Debris. Il nuovo progetto del giovane artista americano, interamente studiato per le grandi sale della galleria, vede pitture, elementi scultorei, paramenti murali intraprendere un gioco di sovrapposizioni, relazioni e sinergie dialogando tra loro in quello che e' il risultato del processo evolutivo della ricerca di Tweedy negli ultimi 2 anni; nella prima stanza l'artista indaga tematiche relative all'accrescimento e alla sublimazione. Nella seconda investiga invece un altro tema a lui particolarmente caro, quello della decadenza, del passato e delle proprie radici.
Monitor è lieta di presentare, a distanza di due anni dal suo esordio, la seconda
personale in Italia di Ian Tweedy.
Il nuovo progetto del giovane artista americano, interamente studiato per le grandi
sale della galleria quasi trasformate in spazi dall'impronta museale, vede pitture,
elementi scultorei, paramenti murali intraprendere un gioco di sovrapposizioni,
relazioni e sinergie dialogando tra loro in quello che è il risultato del processo
evolutivo della ricerca di Tweedy negli ultimi due anni.
Due stanze, due temi. Nella prima, interamente dipinta di un verde sottilmente
virato di grigio, l'artista indaga tematiche relative all'accrescimento, alla
sublimazione, al processo di innalzamento che si muove dal suolo al cielo, passando
attraverso tracce, sgocciolamenti, ombre, sfumature, nella stratificazione che
avviene tra un colore e l'altro.
Vecchi libri, piccoli trofei di volo, persino una sorta di strano autoritratto quasi
intagliato nel sughero vengono interamente coperti di colore, trasformandosi in vere
e proprie palettes, simbolo del lavoro manuale, fisico, dell'artista.
I dipinti presenti in questa sala sembrano quasi essere stati realizzati da artisti
diversi. Forse perché essi si trovano a sovrapporsi ad immagini realizzate da altri
(quasi dei reinterpretati objet trouvé) stabilendo con esse una sorta di
coabitazione e coesistenza.
Quella che Tweedy mette in atto è qui la rappresentazione dello studio dell'artista
in cui idee, colori, desideri e fallimenti si sovrappongono fino a fondersi in
un'unica anima. Nella seconda stanza, carica di un marrone asciutto e saturo, Tweedy
investiga invece un altro tema a lui particolarmente caro, quello della decadenza,
del passato e delle proprie radici. Simbolo di questo processo di decadimento, quasi
di termine del ciclo stesso della vita, la torre, che diviene monumento ad una
popolazione scomparsa e dimenticata. Lo sguardo del visitatore spazia in una scala
di monocromie dove l'assenza del colore è accentuata dalla presenza di immagini
dipinte sul retro di vecchie tele degli anni '50 trovate da Tweedy. Si tratta di
oggetti scuri, polverosi, fragili e duri allo stesso tempo. Le stesse immagini
scelte dall'artista per questo ambiente sono infatti drammatiche, tragiche e
classiche al tempo stesso. Lo sguardo dell'osservatore è distratto da piccoli e
preziosi elementi scultorei, reperti della grande guerra in cui vengono incastonate
pallottole e raffinatissimi disegni di nudi femminili, in cui si intravede in un
gioco di trasparenti parzialità, una chioma, una spalla, guance e mani.
Si tratta di piccoli monumenti all'idea di perdita e desiderio, dedicati a quelle
donne che hanno ricoperto un ruolo fondamentale a tutte le "resistenze" nella
Storia.
Da sempre interessato al concetto di Origine, Ian Tweedy si interroga sulla potenza
e sul valore di comunicazione di ciò che rimarrà della società occidentale.
Tweedy crea ed inserisce il proprio gap nella Storia, creando una sorta di difetto,
mettendo in relazione il suo mondo di artista e creatore di immagini con quello di
un ipotetico passato, realizzando i propri relitti personali, le proprie macchine
del tempo che guardano ad un futuro scuro e lontano quasi ad esorcizzarne l'azione e
a preservarne l'esistenza.
Fino al 26 Marzo 2011
Ian Tweedy (Hahn, Germania, 1982 vive e lavora a New York). Solo shows: 2009: '70
Zeppelins', EX3 Centro per l'Arte Contemporaneo, Firenze, a cura di Lorenzo Giusti;
'Without a Glimmer of Remorse', Monitor Gallery, Roma; 2008: 'I'll Meet You at the
Rendezvous', GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo, a cura di
Alessandro Rabottini. Group Shows: 2010: '21 x 21 - Twenty one artists for the 21st
Century', Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; 2009: 'No Soul for Sale', A
Festival of Independents, Perfomance for Mousse Magazine, X Initiative, New York, a
cura di Cecilia Alemani; 'Usages de Document', Centre Culturel Suisse à Paris,
Parigi; 'IMO3 - L'Immagine Sottile', Galleria Comunale Di Monfalcone (GO), a cura di
Andrea Bruciati; 2008: '50 Moons of Saturn', Triennale di Torino, Castello di Rivoli
(TO), a cura di Daniel Birnbaum; 2007: 'Der Prozess', Prague Biennale 3, Praga, a
cura di Marco Scotini; Cities from Below, Fondazione Teseco, Pisa, a cura di Marco
Scotini; 2006 'Un lavoro fatto ad arte', Palazzo Te, Mantova, a cura di Veronica
Pirola.
Inaugurazione 5 Febbraio 2011
Monitor organizzerà un brunch per il suo pubblico dalle ore 13 alle 16 con chiusura alle ore 19.
Monitor
Via Sforza Cesarini, 43A-44 - Roma
orario: mart-sab 13-19
ingresso libero