Spazio Rocco Scotellaro
Vigevano (PV)
via Cesarea, 49
0381 76364 FAX

Fabrizio Parachini
dal 4/2/2011 al 19/2/2011
mar-sab 17-19 dom. 10-12 e 17-19

Segnalato da

Vincenzo Pellitta




 
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4/2/2011

Fabrizio Parachini

Spazio Rocco Scotellaro, Vigevano (PV)

Apparenti astrazioni. Il lavoro dell'artista, sviluppato usando colori e forme elementari e primarie, indaga e propone un'idea di spazio inteso come entita' astratta che lo spettatore, 'vedente' e non passivo, costruisce nella propria mente facendo dialogare le opere pittoriche con le pareti e i luoghi che le accolgono.


comunicato stampa

Fabrizio Parachini, oltre che pittore non-oggettivo, è teorico, indagatore della percezione visiva, e curatore di mostre. Dalle prime ricerche artistiche nell’ambito neo-costruttivista è approdato alla realizzazione di opere minimaliste (ma sarebbe meglio dire essenzialiste) che, come è stato precisato, “non sfuggono alle sfumate implicazioni emotive e liriche di forte impatto contemplativo e di delicate declinazioni poetico-cromatiche”. Il suo lavoro, sviluppato usando colori e forme elementari e primarie, indaga e propone un’idea di spazio inteso come entità astratta che lo spettatore, “vedente” e non passivo, costruisce nella propria mente facendo dialogare le opere pittoriche con le pareti e i luoghi che le accolgono. Il suo percorso iniziato con i Trittici, i Dittici e gli Unici (opere costituite da tavole lignee monocromate di piccole dimensioni che articolano tra di loro colori fondamentali e primitivi come ocra rossa, nero, grigi o vari toni di giallo) si è sviluppato poi nei Reticoli e nelle Fughe prospettiche. Sono proprio queste ultime due tipologie di lavori che vengono presentate nell’attuale personale allo Spazio Rocco Scotellaro di Vigevano. I Reticoli devono essere visti, in proiezione, come virtuali porzioni di muro assunti al ruolo di opere grazie al minimo intervento grafico sufficiente a differenziarli dal loro contesto: segni semplici e lineari, in lievissima scansione di tono dal fondo, intessuti in una maglia a scacchiera apparentemente irregolare. Le Fughe prospettiche e le Pagine sono opere realizzate sia su tavola, quindi stabilmente collocate a parete, che su fogli sovrapposti lasciati fluttuare liberamente: le loro superfici sono percorse da sciami di linee verticali policrome (le linee e le loro ombre possibili e immaginate in un dialogo serrato) come si trattasse della rappresentazione di un possibile sguardo, curioso, obliquo e mobile, ma soprattutto astratto (o capace di astrarre), sulle cose del mondo.

Estratto dal testo di Francesco Tedeschi per la mostra tenutasi alla Galleria Biffi Arte Moderna e contemporanea di Piacenza nei mesi di settembre e ottobre 2010.

….Come per molti lavori “analitici”, e a suo modo quello di Parachini sicuramente lo è, viene da interrogarsi infatti sul carattere di relazione che essi instaurano con l’osservatore o con chi entra in contatto con essi: se si concluda cioè su un piano eminentemente o esclusivamente razionale, o vada a toccare corde interiori differenti, emotive. Posto che, come tutti gli artisti che hanno focalizzato sul senso del colore, in modo simile, la loro ricerca, la consapevolezza di Parachini di agire sul piano psicologico attraverso la dimensione ottica e fisica è ciò che dimostra un’attenzione che non si arresta all’evidenza delle cose, alla loro ragione esteriore, ma da questa prende spunto per sollecitare reazioni e risposte che possono rimanere latenti, ma sono originate dalle elaborazioni pittorico-cromatiche, si deve riconoscere che egli agisce non sul versante della “riduzione”, ma su quello dell’arricchimento. Si vuole con ciò accennare al fatto che, rispetto alle ricerche di pittura “analitica” o di “pittura-pittura” che hanno caratterizzato alcune esperienze degli anni Settanta in particolare, sulla scorta della tradizione di ricerche sulla qualità del colore, le condizioni “gestaltiche” della sua elaborazione e ricezione, e soprattutto nei confronti di un’accezione delle forme di monocromia quale esperimento di riduzione dei caratteri pittorici ed espressivi, l’attenzione che oggi un autore attento come Parachini rivolge alle possibilità di semplificazione e aggregazione della materia-colore sono, nella seppur minima variazione e nella voluta limitatezza delle superfici e degli aggetti, nel segno dell’ampliamento delle possibilità, di qualcosa che si eleva dal “grado zero” verso nuove e ulteriori “parole”. Per questo il suo lavoro mantiene una originalità e una freschezza, che non contraddice le solide basi dalle quali proviene, ma riesce a dare una nota personale, nelle forme e nelle superfici con cui “accarezza” i muri e gli ambienti nei quali colloca i suoi interventi, aspirando alla leggerezza e all’impalpabilità della luce, di una luce che non è mai definita una volta per tutte. In certo senso, si tratta di un’ipotesi ottimistica, in quanto segno di apertura e non di chiusura del discorso sulla forma, sul colore, sullo spazio.

Inaugurazione 5 febbraio ore 17

Spazio Rocco Scotellaro
via Cesarea, 49 - Vigevano (PV)
Mar-sab 17-19 dom. 10-12 e 17-19
Ingresso libero

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