Capitol Arte Contemporanea
Cagliari
piazza del Carmine, 14
335 6260955
WEB
mar.core aka Marco Rocca
dal 24/3/2011 al 23/4/2011

Segnalato da

Stella Sollai



approfondimenti

Marco Rocca
mar.core



 
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24/3/2011

mar.core aka Marco Rocca

Capitol Arte Contemporanea, Cagliari

Marry&Riproduce. In mostra un'installazione audiovisiva che fonde cinema, teatro, musica e immagine, proposta in un loop continuo di 28 minuti. L'allestimento rientra nel progetto 'Un Occhio che Piange Un Occhio che Ride', a cura di Domus de Janas Teatro.


comunicato stampa

Dopo il grande successo riscosso in prestigiose manifestazioni - dall’ArtFirstExpò di Bologna alla galleria Blu.Org di Bari, dall’Università La Sapienza di Roma a Experimenta di Alberobello fino allo Spazio Eventi Mondatori San Marco di Venezia - Marco Rocca, esponente tra i più apprezzati e innovativi dell’arte contemporanea europea, allestisce venerdì 25 marzo presso la Galleria d’arte Capitol in Piazza del Carmine 14 a Cagliari “Marry & Reproduce”, un’installazione audiovisiva che procede in loop continuo dalle ore 19,00 alle ore 23,00 con un ciclo di 28 minuti. “Marry & Reproduce” contiene gli elementi principali, in seguito sviluppati e approfonditi attraverso il ciclo di performance “Aiòn,” che il pubblico isolano ha già avuto modo di apprezzare in Aiòn#oo1: folgorante performance audiovisiva dedicata a Ingmar Bergman e Sven Nykvisit svoltasi al Teatro Massimo di Cagliari nel 2009.
Nel lavoro di Marco Rocca, in arte _mar.core, la fusione tra cinema e teatro, tra musica e immagine, è così profonda da risultare alla fine completa. Un moto pendolare ininterrotto collega i quattro campi, quasi essi fossero, pur nell’ovvia distinzione dei mezzi tecnici e degli ambiti espressivi, facce complementari di una stessa esperienza creativa. Tutto il suo percorso oscilla fra musica, cinema e teatro, dall’una trapiantando negli altri non solo temi e spunti narrativi, ma anche atmosfere e tratti: insomma un intero mondo poetico e spirituale di rara intensità. Con uno stile originale, personalissimo, Rocca offre la dimostrazione che il cammino dal teatro al film è ancora assai ricco di possibilità, posto che il linguaggio specifico di quest’ultimo non si sottometta in maniera inerte alle necessità dell’altro, ma anzi ne tragga una ragione di sviluppo e di slancio.

Direttore della fotografia, compositore della musica, sceneggiatore e magnifico autore del montaggio dei recenti film “La Vita Segreta” e “Distanze” ha trasfigurato queste due opere in una sfera universale di simboli che ne trascendono il senso: giacché Rocca – impadronendosi del cinema – le potenzia in un intreccio illimitato di associazioni, facendone l’immagine di un sogno e il luogo imperscrutabile della fantasia, dell’invenzione animata. Alla fine, non si sa più che cosa sia teatro e che cosa sia cinema: dove finisca realmente la cornice e comincino le visioni della lanterna magica, rivelando, dietro la finzione delle scene la dimensione senza spazio e senza tempo entro cui le due opere vivono, per proiettare le proprie luci e le proprie ombre verso un orizzonte infinito.

La parola “contaminazione” ricorre frequentemente - nelle poche e scarne dichiarazioni di poetica di questo singolare artista - per esprimere la ricerca di relazioni, intersecazioni fra le arti, ma anche fra gli esseri umani e le loro persuasioni sociali e politiche.“Contaminazione” evoca un’idea di corruzione, di inquinamento, di infezione, il senso di una perdita di integrità della natura. Come se tutte le arti fossero ormai profondamente infette, incapaci ciascuna di rappresentare un organismo sano con una sua peculiare – certo – ma piena capacità comunicativa, e solo contaminandosi l’un l’altra, erodendo i territori altrui, alterandone geneticamente il linguaggio, si possa sperare di produrre qualcosa di nuovo e di necessario. Rocca dichiara che “la musica intesa come separazione immaginaria dell’udito rispetto agli altri sensi non esiste”.

E’ proprio a questo tipo di ricerca che fanno riferimento i lavori del compositore cagliaritano che hanno viaggiato in tutta Europa fino all’Asia. Da sempre impegnato sull’utilizzo interattivo di diversi media contemporaneamente spiega lui stesso: “la conversione digitale sembra riportare la musica, le immagini, i suoni e i testi ad un unico linguaggio”. Con caratteristiche analoghe negli anni ’60 John Cage sosteneva il principio della non intenzionalità nella composizione e si interessava alla casualità del rumore e del silenzio nel processo compositivo.

La non intenzionalità e il silenzio sono il fondamento della musica di Rocca (chitarra, computer programming e testi) già dalla collaborazione con il gruppo Machina Amniotica che ricorre alle tecniche della musica aleatoria volte ad eliminare l’aspetto soggettivo del processo compositivo, che deve così partecipare della disorganizzazione propria della realtà oggettiva. Segno ricorrente del nostro musicista è infatti una scrittura basata su situazioni sonore inconsuete: il ricorso ai suoni naturali o al caso si fondono significativamente con l’interesse per il rumore o la rigida struttura dei campionamenti.

“Marry & Riproduce” segue un procedimento che contiene diversi parametri compositivi (ritmi, altezza, durata delle note, attacco, dinamiche ecc.) che appartengono alle caratteristiche della musica ma che vengono applicati per mimesi anche alle immagini ed ai testi. Si tratta di un film? Di un documentario? Di un rito? Di una cerimonia? Di una scheggia nel cuore o del primo segnale dell’Apocalisse? L’installazione di uno spazio all’interno del quale il pubblico può muoversi liberamente, esplicita un altra costante caratteristica dei lavori di Marco Rocca: la libera interazione fra l’opera ed il suo visitatore. L’allestimento di “Marry & Riproduce” rientra nel progetto “Un Occhio che Piange Un Occhio che Ride” curato dall’associazione culturale Domus de Janas Teatro – Cagliari –

Inaugurazione venerdi' 25 marzo ore 19

Capitol Arte Contemporanea
Piazza del Carmine, 14 - Cagliari
Ingresso libero

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