Segno Spazio e forma. La mostra presenta oltre 20 opere dagli anni '50 all'inizio degli anni '90: un percorso che attraversa tutte le fasi piu' significative della ricerca dell'artista, dalle prime frammentazioni geometriche alle "instabili" geometrie. Perilli dipinge con colore forte - gradevole e rigoroso insieme - supportato da una voluta "imprecisione".
a cura di Achille Perilli stesso e Luca Barsi
Segno lirico e deciso...
Sintesi tra forma pura (e lirica) e spazio puro (e rigoroso)...
Pittura procreativa e autogenerante...
Dal 23 dicembre 2010 al 20 febbraio 2011 presso la Galleria Opera Arte e Arti di Matera si terrà la mostra di Achille Perilli “Segno spazio e forma” opere scelte 1957>2008, fondatore del movimento internazionale “Forma”.
La mostra, curata da Achille Perilli stesso e Luca Barsi, presenta oltre 20 opere, dagli anni cinquanta all’inizio degli anni novanta: un percorso che attraversa tutte le fasi più significative della ricerca dell’artista, dalle prime frammentazioni geometriche alle “instabili” geometrie.
Achille Perilli (Roma, 1927) viene considerato uno dei più grandi protagonisti italiani della pittura contemporanea ed è noto per le composizioni di forme che, somiglianti alla proiezione sul piano di parallelepipedi, risultano alla fine inverosimili e irregolari, quasi irrisolti allo sguardo.
Perilli compie le sue opere attraverso un utilizzo del colore forte - gradevole e rigoroso insieme - e supporta il proprio lavoro con una voluta "imprecisione" che va a vantaggio dell’espressività.
Partito dalla tradizione europea, che considerava realmente moderna, quella di Cezanne e delle esperienze dei Fauves e che arriva al cubismo di Matisse e Picasso e alla lezione - tutta italiana - del futurismo astratto, Perilli ha saputo coniare un linguaggio tutto suo, dove la forma e lo spazio ne sono protagonisti.
La forma, infatti, è al centro del pensiero di Perilli: aborra la lezione espressionista, perché la forma stessa è alienata dall’ambientazione, quindi priva di problemi spaziali-luministici ed esalta la posizione dei “formalisti” dove la forma - per la sua appartenenza alla realtà - è considerata nel suo ambiente, quindi suscita un interesse plastico per lo spazio e la luce.
Quello dello spazio era un tema molto dibattuto in campo artistico e Perilli si pone di fronte a questo tema non già con delle soluzioni, ma con la ricerca e il gusto dell’euristica.
Studia, viaggia e conosce, assimila la lezione astratta del futurismo, che nel segno ha un’accesa forza emotiva e procreativa e apprende parallelamente la declinazione dello spazio espressa da Magnelli. La componente intellettuale, che connota specificamente l’opera di Perilli nel panorama degli artisti del gruppo di Forma Uno, non esclude tuttavia suggestioni naturalistiche: non sul piano figurale, evidentemente, ma emotivo. La ricerca è tutta volta a una sintesi, per dirla con parole sue, tra la forma pura (e lirica) di Kandinsky e lo spazio puro (e rigoroso) di Mondrian.
Questa dialettica tra le parti – forma e spazio, pieno e vuoto, linea e forma – è una delle caratteristiche della personalità di Perilli: egli ama il confronto e anzi lo cerca, come testimoniano le sue incursioni nelle aree espressive contigue: letteratura, poesia e architettura. E’ conscio che la storia delle arti visive è profondamente legata a quella delle altre arti.
La tela si pone come frammento di uno spazio assai più ampio e le sue trame leggere suggeriscono una vasta tridimensionalità e profondità. Il suo segno acquista subito una vera indipendenza dalla realtà oggettiva delle cose, senza alcun rimando al mondo reale; anzi, sente forte la necessità di far interagire lo sfondo con quegli stessi segni, perché non rimanga inerte. Il colore è inglobato dalla materia o affiora dalla materia stessa attraverso solchi e graffiti. L'immagine pittorica si articola allora via via in una sequenza virtuale di episodi, di tracce concatenate secondo uno schema narrativo simile a quello delle strips fumettistiche sino a recuperare, attorno al '68, all'interno dei profili instabili e irregolari una nuova configurazione, apparentemente geometrica, che si vuole in realtà sovvertitrice della prospettiva, che egli sente come "repressiva".
La sua pittura diventa procreativa, autogenerandosi da un piccolo nucleo iniziale (dapprima una linea, poi un quadrato o un parallelepipedo posto ai lati della tela). Le forme stesse che vengono generandosi concorrono alla definizione dello spazio, cosicché quest’ultimo, anziché esaurirsi sulla tela, ne viene generato.
Nota biografica
Dopo aver frequentato il liceo classico, nel 1945 s’iscrive alla Facoltà di Lettere; negli anni seguenti è allievo di Lionello Venturi, con il quale prepara la tesi di laurea sulla pittura metafisica di Giorgio De Chirico. Partecipa alla redazione del manifesto Forma 1 (firmato oltre che da Perilli, da Accardi, Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Sanfilippo, Turcato) ed espone alla prima mostra del gruppo Forma 1 che si tiene nella Galleria Art Club. Presentato da Lionello Venturi, partecipa nel 1948 al I Congresso internazionale di critici d'arte che si tiene a Parigi illustrando assieme a Dorazio una relazione sulla situazione della pittura italiana del '900. Fonda, con Dorazio e Guerrini, la Libreria-Galleria Age d'Or che pubblica un primo e unico numero Omaggio a V. Kandinskij, con testi di Max Bill, Nina Kandinsky, Enrico Prampolini e altri; il saggio di Perilli è dedicato alla grafia di Kandinsky. Nel febbraio del 1951 L'Age d'Or, in collaborazione con l'Art Club, organizza la mostra di Arte astratta e concreta in Italia che si tiene a Roma, alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna. Nel 1953 espone due disegni alla Biennale di Venezia. Nel 1963 partecipa a Palermo alle riunioni del “Gruppo 63”: realizza scene, proiezioni e costumi per lo spettacolo “Teatro Gruppo 63” alla sala Scarlatti di Palermo.
Nel 1957 Achille Perilli ha trenta anni ed è già un grande artista europeo, un pioniere illuminato dell'astrazione. Negli ultimi cinquanta anni la sua attività si è aperta alle esperienze più avanzate della ricerca artistica internazionale, il suo ruolo di grande maestro viene oggi universalmente riconosciuto.
Rachele Giannessi
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Immagine: La girandola sul piano, 1981, cm 50x50
Inaugurazione 23 dicembre 2010
Galleria Opera Arte e Arti
via Ridola, 4 Matera
Orario: 10,30-13,00/17,30-20,30
Chiuso il Lunedì e festivi.