Spazio Audiomedica
Parma
via Repubblica, 49 (ingresso da b. go al Collegio Maria Luigia)
0521 207097 FAX
WEB
Mario Emme
dal 8/4/2011 al 16/9/2011
lun-ven 9-12:30 e 15-19, Sabato 9-12:30

Segnalato da

Camilla Mineo



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Mario Emme
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8/4/2011

Mario Emme

Spazio Audiomedica, Parma

Usure - Le vite dei muri. Una mostra fotografica che documenta il viaggio alternativo in citta' italiane e straniere del fotografo parmigiano. A cura di Camilla Mineo.


comunicato stampa

a cura di Camilla Mineo

|Usure| Le vite dei muri è il titolo della nuova mostra che si inaugura il prossimo 9 aprile a Parma, nello spazio Audiomedica in Via Repubblica. Una mostra fotografica che documenta il viaggio alternativo in città italiane e straniere del fotografo parmigiano Mario Emme.

Il fotografo ha scelto di indagare nel suo percorso la vita complessa e multiforme dei muri, vittime inconsapevoli degli agenti atmosferici, dell’uomo, dell’incuria e dell’abbandono: ciò che si ricerca sono le loro diverse sfaccettature dovute alle stratificazioni del tempo, al degrado e allo sgretolamento dei materiali. Sono ritratti di muri che hanno vissuto e che non sono invecchiati inutilmente.

Padova, Nizza, Roma, New York: città molto diverse fra loro, ricche di contrasti e di contraddizioni che, irriconoscibili in questi scatti, sono accomunate dall’incuria e dalla disattenzione nei confronti delle superfici, città apparentemente disinteressate al rigore e a un ordine particolare. All’estrema cura degli spazi, queste città preferiscono lasciar parlare i loro muri, farli vivere. I muri che propriamente delimitano uno spazio, segnano dei confini, dei limiti, sono colti e scrutati nelle loro molteplici vite. L’occhio del fotografo è alla ricerca dell’individualità e della storia di ogni superficie, pronto a cogliere le tracce del tempo, l’usura e il deterioramento che ne deriva: muffe, incrostazioni, scritte, colori confusi, vernici sovrapposte, ruggine.

Su questi muri sono stati lasciati dei messaggi, sono stati affissi manifesti che ormai sbiaditi si leggono a stento, in certi anfratti inspiegabilmente è nata la vita; s’intravedono insegne che si sono perfettamente conservate, altre sono state rimosse e mai sostituite, mentre altre ancora sono scritte del passato ormai indecifrabili e irrimediabilmente perdute, un’impalpabile impronta di quello che fu.

Antichi palazzi, che hanno vissuto i loro fasti in epoche passate trasudano ora povertà abbandonati a loro stessi, così come vecchie pubblicità scolorite mai del tutto cancellate, forse per una forma di rispetto. Si percepisce la presenza dell’uomo. La si avverte nella dichiarazione d’amore su un muro diroccato, nel semplice ma efficace avviso per la clientela di un vecchio artigiano, nelle schegge di specchi ancorati alle pareti che riflettono i passanti. Ci rapportiamo quotidianamente con queste superfici, le vediamo tutti i giorni, ma forse siamo talmente abituati alla loro presenza che le guardiamo senza metterle davvero a fuoco, e in questo ci viene in aiuto la fotografia. È questa la sua forza.

L’interesse per il particolare minuzioso, la capacità di narrare una storia attraverso un dettaglio, di creare un’atmosfera a tratti malinconica e profondamente intima, rende questi frammenti rappresentativi di un’innata qualità artistica che caratterizza l’intero percorso del fotografo: la costante ricerca di una poesia dove poesia sembra non esserci.

Inaugurazione 9 aprile ore 18


Spazio Audiomedica
Via Repubblica, 49 (Ingresso da B.go Collegio Maria Luigia) - Parma
Lunedi-sabato 9:-12:30 e 15-19. Domenica 10:30-12:30
Ingresso libero

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