La mostra, divisa in 10 sezioni e su 4 sedi, indaga il Trecento padovano attraverso le figure dei Signori, illustrando i diversi aspetti della vita della corte e della citta'. In esposizione documenti, codici, le arti applicate (oreficeria, ceramiche, avori, intagli in legno) la monetazione. Sono approfonditi anche gli aspetti relativi alla struttura urbana, alla scienza, alla musica e persino quelli relativi alla moda dell'epoca.
Sono molti a sostenere che il Trecento sia stato il “secolo d’oro” di Padova, cento anni durante i quali la capitale dei Carraresi rivaleggiava con Parigi e poche altre città in Europa in fatto di arte e cultura. Qui si potevano incontrare Giotto, Petrarca e più tardi Donatello, qui medicina e scienza (la filosofia naturale) erano all’avanguardia e tutti i saperi erano di casa.
Per ottant’anni, sino a quel 4 gennaio 1406 quando in Piazza San Marco l’ambasceria del Comune di Padova rende atto di sottomissione alla Serenissima, sulla città governarono i Da Carrara o Carraresi, una dinastia che trasformò uno dei più importanti fra i liberi comuni del Veneto in una autentica capitale.
A quello che Padova fu sotto la guida dei Carraresi, il Comune – Assessorato alla Cultura e Civici Musei e la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo dedicano, in parallelo alla mostra sul Guariento, allestita a Palazzo del Monte, una grande esposizione. Ben dieci le sezioni dislocate in quattro diverse sedi espositive: i Civici Musei agli Eremitani, Palazzo Zuckermann, la Casa del Petrarca ad Arquà, dove sarà illustrato il rapporto del Poeta con Padova, e il Museo Diocesano.
La mostra indaga il Trecento padovano attraverso le figure dei Signori, illustrando i diversi aspetti della vita della corte e della città. In esposizione documenti, codici, le arti applicate (oreficeria, ceramiche, avori, intagli in legno) la monetazione. Saranno approfonditi gli aspetti relativi alla struttura urbana, alla scienza, alla musica e persino quelli relativi alla moda dell’epoca.
Nell’esposizione, per la quale sono stati ottenuti importanti prestiti, saranno presentati al pubblico centinaia di pezzi
Idealmente la grande mostra si allarga poi ad un itinerario entro ciò (ed è davvero molto) che tuttora si può ammirare della Padova Carrarese e, in generale, della Padova trecentesca. A partire naturalmente dal capolavoro di Giotto agli Scrovegni, per passare poi al Palazzo della Ragione, definito a Federico Zeri come la più importante testimonianza dell’architettura civile del Medio Evo in Europa, al Battistero de Duomo con il ciclo di affreschi di Giusto de Menabuoi. Poi la Reggia Carrarese con gli affreschi di Guariento, la Cappella del Beato Luca affrescata da Giusto nella Basilica del santo e soprattutto il Castello Carrarese ora in via di recupero. Capisaldi intorno ai quali si irraggiano altre mete per un affascinante viaggio dentro la storia della città e dentro un Medio Evo tra i più illuminati in Europa.
Le sezioni della grande Mostra
1 Padova Carrarese
Documentazione sui principali esponenti della Signoria.
Attraverso antiche mappe, vedute, modelli, ricostruzioni virtuali, viene illustrata la forma urbis raggiunta da Padova nel Trecento, con la visualizzazione dei principali monumenti civili e religiosi (i monumenti dell’amministrazione civile, la Reggia, il Castello, il Traghetto, S. Agostino, il sistema difensivo e le mura, l’edilizia privata), alcuni dei quali scomparsi o modificati nel corso delle trasformazioni subite dalla città in epoca veneziana.
Strettamente collegate all’illustrazione del sistema difensivo, le armi rinvenute nel fiume Bacchiglione.
2 I libri e la letteratura
Il Trecento Padovano fu uno dei periodi più fertili nella storia della cultura cittadina, anche sulla spinta della famiglia dei principi che attirò artisti e letterati e costituì una ricchissima biblioteca poi dispersa. Numerosi codici sono presenti in città, alla Biblioteca Civica (Libro dei Cimieri, il Mussato, il Vergerio, Statuti delle arti), alla Biblioteca Capitolare, alla Biblioteca del Seminario, a Venezia alla Biblioteca Marciana (Statuti carraresi, Cronaca Carrarese, Mussato, Petrarca), a Rovigo (Bibbia istoriata). Questi importanti esempi sono affiancati da riproduzioni atte a ricostruire in via informatica tale biblioteca anche con la documentazione che rende consultabili in forma virtuale volumi confluiti in grandi istituzioni europee, dalla Bibliothèque Nationale de France alla British Library.
3 La monetazione carrarese
Una regolare monetazione è documentata a Padova già dopo la cacciata di Ezzelino, ma il periodo d'oro della zecca è quello della Signoria, in particolare a partire da Jacopo II (1345-1350) fino a Francesco II (1390-1405). Il sistema monetario, anche per affrontare sul piano commerciale la concorrenza politica con Venezia, si ampliò con la monetazione argentea e con il prezioso ducato d’oro del quale esistono oggi due soli esemplari. La documentazione include, le monete e le tessere di fondazione, i coni e le medaglie di Francesco II, fra i primi esempi di celebrazione esemplati sull’antichità.
