Angelo Lo Massaro - Entroterra
Crisalidi, involucri femminili. Un'immagine femminile controcorrente con le sculture di Biondani e i disegni a matita di Iotti per presentare la femminilita' come una scelta orgogliosa.
Sabato 12 Marzo 2011 alle ore 17:30 presso lo spazio di Entroterra si inaugura la doppia personale di Cristina Iotti e Nicola Biondani dal titolo “Crisalidi, involucri femminili”.
Nello spazio espositivo di Entroterra si sceglie di presentare una mostra su un’ immagine femminile diversa e controcorrente: con le sculture di Nicola Biondani e i disegni a matita di Cristina Iotti vorremmo presentare la femminilità come una scelta orgogliosa, una femminilità vera in carne ed ossa, terrosa e colorata, viva e vera proprio nelle sue tantissime sfaccettature. Donne, non esseri angelici o ineffabili (come sottolineò anche Guia Soncini tempo fa commentando una canzone di Ruggeri) ma raffinate e stanche, materne ed erotiche, amanti di uomini o di donne, mistiche o lottatrici, osservatrici attente ed osservate impietosamente, comprendendo in questo excursus anche la sofferta femminilità e la scelta estrema di chi si sente, si manifesta e si trasforma in donna. Un pittore parlando con Biondani un giorno gli disse: “In fondo l’unica vera femminilità è quella non subita ma scelta consapevolmente” e seguendo questa traccia Entroterra vorrebbe celebrare la femminilità a 360°, libera, totale, di donne e uomini tutti.
Cristina Iotti continua con la sua coerente ricerca di lirica cromatica con alcune nuovissime opere inedite, ritraendo giovani teste femminili ritagliate su eleganti fondi arabescati, arazzi tessuti con la lievità della matita colorata che isolano nello spazio e nel tempo le sue figure. Le ragazze della Iotti sono esseri lontani che però ci tengono stretti alla loro essenza tramite oggetti molto personali e quotidiani, come un fermaglio per i capelli o un paio di orecchini, o con gesti e sguardi diretti, dettagli intimi che sporgono dalla carta per farsi presenti a noi nella loro immediatezza. Dalle matite di Cristina Iotti, emergono figure femminili cariche di realtà, per cui viene mostrata una certa empatia, volti facenti parte dell’ esperienza quotidiana e della sfera personale e affettiva dell’artista. I suoi personaggi sono colti e ritratti spesso di spalle, raramente in maniera frontale, quasi a farci entrare nel loro mondo senza far rumore, in seconda fila, così da consentirci di coglierle nel loro stato di riflessione e di assortimento. Uno stile terso con una spazio ben organizzato, dove lo stato d’animo delle donne raffigurate presagisce un processo di trasformazione interiore per passare da una vecchia identità a una nuova, con consapevolezza e determinazione.
Anche nelle sculture di Biondani viene raffigurata una trasformazione, in questo caso molto più dolorosa. Nicola Biondani presenta lavori molto recenti, alcuni realizzati appositamente per la mostra. Il bronzo e la terracotta sono i materiali con cui plasma le sue figure, corpi veri su cui leggere la nostra storia. Le sue figure vorrebbero avere l’epicità degli imperatori romani, ma non sono né eroi né dei, e si coprono con stole o cappelli. Lo scultore non ama le superfici lisce ma incide su cappotti e stoffe mille piccole rune, come le cicatrici che raccontano la storia di una vita, come l’epopea celebrata su un obelisco. Alcune delle sculture di Biondani sono incentrate sulla ricerca affannosa di una femminilità agognata, dopo anni di ricerca interiore, una difficile strada che alcuni uomini affrontano che non è mai il frutto di curiosità, noia o di un capriccio.
Così come per la metafora della crisalide, che subisce una mutazione e una trasformazione in farfalla, anche nelle sculture di Biondani si osservano corpi e visi trasformati, alla ricerca di un proprio sentire intimo. Colpisce l’opera in cui sul viso di un “ladyboy”, marcatamente femminile, si evidenziano sulle ciglia piccole cicatrici, segno indelebile e simbolo del dolore per raggiungere uno stato di verità, la storia di una vita che tende la suo compimento.
Crisalidi: gusci che proteggono, involucri da cui escono con determinazione storie di femminilità. Quindi un lavoro sull'immagine femminile e sul ritratto interiore, che unisce metaforicamente i percorsi dei due artisti che attraverso i mezzi diversi e una personale sensibilità e poetica espressiva ci portano alla bellezza.
Note Biografiche
Nicola Biondani nasce a Mantova il 14 novembre del 1976. Diplomatosi nel 1998 all’istituto d’Arte di Guidizzolo (MN), prosegue gli studi artistici iscrivendosi alla scuola di scultura dell’Accademia Cignaroli di Verona dove inizia a partecipare regolarmente a concorsi d’arte ed esposizioni; diplomatosi con una tesi su Adolfo Wildt e Francesco Messina entra come assistente nello studio dello scultore modenese Frabrizio Loschi e lo stesso anno entra nei laboratori dell’ente lirico di Verona come scultore scenografo. Nell’ottobre 2004 ha la sua prima personale alla galleria “Aregoladarte” nel centro storico di Mantova; contemporaneamente apre al pubblico il proprio atelier dove tuttora lavora realizzando opere personali e su commissione per pubblici e privati utilizzando i materiali padri della scultura: la creta, il bronzo e il marmo.
Cristina Iotti nasce a Sassuolo (MO) nel 1965. Si diploma nel 1987 in illustrazione allo IED di Milano e in seguito si dedica al design ceramico. Dal 2002 lavora esclusivamente come pittrice esponendo in Italia e all'estero. Realizza personalissimi disegni dal taglio fotografico e dalla tecnica raffinatissima. Usando le matite colorate con cura minuziosa e attenzione al dettaglio descrive la contemporaneità e la quotidianità. Nel 2007 è stata la vincitrice del Premio Arte per la grafica e del Premio speciale Faber-Castell e, per la prima volta nella storia del premio, si è aggiudicata la Targa oro anche nel 2008.
Inaugurazione 12 marzo ore 17.30
Entroterra
viale Bornata, 43 - Brescia
Dal giov- ven 15-19, sab. 11-19
Ingresso libero