Associazione Culturale Madriche
Pasquale Bassu
Paolo Bianchi
Costantino Caiafa
Antonia Dettori
Johnny Eroe
Vins Grosso
Jukon
Ludo 1948
Stefano Marongiu
Francesco Melis
Giuseppe Moro
Marta Addari
MoRoM
Stefano Mele
Gigi Murru
Ignazio Tuffu
Nicola Virdis
Lo sguardo dell'artista evidenzia la congiuntura che, nella cultura Sarda come del resto in tutte le civilta', esiste tra la maschera e la societa' che lo circonda. Una collettiva con le opere di Pasquale Bassu, Paolo Bianchi, Costantino Caiafa, Antonia Dettori...
L'Associazione Culturale Madriche, in collaborazione con il Circolo Grotta dei Poeti, è lieta di invitarvi all'inaugurazione della mostra collettiva "La Maschera dell'Artista" , che si terrà dal 03/03/2011 (inaugurazione ore 19:00) al 31/03/2011 presso i locali della "Grotta dei Poeti" in via Marconi 7 (Angolo Piazza Su Connottu) a Nuoro. Aperto tutti i giorni a esclusione della Domenica.
Artisti: Pasquale Bassu, Paolo Bianchi, Costantino Caiafa, Antonia Dettori, Johnny Eroe, Vins Grosso, Jukon, Ludo 1948, Stefano Marongiu, Francesco Melis, Giuseppe (Grim) Moro e Marta (Barrosa) Addari, MoRoM - Stefano Mele, Gigi Murru, Ignazio Tuffu, Nicola Virdis
"Secondo il parere di diversi studiosi, le maschere del Carnevale Sardo, antropomorfe o zoomorfe che siano, potrebbero rappresentare antichi culti pagani in cui l'uomo rinnovava il suo legame con la terra e con gli altri esseri che, con lui, la abitavano.
La maschera trasformava chi la indossava in qualcosa “d'altro”, lo faceva trascendere dal suo aspetto materiale per relegarlo temporalmente tra il divino e il semi-divino, in una rappresentazione catartica dove la purificazione si legava alla speranza di fertilità prospettata dall'imminente arrivo della Primavera. Durante il Carrasecare, gli schemi sociali preesistenti potevano essere ribaltati e la maschera dava, con l'anonimato, la segretezza necessaria affinché l'istinto potesse liberarsi dai preconcetti in cui la cultura l'aveva ormai relegato. Uomo o donna, essere umano o animale, mortale o divino, tutti concetti dicotomici che venivano bruciati in piazza insieme al pupazzo/padrone/sovrano. Veniva così rappresentato il Sacrificio massimo in modo che si potesse propiziare la resurrezione dalle ceneri fredde della stagione invernale.
Quello che questa collettiva vuole porsi come obiettivo è la rappresentazione artistica di questi concetti, un insieme di immagini che, pur strizzando l'occhio all'Etnografia e all'Antropologia, non ne siano solo meri documenti visivi o orpelli da ricerca sul campo.
Le opere esposte saranno uno specchio che dal XXI secolo proietterà un percorso lungo migliaia di anni, senza voler attribuire a tutti i costi una qualsivoglia connotazione eziologica: l'Arte non spiega, semmai, colpendo, suggerisce. Lo sguardo dell'artista evidenzia la congiuntura che, nella cultura Sarda come del resto in tutte le civiltà, esiste tra la maschera e la società che lo circonda: senza nessuna censura, in quanto a Carnevale non è concessa.
La maschera come confine tra l'essere e l'apparire.
La maschera come predisposizione al confronto.
La maschera come il ghigno prima dello scontro."
Inaugurazione 3 marzo ore 19
Circolo Culturale Grotta dei poeti
Via Marconi, 7 (Angolo P.zza Su Connottu) - Nuoro
Orario: sempre aperto tranne la domenica
Ingresso libero