Saverio Tonoli Adamo presenta Selbstbildnis, nell'ambito di campo volo, un progetto inaugurato lo scorso anno e giunto al suo quinto appuntamento. La realizzazione dell'evento e' a cura di Progetto Diogene. L'artista affronta l'estraneita' della presenza e la ricostruzione di percorsi come techne dell'immaginario.
Realizzazione curata da Progetto Diogene per e/static
Molti, molti anni fa, nel bel mezzo di una serena giornata di sole, sotto gli occhi di tutti, comparve improvvisamente la città fluttuante, sospesa nell’aria come una mongolfiera. Sopra di essa correvano mutevoli strati di nuvole. Ai suoi piedi ruggivano gonfie le onde del mare. La città fluttuante era lì sospesa a mezz’aria, senza salire né scendere; quando una brezza la investiva, essa dondolava leggermente per tornare subito immobile. Come accadde tutto questo? Solo i nonni dei nostri nonni ne furono testimoni. Fu un’esperienza incredibile e terrificante, quando la ricordavano tornavano a inquietarsi come allora: sulle loro teste strati di nuvole in collisione, il cielo fitto di lampi, tuoni che rombavano ovunque. In mare una moltitudine di navi pirata, bandiere con teschi e ossa incrociate, continui colpi di cannone. D’un tratto la città fluttuante era calata giù dagli strati di nuvole, restando so-spesa nell’aria.
Passeranno molti anni, e col tempo i nonni dei nostri nonni morirono, e anche i nostri nonni stessi, uno dopo l’altro, si addormentarono nell’eterno riposo, e le storie del passato che avevano tramandato diventarono oscure leggende. I discendenti di questi nonni si stabilirono nella città fluttuante, adattandosi piano piano alle sue condizioni. Le leggende sulla città cominciarono a sbiadire nella loro memoria, finché la maggior parte della gente si convinse che essa sarebbe rimasta per sempre così, sospesa nell’aria, senza alzarsi o abbassarsi; quando avesse soffiato il vento, essa avrebbe dondolato un pò, come un’altalena. E così, molti e molti anni ancora passarono.
(da “Mirabilia dalla città fluttuante”, di Xi Xi, 1998; traduzione di Cosima Bruno)
Saverio Tonoli (Bergamo,1984) affronta l'estraneità della presenza, la ricostruzione di percorsi come tèchne dell'immaginario. La deformazione del preesistente come radice di sviluppo attraverso la forzatura del linguaggio visivo diviene il vortice obbiettivo per la creazione di pensieri spaziali, una linea possibile per una proiezione al di fuori del riconoscimento. La creazione come ricerca, la transposizione del banale in un accenno geometrico di impossibile bellezza rappresentano l'origine di un'urbanistica irreale condivisa. (Progetto Diogene)
Info: 011235140
www.estatic.it
www.progettodiogene.eu
Inaugurazione sabato 26 marzo 2011 alle ore 17
blank
via Reggio 27, Torino