Ettore Bentivoglio
Gian Luigi Braggio
Alessandra Guenna
Valeria La Torre
Elisa Littera
Silvia Lonati
Antonietta Meneghini
Angelo Monachello
Marta Pedini
Salvatore Petrilli
Alberto Petro'
Gaspare Sicula
Federica Turco
Boris Squarcio
Andry White
Sandy Zambon
Per la collettiva ogni artista ha dato la sua interpretazione a quelli che sono, per eccellenza, la negazione e la somma di tutti i colori e che hanno un carattere cosi' forte proprio per la loro essenzialita', per l'essere cosi' netti e riconoscibili, sia pure nelle centinaia di sfumature possibili.
La purezza del bianco e del nero esalta le forme nella mostra “Black&White” alla 11DREAMS Art Gallery.
Ogni artista ha dato la sua interpretazione a quelli che sono, per eccellenza, la negazione e la somma di tutti i colori e che hanno un carattere così forte proprio per la loro essenzialità, per l’essere così netti e riconoscibili, sia pure nelle centinaia di sfumature possibili.
Qualsiasi cosa ha in sé un elemento e il suo opposto. La contrapposizione naturale tra i due estremi fa sì che la forza di uno dipenda dall’energia vitale, dall’esistenza dell’altro.
L’accostamento di bianco e nero è visto in questa mostra come la duplicità che sta in ognuno di noi, quella doppia e opposta tensione che poi forma tutti i grigi di cui siamo fatti.
Le figure imponenti e audaci, anche speculari, nelle opere di Ettore Bentivoglio contrastano, nel loro assorto pallore, con gli accenti cromatici rossi e dorati che ne sottolineano la forza.
Il nero è energia che abbiamo utilizzato, il bianco è cibo che ci nutrirà, ci dice Gian Luigi Braggio agendo sull’armonia delle millenarie proporzioni della sezione aurea.
L’Icaro postcontemporaneo di Elav esce dal buio con una sola ala – disegnata con tratti veloci, non fotografata – a sottolineare l’urgenza ma anche la precarietà del suo volo.
La scultura di Alessandra Guenna è racchiusa con il corpo in se stessa, ma lo sguardo è rivolto al cielo; il bianco che la pervade dà vigore e compatta la curvilinea purezza della forma.
Grovigli di segni, grovigli di stati d’animo, il bianco e nero non smorza minimamente il pathos che ivi è racchiuso e con forza di tratto emerge dai dipinti-codici su plexiglass di Valeria La Torre.
Le bambole bambine di Elisa Littera danno un senso ulteriore al bianco e al nero quale integrazione e scambio tra due universi intrisi entrambi di ingenuità e dolcezza.
Silvia Lonati affronta il bianco e nero con due forme di bellezza, quella tenera e infantile della bambina dallo sguardo limpido e quella apparente della donna che si costruisce un viso sociale sopra quello reale.
Le donne di Antonietta Meneghini si muovono, con la consapevolezza della loro perfezione, in un sogno mondano, un’elegante e perenne dolce vita in bianco e nero.
Nella pittura di Angelo Monachello il bianco e nero è il suo stile, la sua firma. Anzi, bisognerebbe dire il nero e bianco perché in lui è dal nero che gradualmente prende consistenza la forma.
Pochi tocchi di colore – il rosso acceso – bastano a far sì che il passaggio dal mito al quotidiano avvenga con perfetta sintesi nella scorrevolezza del segno grafico delle opere di Marta Pedini.
Nelle fotografie di Salvatore Petrilli visioni metropolitane bianche e nere e calibrate geometrie si inseriscono in un cielo che è anch’esso misurata costruzione architettonica.
Il bianco e nero in Alberto Petrò elimina qualsiasi distrazione cromatica cosicché lo sguardo dello spettatore possa concentrarsi sulle linee luminose, espressione di una sofferta interiorità.
L’opera di Gaspare Sicula conduce in un luogo misterioso e magico. Nulla importa del nero che sta intorno, la figura ha in sé tutto il suo mondo. In quest’opera si vive solo il presente.
L’iperrealismo di Federica Turco non si ferma alla superficie di ciò che nei suoi quadri è rappresentato. Il segno puntiglioso ne indaga in modo accurato anche l’emozione.
I vuoti di colore nel monocromo brunito fanno emergere la forma nell’elaborazione digitale di Boris Squarcio: un’immagine riconoscibile e arcaica che inquieta e seduce lo sguardo.
Le trasparenze di Andry White sono tracce della nostra anima e sentimenti che nella levità del passaggio lasciano il segno indelebile della loro grande carica emotiva.
Il tratto deciso di Sandy Zambon costruisce la figura dal grigio dello sfondo; come un flux of consciousness i pensieri diventano segno e pennellata e questi si trasformano poi in “attimi di parole”.
Inaugurazione 6 febbraio ore 18
11 Dreams
via Rinarolo, 11/c - Tortona (AL)