La soglia del tempo. La rassegna propone una ventina di opere in parte inedite, realizzate dall'artista ad acrilico su tavola e su tela dal 2005 a oggi. A cura di Marianna Accerboni.
a cura di Marianna Accerboni
Giovedì 27 gennaio 2011 alle ore 18.00 alla Sala Comunale d’Arte di Trieste (piazza Unità d’Italia 4) avrà luogo la mostra personale della pittrice Loredana Riavini, che sarà presentata dall’architetto Marianna Accerboni. La rassegna propone una ventina di opere in parte inedite, realizzate dall’artista ad acrilico su tavola e su tela dal 2005 a oggi. Fino al 16 febbraio 2011 (orario: tutti i giorni 10.00 - 13.00 / 17.00 - 20.00).
C’è quasi sempre una porta socchiusa - scrive Accerboni - che conduce nel mondo magico, razionale e quasi senza tempo, o meglio antico, di Loredana Riavini. Attraverso una soglia, che è anche sommesso invito a entrare nel passato, si dipana una capacità compositiva e timbrica, cromatica e tonale, di grande professionalità e di semplice, ma non elementare, bellezza, coronata da equilibrio e sottesa da un velo di accentuata sensibilità poetica verso la vita e il mistero dei suoi accadimenti: una passione per la pittura, quella della Riavini, coltivata fin da giovanissima all’Istituto Statale d’Arte di Trieste, dove l’affascinante e sorridente pittrice dagli occhi grigio-verdi ebbe modo di sperimentare le diverse discipline sotto la guida dei maestri più prestigiosi e degli artisti più significativi dell’epoca (Riccardo Bastianutto per le tecniche pittoriche, Dino Predonzani per la progettazione decorativa delle navi, Girolamo Caramori per l’incisione, Ugo Carà per la plastica, Ladislao De Gauss per il disegno dal vero ecc.).
Il risultato? Un talento autentico, educato finemente all’arte, teso a raccontare i segreti di case abbandonate dell’interno dell’Istria soprattutto e in parte del Carso...un quotidiano ormai desueto, un leggero clangore di stoviglie, il pianto di qualche bimbo. Ora tutto questo non c’è più, ma le molteplici stratificazioni d’intonaco e di pittura che permangono sulle facciate e che incuriosiscono e affascinano particolarmente la pittrice, conservano la memoria di quell’attimo fuggente che è la nostra vita.
Pur riandando indietro nel tempo, la Riavini si appropria di una tecnica contemporanea - l’acrilico su tavola, meno spesso su tela - eseguita con la paziente accuratezza dei modi antichi nel preparare il fondo (con gesso e colla caravella) e nello stendere alla fine la gommalacca. E dall’amalgama di capacità tecnica e professionalità, curiosità per il mistero e amore per la naturalezza della vita, fuoriescono queste ineffabili tracce postimpressioniste, che l’artista ha sempre più sintetizzato nel corso del tempo e di cui, nella presente rassegna, ci offre le prove più recenti e mature, realizzate dal 2005 a oggi e intrise di luce e di profondità.
Esterni sempre più minimalisti e scabri, che all’inizio, nei primi anni ’90, l’autrice popolava di qualche anziano personaggio; poi non più - conclude il critico - solo muri, ricoperti di foglie quando il suo stato d’animo è più sereno, dipinti nell’ambito di una ricerca che l’artista intende ora estendere ad altri paesi dal mistero più recondito, quali per esempio India ed Egitto.
Inaugurazione 27 gennaio ore 18
Sala Comunale d’Arte
Piazza dell’Unità d’Italia, 4 - Trieste
Tutti i giorni 10.00 - 13.00 / 17.00 – 20.00
Ingresso libero