Nella mostra intitolata 'Senza bandiere' un nucleo di lavori, in gran parte inediti, propongono una riflessione sulla mancanza di valori che contraddistingue il nostro tempo. Nella relazione tra parola e visual art, l'artista sperimenta nuove interpretazioni della ricerca verbo-visuale, proponendo al visitatore una serie di questioni attuali.
a cura di Susanna Sara Mandice
Opiemme è uno degli artisti più richiesti del momento; nascosto dietro l’acronimo con il quale firma i propri lavori, propone una ricerca dalla forte componente politica capace di rivelarsi tanto in galleria quanto in spazi non convenzionali, passando dai musei alle installazioni di arte pubblica.
Definito dai media come innovatore della comunicazione della poesia, “un poeta di strada” (Exibart, 25.5.2006, Helga Marsala), street artist protagonista di una “rivoluzione punk della poesia” (La Stampa, 12.08.2010, Luca Indemini), Opiemme torna, a distanza di quasi due anni, a reinterpretare gli spazi della galleria DIEFFE Arte Contemporanea di Torino dal 17 Febbraio al 2 Aprile 2011 a Torino.
Nella mostra intitolata “Senza bandiere”, seconda personale allestita negli spazi della DIEFFE, viene presentato un nucleo di lavori, in gran parte inediti, che propongono una riflessione sulla mancanza di valori che contraddistingue il nostro tempo. Senza bandiere, senza valori, senza unità, ci nutriamo di nulla. Il tutto nella ricorrenza del centocinquantenario dell’Unità d'Italia.
Nonostante l’apparente nichilismo, le pitture poetiche di Opiemme prospettano la ricerca di nuovi valori, mescolando l’assenza di regole della street art alla perfezione metrica della poesia e proponendo un caos rigoroso nel quale si fondono etica ed estetica. Il messaggio semantico sposa l’armonia delle forme e costruisce significati cognitivi. L’indagine artistica trasforma la parola in colore e immagine, crea una lettura bidimensionale delle opere, nelle quali le lettere si fanno contenuto e approfondimento. Immagini da leggere e parole da guardare. Un’occasione per presentare un lavoro più complesso e variegato di quelli che sono stati i motivi dell’attenzione giornalistica nei suoi confronti.
Nella relazione tra parola e visual art, l’artista sperimenta nuove interpretazioni della ricerca verbo-visuale, proponendo al visitatore una serie di questioni di scottante attualità. Erede tanto dei movimenti di poesia visiva portati avanti dalle avanguardie degli anni ’70, quanto degli street artist delle periferie urbane, Opiemme riconosce la logora illeggibilità di alcuni linguaggi contemporanei. Sceglie pertanto un lessico consacrato alla quotidianità e una serie di segni visivi immediatamente riconoscibili per spiazzare il visitatore che, attratto da un’iconografia familiare, si ritrova inerme di fronte al j’accuse dell’artista/poeta.
La complessità di “Senza Bandiere” risiede soprattutto nel suo essere un invito alla riflessione, non alla critica sterile. Spiega l'artista, scherzando: “La critica fine a se stessa non serve; l’arte che propone soluzioni concrete non l’ho vista, forse c’è la pubblicità progresso! L’arte che prova o riesce a far riflettere vorrei fosse contagiosa, come contagiose sono le idee. È necessario evitare che gli unici contagi che subiamo siano comodità, individualismo e ignoranza”. In quest’ottica si inserisce la collaborazione con la curatrice, Susanna Sara Mandice, nata in occasione della collettiva “Torino Me For We” (Torino, Ottobre 2010), che aveva come tema la costruzione di un cambiamento sociale responsabile.
La mostra verrà accompagnata, da una breve silloge poetica: “Distratti dal nulla”, sulla quale lo stesso Opiemme racconta: “Nulla e Niente ricorrono spesso nelle mie ultime poesie. Aver voglia di niente, non indica necessariamente apatia o depressione. È una ricerca di altro. Un altro svincolato da tutti quei meccanismi sociali che possono incasellare una vita. È voglia di staccarsi da tutto. Da quel Nulla culturale, intellettuale, emozionale, etico, civile, che viene proposto. Ed è proposto, inculcato e innestato con sistemi virali”.
(Distratti dal nulla / l'ignoranza / è la comoda schiavitù / che oggi scegliamo. / Confortati / senza confronto / azzittiti senza parole / sublimiamo reazioni / viviamo senza vivere / colori pubblicitari / drogati senza droga. Casa lavoro casa / nulla sclero nulla / telenulla / consolazione demente / bla bla bla / si sputa e sputtana / ma nessuno fa...)
Tre domande all’artista:
- Perchè l’anonimato? Mi piace star dentro le quinte. Faccio spesso interventi illegali e sono conscio che giustamente potrei essere perseguito e che l’arte sia una scusante non oggettiva e opinabile. Quindi rinuncio alla fama e separo da questa la mia vita privata.
- Street art in galleria? Sarebbe annichilente. Se è di strada, che stia in strada. Per me la street art è un mezzo, è solo una parte del mio lavoro.
- Prossimi progetti? Pubblicare un romanzo.
Info sull’artista:
http://www.opiemme.com
opiemme@gmail.com
Inaugurazione 17 febbraio 2011, h 18.30
DIEFFE Arte Contemporanea
Via Porta Palatina, 9, Torino
dal martedì al sabato 15,30 - 19,30 o su appuntamento
ingresso libero