Emo/tional. Le emoticon da lui dipinte diventano puro linguaggio, sono ritratti, rappresentazioni di stati d'animo e di emozioni, indipendenti da qualsiasi testo o discorso.
a cura di Alessandro Trabucco
Sintetizzare un sentimento, uno stato d’animo, una sensazione, un’emozione. Questo è quanto si prefigge una emoticon, cioè una emotional icon, la ormai celebre faccina gialla che rappresenta un volto stilizzato nelle sue più diverse espressioni: sorridente, triste, allegro, in lacrime.
L’emoticon non solo indica un umore, ma a volte serve ad esaltare e rinforzare un concetto, a volte persino si sostituisce ad una frase, raffigura un pensiero.
Cristiano Petrucci osserva questo strumento di comunicazione, efficace, immediato e diffusissimo, e lo ripropone su comuni palline da ping pong, in diverse espressioni. Le emoticon da lui dipinte diventano puro linguaggio, sono ritratti, rappresentazioni di stati d’animo e di emozioni, indipendenti da qualsiasi testo o discorso.
Ma dietro l’apparenza divertente e buffa, Petrucci ci mostra anche il declino della comunicazione verbale, il deterioramento del linguaggio e il suo impoverimento, ci mostra come oggi sia diventato importante favorire la velocità di comunicazione a scapito della sua qualità e dei contenuti che in essa sono espressi.
Le faccine, tutte uguali ma diverse perchè dipinte a mano rigorosamente una ad una, raffigurano una sorta di omologazione, sia nell’aspetto estetico, sia nei pensieri e negli atteggiamenti, di identificazione, di allineamento al gruppo, fin quasi all’annullamento del singolo individuo.
inaugurazione: giovedì 24 febbraio 2011 - dalle ore 18,30
Fabbrica Eos
piazza Baiamonti, 2 - Milano
Da martedì a sabato 10.00-13.00; 16.00-19.00
Ingresso libero