrebbe di nuove e quasi allucinate figurazioni paesistiche il suo repertorio pittorico.

Vedder, decano degli gli artisti americani in Italia, soggiornò periodicamente a Capri nella Torre Quattro Venti, dimora che egli stesso si era fatta costruire sull'isola, accanto alla Villa Narcissus dell'altro 'grande vecchio', l'amico Charles Caryl Coleman.

Accanto a Vedder sono presenti con venti dipinti altri pittori americani, come lui affascinati dal mito italiano e tutti facenti parte della medesima collezione di New York. Rembrandt Peale (1778 - 1860), Thomas Cole (1801 - 1848), Thomas Hicks (1823 -1890), John Frederick Kensett (1816 - 1872), Henry W. Waugh (1833 - 1862 ca.), John Gadsby Chapman (1808 - 1889), Thomas Hiram Hotchkiss (1837 - 1869), Charles Caryl Coleman (1840 -1928), Charles Temple Dix (1838 - 1873), Samuel Colman (1832 -1920), David Maitland Armstrong (1836 - 1918), Casimir Clayton Griswold (1834 - 1918), Eugene Benson (1839 - 1908), Arthur Davies (1862 - 1928), sono gli artisti che all'incirca nei medesimi anni soggiornarono in Italia lasciando nelle vedute tracce eloquenti dei loro passaggi.

A tutti questi artisti si aggiungono ora, nella edizione romana della mostra, i paesaggi del "padrone di casa", lo scultore norvegese-americano Hendrik Christian Andersen (Bergen, 1872 - Roma, 1940), innamorato, in pittura, della luce e dei colori mediterranei.

E l'Italia come luogo di elezione ha scelto dal 1975 ancora un americano, Tom Corey (New York, 1950), invitato in questa sede a rappresentare con alcuni suoi quadri l'approccio contemporaneo al plein air del paesaggio italiano.

Orario: da martedì a domenica, 9.00 - 19.30; lunedì, chiuso
Ingresso promozionale gratuito

Museo Hendrik C.Andersen
Via P.S.Mancini 20 - 00196 Roma
Tel. 06.3219089, 32298302; fax 06.3221579

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