In mostra una selezione di opere che include tre percorsi iconici del fotografo: le serie Pani, Volti ed Ex-voto. La fotografia di Antonio Biasiucci e' una rivelazione visionaria di 'fenomeni ignei', di sacralita' nel quotidiano delle cose dell'esistenza.
a cura di Antonello Scotti
Per la sua terza personale al Magazzino, Antonio Biasiucci presenta una selezione di opere che
include tre percorsi iconici del fotografo napoletano, ovvero le serie Pani, Volti ed Ex-voto.
Nei lavori sul pane le forme emergono dall’oscurità intensa del nero fotografico e, il cibo per eccellenza
dei popoli, viene restituito come immagine misteriosa: meteoriti, crateri lunari, paesaggi magmatici,
figure antropomorfe ma “ i pani rappresentano –sostiene Biasiucci- per i quattro elementi naturali che
lo compongono, l’epifania della vita”.
I volti, emergono anch’essi da un’oscurità che ne esalta le differenze somatiche, provengono dal
repertorio di calchi dei visi di tribù africane realizzati dall’antropologo Lidio Cipriani negli anni ’30, e
conservati nel Museo di Antropologia dell’Università Federico II di Napoli. Biasiucci trasforma questi volti
in una allegoria disperata e icastica dell’esistenza umana, cercata non nell’individualità dei singoli ma
nella moltitudine delle diversità, delle differenze di etnie e di culture, “il lavoro sui volti- aggiunge l’artista- è
una riflessione sulla morte, i pani e i volti sono in un nero profondo, un universo che unisce la vita e la
morte”.
L'ex voto, trova la sua giusta dimensione in spazi sacri e non, ed è lì che se ne coglie il senso: è
un metalinguaggio, un vettore di comunicazione visiva nel paradigma religioso, quasi ad essere un
antesignano della fotografia e come questa talmente diretto da essere compreso da tutti.
“La ‘fotografia’ di Antonio Biasiucci è una rivelazione visionaria di “fenomeni ignei”, di sacralità nel quotidiano delle
cose dell’esistenza. E’ il trovare l’essere nelle tracce remote della natura, tracce di memorie nascoste. E’ uno
speleologo che si cala nelle profondità del sogno dell’umanità, per rintracciare gli antichi percorsi che hanno
configurato il programma della nostra stessa umanità.“ (Antonello Scotti)
“Questi sono i pani che ho fotografato e mangiato tutti i giorni per un periodo della mia vita.
Sono il rocordo di mia madre in vita, che il pane lo faceva da sempre.
Sono la sintesi dei quattro elementi, la nascita, le cose del cosmo.
Questi volti sono calchi di persone che ho conosciuto e amato grazie alla fotografia.
Sono il riposo di mia madre, il mio viaggio in India,
i migranti che si perdono nei nostri mari.
I pani e i volti sono la vita che comprende la morte, la morte che comprende la vita.“
Antonio Biasiucci
La mostra è organizzata con la collaborazione dell’Università di Napoli Federico II-Centro Musei delle Scienze
Naturali\Museo di Antropologia e del Museo Madre di Napoli.
Antonio Biasiucci nasce a Dragoni (Caserta) nel 1961 Si trasferisce a Napoli nel 1980 dove comincia un lavoro sugli spazi
delle periferie urbane e contemporaneamente una ricerca sulla memoria personale, fotografando riti ambienti e persone del
paese nativo Nel 1984 inizia a collaborare con l'Osservatorio Vesuviano, svolgendo un ampio lavoro sui vulcani attivi in Italia. Nel
1987 conosce Antonio Neiwiller, attore e regista di teatro: con lui nasce un rapporto di collaborazione che durerà fino al 1993,
anno della sua scomparsa. Nel 1992 vince ad Arles il premio "European Kodak Panorama". Fin dagli inizi della sua attività,
lavora a una ricerca che si radica nei temi della cultura del sud e si trasforma, in anni recenti, in un viaggio dentro gli elementi
primari dell'esistenza.
Molte sue opere fanno parte della collezione permanente di musei e istituzioni tra cui: MAXXI di Roma, Centre Méditerranéen
de la Photographie, Bibliothèque Nationale di Parigi, Departamento de documentaciòn de la cultura audiovisual di Puebla, in
Messico, Centre de la Phothographie di Ginevra, Château d'Eau di Tolosa, Maison Européenne de la Photographie di Parigi,
Fondazione Banca del Gottardo di Lugano, Musée de l'Elysée di Losanna, Galleria Civica di Modena, Fondazione Banco di Napoli, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l'Arte Contemporanea di Guarene (Cn) e Galerie Freihausgasse di Villach, Austria,Calcografia di Stato, Roma, PAN-Palazzo delle Arti, Napoli, Collezione Banca Unicredit, Napoli Museo Madre
Ha ottenuto importanti riconoscimenti: gli ultimi per il volume Res: Lo stato delle cose, pubblicato nel 2004 sono il Kraszna-
Krausz Photography Book Awards vinto a Londra nel marzo 2005 e il premio Bastianelli vinto a Roma nell’aprile 2005.
Opening 23 Marzo 2011, ore 19
Magazzino
via dei prefetti 17 - Roma
Orario di apertura: Martedì-Venerdì 11-15 / 16-20, Sabato 11-15 / 16-20
ingresso libero