Palazzo Ducale
Genova
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WEB
Robert Capa - Tom Porta
dal 13/4/2011 al 14/5/2011
14-17 Aprile mart-dom 9-20, dal 19 aprile al 1 maggio 14-19

Segnalato da

Palazzo Ducale




 
calendario eventi  :: 




13/4/2011

Robert Capa - Tom Porta

Palazzo Ducale, Genova

In occasione della 2' edizione di 'La Storia in Piazza', il cui tema e' L'Invenzione della guerra, Palazzo Ducale presenta la mostra 'Immagini di guerra' di Robert Capa: 50 fotografie che documentano, con l'intensita' e il grande senso lirico di Capa, 5 guerre internazionali. Spazio Mercurio ospita invece la mostra 'Tom Porta. W.A.R. We Are Restless - The Unheard Soldier Scream'. Dai ritratti dei kamikaze alle architetture simbolo di una distruzione annunciata, Porta con la sua pittura rappresenta la guerra sia nella sua dimensione diabolica, sia nella tragica nobilta' del pensiero eroico. Video con immagini d'epoca completano l'esposizione. Inoltre in programma una serie di eventi tra proiezioni, laboratori e mostre sul tema della guerra.


comunicato stampa

Robert Capa
Immagini di guerra
14 aprile - 15 maggio, Loggia degli Abati

In occasione della seconda edizione di “La Storia in Piazza”, il cui tema è L’Invenzione della guerra, Palazzo Ducale, in collaborazione con Magnum Photo, presenta la mostra “Immagini di guerra” di Robert Capa.
Cinquanta fotografie originali per documentare, con l’intensità e il grande senso lirico che contraddistingue il lavoro di Capa, ben 5 guerre: da quella civile spagnola (1936-1939), alla resistenza per l’invasione giapponese in Cina nel 1938, al teatro europeo nella seconda guerra mondiale(1941-1945), alla prima guerra arabo- israeliana(1948) fino a quella franco-indocinese del 1954, che gli costò la vita.

Immagini che pur facendo ormai parte dell’immaginario collettivo circa gli eventi drammatici che hanno percorso il XX secolo, ancor oggi ci sorprendono per l’immediatezza dell’attimo che colgono, restituendoci sì la dimensione storica ma anche l’universalità di un orrore mai finito.

“Nel dicembre 1938 il prestigioso magazine britannico Picture Post pubblicò 11 pagine di immagini della Guerra Civile Spagnola ad opera del venticinquenne Robert Capa e lo decretò così il più grande fotografo di guerra al mondo.
Capa non si può ridurre però a semplice fotografo di guerra, infatti molte delle sue immagini ritraggono, in modo caldo e arguto, anche momenti di pace e la gioia che da questi scaturisce. Alcune delle sue fotografie sono permeate da un delicato senso lirico come quello nei lavori del suo amico Andrè Kertesz, altre ritraggono momenti alquanto particolareggiati come le foto di Henri Cartier-Bresson, un altro suo amico. I reportages di Capa sono considerati sempre più alla pari per sensibilità, forza emozionale e impatto visivo, dei lavori artistici dei fotografi più famosi.

Nonostante questo, la fotografia di guerra rimane il cuore del suo lavoro. Oltre a documentare la guerra civile spagnola, Capa passò sei mesi in Cina nel 1938 fotografando la resistenza all’invasione giapponese, successivamente fu testimone della seconda guerra mondiale sul suolo europeo(1941-1945), della prima guerra arabo-israeliana nel ’48 e della guerra franco-indocinese (1954). Nel maggio 1954, mentre fotografava dei guastatori francesi sul delta del fiume Rosso, Capa calpestò incidentalmente una mina e morì. Aveva 40 anni.

