Due personali intorno ai temi della storia e della memoria collettiva. Folkert de Jong e' affascinato dalle estremizzazioni che materializza in disegni ed opere tridimensionali; olii e acrilici su tela di Fendry Ekel esplorano, invece, il lato oscuro dell'ambizione umana.
BRAND NEW GALLERY presenta presso lo spazio di via Farini il doppio appuntamento con Folkert de Jong e Fendry
Ekel. Due mostre personali in cui gli artisti riflettono intorno ai temi della storia e della memoria collettiva.
Dal 9 marzo al 30 aprile 2011.
Folkert de Jong è affascinato dalle profondità dell’anima umana, dalla zona oscura che ciascuno di noi porta con sé.
L’enfatica scelta della figurazione coinvolge lo spettatore in modo diretto, il grottesco appare come centro gravitazionale
delle sue opere di carattere installativo o sculture singole.
In mostra presso Brand New Gallery due grandi composizioni: The Iceman Cometh, di oltre 7 metri, e Peckhamian mimic
oltre ad alcune opere singole della serie The practice.
La storia è una costante nell’opera di de Jong, l’artista non si interessa a una rappresentazione fedele, bensì considera il
dato storico come ispirazione per costruire scene assurde e crudeli. L’artista analizza le svariate interpretazioni e
l’incomprensibile miscela di visioni che esistono rispetto al passato, creando un senso di alienazione, inteso sia come
distanza dagli eventi sia come possibile altra prospettiva.
Il fascino per le estremizzazioni, la guerra e la distruzione, si materializzano in modo pregnante nell’installazione The Iceman
Cometh, il cui titolo è tratto da una pièce teatrale di Eugene O’Neill del 1939, prima opera a essere realizzata da de Jong con
il materiale che diverrà poi una sua caratteristica: lo Styrofoam. De Jong si avvicina a questo prodotto dell’industria
petrolchimica, solitamente usato come isolante, così come al Polistirene, per analizzarne la loro storia, sfruttarne le possibili
declinazioni oltre a considerarne le controverse associazioni. Le stesse industrie chimiche erano infatti anche produttrici
dello Zyclone B, gas utilizzato nei campi di concentramento, dell’Agent Orange e del Napalm. Ispirato dalle fotografie di
Marlene Dietrich e Leni Riefenstahl, de Jong crea la serie Peckhamian mimic, il cui titolo si riferisce a un termine biologico
noto anche come “mimetismo aggressivo”, fenomeno che descrive i predatori che si mimetizzano per catturare le prede. In
una delle opere della serie, Third Commandment, una donna fatale assume sembianze di angelo immacolato e con aria
invitante, in segno di benvenuto, cerca di attirare lo spettatore in quello che potrebbe diventare un abbraccio di morte.
Continui i rimandi nell’opera di Folkert de Jong anche verso la storia delle arte e verso le tecniche tradizionali, come la
scultura. Un esempio è la serie di The practice, ispirata alle ballerine di Degas; le giovani danzatrici appaiono in pose
differenti, la loro pelle è totalmente nera come il petrolio. De Jong non si limita soltanto a un omaggio al maestro francese ma
analizza la storia delle opere anche attraverso il loro mercato e la loro mercificazione negli anni. Inserisce così nei suoi lavori
il Pallet, supporto utilizzato comunemente nei trasporti, diventando esempio di come l’arte possa essere considerata una
merce comune. I disegni, infine, formano una sorta di mondo parallelo rispetto alle opere tridimensionali, schizzi automatici
che rappresentano un tentativo dell’artista di entrare a contatto con il passato e il subconscio.
Folkert de Jong nasce nel 1972 a Egmond aan Zee, vive e lavora ad Amsterdam. Ha raggiunto fama internazionale
attraverso numerose mostre personali e collettive in musei e gallerie in Europa, USA e Asia. Le sue opere sono presenti in
importanti musei e collezioni nel mondo inclusi MOCA di Los Angeles, Groninger Museum, Musée des Beaux Arts de
Montréal, Saatchi Collection di Londra, Dakis Jannou Collection Atene, HVCCA Hudson Valley Center for Contemporary Art
New York, Margulies Art Collection Miami. Numerosi musei hanno ospitato sue mostre personali tra i quali
Chisenhale Gallery Londra, Kunsthalle Winterthur, Stedelijk Museum Amsterdam, Wadsworth Atheneum Hartford fino
all'importante retrospettiva presso il Groninger Museum nel 2009. L'artista ha anche partecipato a manifestazioni come la
Biennale di Atene e la Biennale di Sydney nel 2010.
