Recent Clues. Nelle opere dell'artista una serie di soggetti metaforici, provenienti dal teatro, dal cinema muto e dall'architettura scenica rappresentano alcune condizioni della societa' moderna, i cui difetti sembrano affiorare da un tragicomico e grottesco archetipo di malcostume.
Saranno una serie di soggetti metaforici, per lo più descritti dal mondo del teatro (e di strada), dal cinema muto e dall'architettura scenica a rappresentare alcune condizioni della società moderna (in particolare quella italiana e milanese) i cui difetti sembrano affiorare da un tragicomico, se non grottesco, "archetipo del malcostume".
Le debolezze umane sono estese su tutti fronti e il sentimento collettivo, se pur con qualche eccezione, sembra convergere verso un'atrofia dell'intelletto. Troppo spesso infatti sembra che il mondo della cultura risulti sordo e cieco e totalmente incapace di illuminare il cammino dei popoli attraverso il buio dell’epoca contemporanea.
I riferimenti simbolici di questi diesgni gommati, quindici lavori su tavola, più una installazione architettonica, attingono per gran parte al '900 dei nostri nonni che parteciparono all'ultimo conflitto su scala mondiale. Milano è una città ombelico sia per la sua forma topografica che per la sua natura conservativa; apparentemente chiusa ma non per questo meno curiosa, fu la città più bombardata durante la grande guerra anche perchè era al momento il fulcro e centro della vita sociale, politica, economica e culturale del paese. All'epoca i nostri avi parteciparono ad una dignitosa ricostruzione, mantenendo come monito alcune tracce dell' intenso passato. Diversamente da essi, le nuove generazioni, che di certo non spiccano per l'amore, il senso civico o il legame verso questa realtà, sembrano ignorare completamente la memoria storica, permettendo che qualunque attività lucrativa possa dominare se non cancellare per sempre le rughe della città; così come farebbe un chirurgo estetico con una velina capricciosa.
Il profondo legame che Tillo Buttinoni ha per i luoghi della vecchia Milano, e per la piccola tribù meneghina che resiste con essa, lo spinge a lanciare dei segnali, se pur discreti, su alcuni dettagli che sono certamente destinati a scomparire. Il lavoro in mostra è dunque un invito ad osservare e ad osservarci meglio per non dover costringerci, ancora una volta, a dover fuggire dalla nostra storia e dalle nostre antiche e gloriose radici. Un puro gesto d’amore nei confronti di una terra e del suo popolo che sono stati miracolati da Dio ma che in questo momento sembrano più propensi all’ Inferno.
Inaugurazione 10 febbraio 2011, ore 19-21
Studio Maffei Milano
viale Bligny, 39, Milano
ingresso libero