Leggerezza in penombra. Scatti dal progetto artistico intitolato Inheritance, di cui fanno parte le fotografie tratte dai lavori su Ofelia (Contemporary Ofelia), su Maria Maddalena, su Madama Butterly, sugli animali (Catti_vita).
A cura di Gaia Guarienti
La rifrazione della luce nell’acqua trasparente, la vibrazione sottile dei colori – dei verdi, dei viola, dei rosa, dei bianchi – screziati in luminosi e cangianti frammenti, la leggerezza dei morbidi tessuti sui corpi femminili e dei piumaggi, delle ali, dei fogliami per quanto riguarda il mondo animale e quello della natura, è il tema conduttore della prima mostra veronese della fotografa Diambra Mariani che, insieme alla collega Valentina Merzi, dà vita al progetto artistico intitolato Inheritance, di cui fanno parte le fotografie tratte dai lavori su Ofelia (Contemporary Ofelia), su Maria Maddalena, su Madama Butterly, sugli animali (Catti_vita) presentate dal 1 aprile al 20 maggio alla galleria Kn STUDIO.
Ofelia, innamorata di Amleto e da lui respinta, impazzisce di dolore al punto di decidere di porre fine alla sua esistenza immergendosi nell'acqua (...salvifica, per lei!) e ritornare così simbolicamente nel primordiale liquido amniotico da cui era fuoriuscita: il cerchio vita/morte, così, si chiude. Diambra Mariani e Valentina Merzi costruiscono l'immagine di un'Ofelia trasognata, lieve, ingenua, dolcemente sospesa nell'acqua e creano un'opera che per antitesi abolisce la statica e immutabile fissità di Ofelia nella famosissima tela del preraffaellita John Everett Millais (1852). Restano, nelle foto di Diambra e Valentina, i colori della pittura preraffaelita, le luci, una morbidezza soffusa e velata, ma Ofelia qui si muove, percepisce i profumi dei fiori, il calore del sole sulla pelle del viso, la bellezza del paesaggio, delle felci e del salice piangente. In “Ofelia, 01” il gesto estremo sta per essere compiuto: nella foto vediamo l'accenno di una gamba nella trasparenza della veste candida immersa nell’acqua.
La sezione su Maria Maddalena e su Madama Butterfly permette all'autrice di giocare con il corpo femminile in un ambiente naturale, sia durante l'autunno sia nel periodo inverno: gli effetti di luce sono suggestivi, particolarmente nella resa dorata e d' ”i..ambrata” della prima sezione e nei contorni sgranati e “ruotanti” – come l'ombrellino giapponese - della foto in “Studio per M. Butterly n.2”, dove anche gli alberi spogli e svettanti suggeriscono l’idea di un paesaggio orientale.
L'ultima parte della mostra è incentrata sulle fotografie di alcuni animali che passano la loro vita imprigionati nelle gabbie degli zoo: sono cioé in cattività, ma la loro è anche una cattiva-vita (Catti_vita). Si presentato bellissimi, austeri, nobili, sinuosi, eleganti: sono aironi, struzzi, fenicotteri, foche, scimmiette... La resa delle foto di Diambra Mariani e Valentina Merzi restituisce tutta la loro dignità. Il contrasto di senso è molto forte. In realtà essi non sono liberi: è la fotografia che, in questo caso, dona loro la libertà. E lo fa in modo partecipe e nello stesso tempo intimo e delicato.
Anche gli animali, come i personaggi femminili indagati da Diambra Mariani e Valentina Merzi, hanno vite sospese. La loro è una leggerezza in penombra.
Inaugurazione 1 aprile ore 18.00
Kn studio
via San Giovanni in Valle, 19 - Verona
Lun- ven 10.00-13.00/ 16.00 - 19.00 - sab. 16.00- 19.00
Ingresso libero