Anche se Capa odiava l’orrore della guerra, non era un pacifista. La situazione politica del suo tempo lo rese cosciente del fatto che la guerra in certe situazioni è un male necessario, l’unico mezzo per distruggere il male e difendere una causa giusta. Una volta dichiarò che correva il rischio della propria vita solo per le guerre, di cui distintamente amava una parte e odiava l’altra.
Capa è più conosciuto come fotografo d’azione nelle battaglie “così vicino da sentire il terreno ballare”, ma anche per la sua capacità di documentare le sofferenze dei civili innocenti, specialmente bambini. Capa fu testimone delle bombe lanciate sui quartieri residenziali di Madrid, di Hankou e di Londra. Ma fotografò raramente la morte e i feriti gravi. Si concentrò invece sui sopravvissuti che continuavano la propria vita nonostante le morti dei familiari, le difficoltà e le distruzioni. Si può dire che il grande tema della fotografia di Capa sta nel trionfo dello spirito umano sopra le più atroci avversità.

Se da una parte le sue fotografie mostrano soldati o civili, le immagini sono anche caratterizzate da un senso di intimità e immediatezza, dalla compassione e dall’empatia. Capa era in grado di far emergere facilmente queste qualità nei suoi lavori, poiché egli stesso aveva vissuto in prima persona quelle esperienze. A 17 anni venne esiliato politicamente dall’Ungheria e due anni dopo, nel 1933, scappò dalla Germania per sfuggire all’antisemitismo. A Berlino e Parigi imparò cosa vuol dire soffrire la fame. La sua amata Gerda Taro, che Capa aiutò a diventare una fotoreporter nel medesimo settore, fu uccisa da un carro armato mentre fotografava una battaglia in Spagna nel 1937, e Capa stesso rischiò più volte la vita al fronte. Mentre documentava la guerra di Israele per l’indipendenza, sapeva che molti dei suoi parenti venivano uccisi ad Auschwitz. Poteva quindi facilmente immedesimarsi nei soggetti che fotografava.

L’orribile tendenza della guerra moderna è di de-umanizzare. L’obiettivo di Capa era di ridare un senso umano e personale alla guerra fotografando in genere un singolo individuo mentre è in azione, facendo strette inquadrature sulle espressioni facciali. Come scrisse il suo amico John Steinbeck, Capa sapeva che non si può fotografare la guerra, poiché è essenzialmente un sentimento. Ma lui fotografò questo sentimento, riuscendo ad immortalare ciò che vi è dietro. Fece vedere il terrore di un intero popolo nel volto di un bambino.

Infine, la grande forza della fotografia di Capa sta nella sua personalità. A detta di tutti, era un uomo straordinario, generoso, incisivo, e divertente. Disprezzava elogi e vanità, non si ritenne mai un artista, anche se ne aveva di certo lo spirito, faceva il suo lavoro con grande intelligenza, passione, abilità, sensibilità e grazia. Anche se le sue fotografie rimangono il ricordo visivo per noi tutti dei grandi eventi come l’assedio di Madrid, il bombardamento giapponese di Hankou e lo sbarco degli Alleati nel d-day, molte delle immagini di Capa hanno una qualità universale e senza tempo che trascende la specificità del momento storico”.
(Richard Whelan)

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Tom Porta
W.A.R. We Are Restless
The Unheard Soldier Scream
14 aprile - 1 maggio, Spazio Mercurio
A cura di Mario Giusti e Igor Zanti

Dai ritratti dei kamikaze alle architetture simbolo come immagini di una distruzione annunciata: attraverso le 15 opere esposte, Tom Porta rappresenta la guerra sia nella sua dimensione diabolica, sia nella tragica nobiltà del pensiero eroico. Video con immagini d’epoca completano l’esposizione. A cura di Mario Giusti e Igor Zanti.

Per la seconda edizione di “La Storia in Piazza”, il cui tema è ”L’Invenzione della guerra”, Palazzo Ducale presenta, tra le altre, una mostra di dipinti di Tom Porta.
Tom Porta, artista contemporaneo, negli anni ha sviluppato numerosi temi sottilmente uniti fra loro dalla storia della guerra, indissolubilmente legata allo scorrere della vita nel tempo. Il suo lavoro si concentra sulla storia del ‘900, usando il passato come specchio del presente.