Le opere di Fendry Ekel, olii e acrilici su tela, esplorano il lato oscuro dell’ambizione umana, spesso basandosi su
fotografie provenienti da diversi archivi. Ekel, scavando nella memoria collettiva, analizza criticamente l’uso dell’arte e
dell’architettura come propaganda ideologica, l’impatto retorico e persuasivo, indagando e confrontando i confini dove
etica ed estetica si incrociano.
Affascinato dalla creazione estetica come mezzo del potere attraverso il valore seduttivo, manipolatorio e intimidatorio
dell’immagine, Ekel con le sue opere cerca di esplorare, scandagliare e svelare le strutture di significato dietro la forma. In
mostra, presso Brand New Gallery sono previste 7 opere di cui alcune di grandi dimensioni, basate su una presentazione
metodica e ordinata del soggetto, spesso frontale, in cui l’atto di dipingere un’immagine avviene come “scansione pittorica”,
un primo e formale momento che possa portare poi a un’analisi approfondita dei significati soggiacenti.
Ekel sceglie di mostrare immagini apparentemente familiari, neutre, che possano sembrare vaghe a prima vista. I temi
celati rappresentano però importanti spunti, momenti storici, fatti che hanno portato innovazione ma che, soprattutto, hanno
condotto ai grandi drammi della storia recente. Dietro l’apparente ordine si cela dunque il caos. Nessun moralismo è
presente nelle opere di Ekel quanto, piuttosto, un invito per lo spettatore ad abbandonare l’usuale metodo di lettura
cercando un’apertura verso nuove interpretazioni.
L’opera di Ekel è stata certamente influenzata dal suo maestro Luc Tuymans, e così per entrambi è di particolare
importanza la relazione tra immagine e titolo dell’opera. Come per Srebrenican Horse, una delle opere in mostra dove
l’immagine degli scacchi si rifà alla storia recente, più precisamente all’occupazione della città della Bosnia Srebrenica nel
1995 e alla conseguente deportazione e genocidio .
Il gioco degli scacchi diventa dunque soggetto delle opere di Ekel, come scrisse Nabokov in un capitolo della sua biografia
Parla, ricordo: “Si dovrebbe capire che la competizione nei problemi di scacchi non è realmente tra il Bianco e il Nero ma
tra il compositore e l’ipotetico risolutore”; così, se per Nabokov il conflitto non era tra i personaggi quanto tra l’autore e il
mondo, per Fendry Ekel è tra l’artista e il pubblico.
Fendry Ekel nasce a Jakarta nel 1971. Durante l'adolescenza si trasferisce ad Amsterdam insieme alla famiglia. Allievo di
Luc Tuymans, studia arte presso la Gerrit Rietveld Academy e la Rijksakademie. Ha ottenuto riconoscimenti a livello
internazionale con numerose mostre personali e collettive in musei e gallerie. Nel 2009 l'HVCCA Hudson Valley Center di
New York gli ha dedicato una grande mostra personale. Le sue opere sono in collezioni pubbliche e private in Europa, USA
e Asia. Nel 2010 ha ricevuto il premio della Netherlands Foundation for Visual Arts, Design and Architecture
Catalogo Brand New Gallery con testo di Marco Tagliafierro
Brand New Gallery è un nuovo spazio dedicato
all'arte contemporanea aperto a Milano, a metà
strada tra una galleria d’arte e un centro per la
promozione di cultura, nato da un’idea di due storici
dell’arte, Chiara Badinella e Fabrizio Affronti. Con i
suoi 350 mq lo spazio è una possibile piattaforma
dove artisti, curatori e collezionisti possono
incontrarsi e si prefigge di promuovere l’opera di
artisti attivi a livello internazionale e mai presentati
in Italia, pianificando cinque mostre per anno oltre a
lectures e incontri dedicati all’arte contemporanea.
Per ogni mostra è prevista una pubblicazione con
immagini, testi, interviste, in una collana che si è
inaugurata con il primo appuntamento di novembre
2010: la mostra personale dell’artista tedesco
Anton Henning seguita dalla Group Show dedicata
a 14 artisti di Los Angeles e la Solo Show di Raffi
Kalenderian.
Ufficio stmap: adicorbetta
t.+39 02 89053149 stampa@adicorbetta.org
Immagine: Folkert de Jong
Inaugurazione mercoledì 9 marzo 2011, ore 18
Brand New Gallery
via Farini, 32 - Milano
orario: dal martedì al sabato 11-13; 14.30-19
ingresso libero