Nelle 13 tele esposte in mostra, il gesto pittorico tenta di riprodurre il pensiero minatorio ed autodistruttivo che l’uomo, nella sua perfida ironia, lega allo sviluppo della società e, alcune volte, alla democrazia.
Aerei ed eroi soldati sono presentati nei gesti più iconici: nemici fra loro ma simili come il pensiero che ne ha generato la sfida mortale. Dall’estremo sacrificio ineluttabile dei Kamikaze allo sbarco di liberazione che, nel contrastare la strada all’ignominia hitleriana, iniziava la costruzione di una società votata al consumo.
Nel rappresentare poi la Terra con le sue città, mari, monumenti, fiumi… nel suo capitolo finale, Porta interpreta perfettamente il bisogno di catarsi contemporanea, così presente in tanta letteratura e cinema.
L’intento è quello di raccontare attraverso queste opere, appartenenti ai 4 diversi cicli che hanno caratterizzato il suo lavoro, il mondo delle armi, degli istinti, della sofferenza e di quanto di diabolico la guerra si porti dietro, pur con la nobiltà del pensiero eroico.

I video in mostra, realizzati dallo stesso Porta, raccontano i quadri, la loro genesi storica e culturale ed il gesto della composizione.
L’esposizione è a cura di Mario Giusti e Igor Zanti.

I cicli delle opere
The Shinpu Tokkotai Project
Il progetto sui kamikaze ha richiesto un approfondimento durato circa due anni e mezzo attraverso ogni possibile testo in lingua occidentale ed un fitto scambio con studiosi americani e giapponesi.
Ogni ritratto rappresenta un vero pilota dei Corpi Speciali d’Attacco Fiori di Ciliegio (Shinpu-tokkotai) di cui Porta ha spesso trovato il nome, gli scritti e la data di missione. Si è addentrato nello spirito di giovani colti ed evoluti per scoprirne ragioni e pensieri molto spesso ben lontani da desideri di suicidio o fanatismi politici. Ne ha interpretato la vita ancorchè il gesto della morte in battaglia, dell’abbandono, della dottrina fanatica, della famiglia.

World War Games
Un ciclo in sviluppo continuo, iniziato nel 2007, nel quale Porta ha sovrapposto gli eventi bellici alla seguente penetrazione cultural-commerciale senza però voler toccare tematiche pop che non gli appartengono. Una ridicolizzazione delle azioni di guerra, banalizzate dall’iconografia pubblicitaria contemporanea, invasiva ed opprimente.

Mann Gegen Mann
I paesaggi ritratti nel ciclo sono i luoghi per eccellenza della guerra (spiaggia di Omaha, la piana di Stalingrado, ecc.), sono volutamente banalizzati e privi di ogni riferimento a presenze umane. Solo la didascalia che riporta il numero dei soldati morti, a decine, centinaia o migliaia, ci parla di quegli orrori, ma la sensazione che il visitatore ne riceve è quella di luoghi senza tempo, dove sconfitta e vittoria pari sono.

EXTINTION AGENDA III # FAIR WARNING
Questo è il terzo capitolo dedicato alla Nube Purpurea, il romanzo di Matthew Phipps Shiel, e alla corruzione delle città, delle sue architetture più simboliche, dei continenti. L’America è qui rappresentata dalla bandiera Stars&Strips, stracciata non dalle battaglie ma dalla distruzione causata dall’ignavia dell’uomo e dalla sua arroganza.

Altri eventi de La storia in Piazza

Giornali di Trincea 1915 - 1917
14 aprile - 17 aprile , Sala Liguria Spazio Aperto

I giornali di trincea realizzati dagli Uffici Propaganda rappresentano uno straordinario strumento di educazione nazionale e di consenso alla guerra. Oltre cinquanta testate di propaganda e contropropaganda, alle quali collaborarono giornalisti-soldati e anche grandi artisti come Giorgio De Chirico e Mario Sironi. A cura di Francesco Maggi

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La Storia sono io
14 aprile - 17 aprile, Cortile Maggiore

I visitatori avranno la possibilità di rivelarsi protagonisti della Storia attraverso la narrazione di un episodio autobiografico in cui sono stati parte attiva di un momento storico.
Dal secondo dopoguerra in poi: dal 30 giugno 1960 al G8 del 2001, dagli aiuti per l’alluvione di Firenze o per il terremoto in Friuli alla nave per il Vietnam, dall’emigrazione al referendum sul divorzio... una postazione per testimoniare e raccontare.
Le testimonianze saranno videoregistrate e andranno a formare un fondo consultabile presso l’Archivio dei Movimenti – Biblioteca Berio Genova. Idea e realizzazione di Virginia Niri in collaborazione con l’Associazione per un Archivio dei Movimenti

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La Storia in gioco
Incroci di parole
14 aprile - 17 aprile, Cortile Maggiore

Un maxischema di 11 metri di lunghezza, un cruciverbone per giocare con la storia e non solo, disponibile per tutti i solutori che vorranno cimentarsi con brani musicali, letteratura, grandi guerre, personaggi, diritti.
A cura di Lucio Bigi / Studio Woquini
con la collaborazione di Federico Anghelé.

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Scuole di guerra
14 aprile - 17 aprile, Sala Liguria Spazio Aperto

Una rassegna di quaderni di scuola, provenienti dall’Archivio Ligure di Scrittura Popolare, dalla copertina illustrata con immagini delle guerre di Libia e d’Etiopia e dei due conflitti mondiali. E ancora: disegni, pensieri e lettere di bambini sulla guerra nell’età del fascismo.

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Giorgio Bergami. Sarajevo 1 gennaio 1993
14 aprile - 17 aprile, Loggiato Minore

Un reportage di Giorgio Bergami nei giorni drammatici dell’assedio di Sarajevo nel 1993. Un viaggio del fotografo genovese in una Bosnia dimenticata dai media e simbolo della tragedia dei conflitti etnici.

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Andrea Dapueto - Afghanistan e Pakistan 2001
14 aprile - 17 aprile, Corridoio Munizioniere

Immagini di guerra e di vita quotidiana nell’Afghanistan e nel Pakistan nel 2001.
Per riflettere dieci anni dopo.

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Cimiteri di guerra
14 aprile - 17 aprile, Spazio 38 R

Elaborazione del lutto e monumentalizzazione della guerra nei grandi cimiteri militari. Da Redipuglia alla Normandia, in tutta Europa una memoria pubblica che sta scivolando nell’oblio.
A cura di Alessandro Cavalli e Silvestro Raimondo

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Hiroshima - Nagasaki
14 aprile - 17 aprile, Spazio 38 R

concorso internazionale di fumetto
Le drammatiche immagini dei devastanti effetti della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki: l’orrore del deserto atomico dopo l’esplosione. Una tragedia dell’umanità.
In collaborazione con Hiroshima Peace Memorial Museum

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Conflicts - War Balloons
14 aprile - 17 aprile, Sala Dogana

I giovani fumettisti d’Europa e del Mediterraneo interpretano la guerra con disegni e balloons. In giuria: la scrittrice Marina Lewycka, l’artista Danna Shamir, lo storico David Bidussa, la giornalista Niki Tzouda, il fumettista Aleksandar Zograf, il critico Ferruccio Giromini. Presidente il fumettista Sergio Toppi. In collaborazione con GAI - Associazione Circuito Giovani Artisti Italiani e BJCEM -Association Internationale pour la Biennale des Jeunes Créateurs de l’Europe et de la Méditerranée.

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Stanze di suoni armate
14 aprile - 17 aprile, Scala Spalla

L’invenzione della guerra: contrappunto di musiche, suoni acustici ed elettronici in movimento

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Hiroshima. Le parole di un testimone
14 aprile, ore 9.00, Sala del Maggior Consiglio

Il dialogo in videoconferenza con uno dei pochi sopravvissuti all’atomica sganciata su Hiroshima
In collaborazione con Hiroshima Peace Memorial Museum

Immagine: Manche. Pont L'Abbé. June 15th, 1944. Civilians returning home after the fighting.
© Robert Capa / Magnum Photos

Programma completo su
http://www.palazzoducale.genova.it/

Inaugurazione 14 Aprile 2011

Palazzo Ducale
piazza Matteotti, 9 Genova
orario: durante il periodo di “Storia in Piazza” (14-17 aprile) 9.00 - 20.00 - INGRESSO LIBERO
dal 19 aprile al 15 maggio da lunedì a venerdì 9.00 - 19.00, sabato e domenica 9.00 – 20.00
Ingresso: € 5 biglietto intero, € 3 ridotto

IN ARCHIVIO [510]
Giancarlo De Carlo
dal 15/12/2015 al 16/1/2016

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