4 Oreficeria del Trecento
Le arti suntuarie e in particolare l’oreficeria ebbero un ruolo di rilievo nella produzione del Trecento padovano, trascendendo la semplice esibizione del lusso e approdando a vere espressioni artistiche. Al di là dei gioielli e degli accessori di abbigliamento destinati alle classi più elevate e documentabili attraverso alcuni esempi nella pittura e a qualche oggetto rimasto in area veneta (fibule, corone, mantelli, mitrie, scettri, gioielli), si sviluppò un’oreficeria religiosa di altissimo magistero, della quale rimangono insigni esempi, principalmente al Museo Diocesano, al Museo Antoniano e ai Musei Civici.
5 Ceramiche, avori, mobili
Dal centro della città sono emersi materiali ceramici trecenteschi, spesso di produzione padovana che permettono di ricostruire un quadro articolato delle abitudini alimentari e delle tecniche di preparazione dei cibi. Altri pezzi, di importazione, permettono di allargare il quadro commerciale ai mercati italiani e mediterranei. La ceramica a Padova è caratterizzata anche da alcune peculiarità nelle forme e nei decori. I materiali per tracciarne la storia sono disponibili presso i Musei Civici, la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, l’Università ed eventualmente presso il Museo della ceramica di Faenza, attestando siti di rinvenimento legati alla reggia, a vie e palazzi del centro, con materiali da pompa e di uso quotidiano. Il quadro legato alla vita quotidiana viene completato grazie ad altra oggettistica, quali elementi di mobilio, manufatti lapidei, avori, campane e chiavi d’epoca.
6 La Musica al tempo dei Carraresi (sezione allestita al Museo Diocesano)
Nel Trecento la città si aprì alla presenza di maestri di grande levatura, legati alla musica negli ambienti della Cattedrale, dello Studio, della Corte. Fra i protagonisti Marchetto da Padova, Johannes Ciconia, Prosdocimo de Beldomandi, Rolando da Casale. In mostra le fonti musicali più importanti dalla Biblioteca Antoniana e dalla Biblioteca Capitolare, ma anche documenti notarili che mostrano l’organizzazione dell’insegnamento della musica insieme a copie di strumenti trecenteschi, collegati attraverso apparati multimediali a immagini a soggetto musicale e all’esecuzione di esempi di musiche civili, da cerimonia e religiose.
7 La scienza al tempo dei Carraresi
Nel secolo XIV transitarono per lo Studio i maggiori umanisti e scienziati europei, in un’epoca in cui l’astrologia costituiva il punto di riferimento per ogni ambito del sapere legato ai destini umani. L’opera emblematica da questo punto di vista è il famoso astrario, elaborato da Jacopo Dondi, ma i significativi progressi della medicina si possono cogliere nel trattato di flebotomia di Bartolomeo Squarcialupi alla Biblioteca Pinali mentre le conoscenze naturalistiche emergono nell’erbario carrarese della British Library.
8 La scultura del Trecento
Nel Trecento Padova vede momenti altissimi nell’arte della scultura, a partire dalle statue di Giovanni Pisano agli Scrovegni. Marco Romano è indicato come il riconosciuto autore della statua di Enrico Scrovegni, nella Sacrestia della Cappella. Al servizio della Signoria fu anche il veneziano Andriolo de Santi, architetto e scultore, autore delle tombe di Jacopo e Ubertino. Nell’ultimo quarto del secolo la figura dominante è quella di Rinaldino di Francia, autore delle statue della cappella di S. Felice al Santo, di Madonne nelle civiche collezioni e al duomo, e forse del sepolcro della famiglia Lupi di Soragna.
9 Petrarca (Sezione allestita presso la Casa del Petrarca ad Arquà Petrarca)
La figura di Francesco Petrarca è fondamentale per la comprensione del clima culturale dell’epoca. Influì in modo determinante anche sulle arti figurative; ambienti della reggia erano decorati sulla base di programmi iconografici da lui ispirati.
Di qui l’inserimento nel circuito della mostra della proposta di visita della sua casa di Arquà, dove è allestita la storia per immagini della vita e dei luoghi nei quali visse il poeta.
10 La moda al tempo dei Carraresi
Gli affreschi che nel Trecento ornano le cappelle gentilizie delle principali chiese padovane rispondono alla precoce comprensione da parte della signoria e della cerchia a essa legata che l’arte può costituire un importante manifesto politico.
Pertanto, nell’episodio religioso cui assistono, un grande spazio è riservato a figure in abiti contemporanei, colte come se partecipassero a cerimonie di corte o svolgessero le loro attività quotidiane. Ciò ci trasmette una vasta mole di informazioni sui costumi dell’epoca, sia delle classi agiate che del popolo. Ne sono state eseguite recentemente riproduzioni che arricchiscono con un nota di vivacità il percorso della mostra.
Per Informazioni: Tel 049.2010010
www.mostraguariento.it
Ufficio Stampa
Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo - Area Comunicazione e Relazioni Esterne,
tel. 049.8234800 comunicazione@fondazionecariparo.it
In collaborazione con
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo tel. 049.663499 info@studioesseci.net
Presentazione alla stampa Venerdì 15 aprile 2011
dalle ore 10 alle ore 11
Padova, Museo Diocesano, Piazza Duomo 12
Sedi:
Palazzo del Monte di Pietà
(Piazza Duomo, 14)
Feriale 9.00-19.00
Sabato e festivi 9.00-20.00
Musei Civici agli Eremitani
(Piazza Eremitani, 8)
Feriale e festivi 9.00-19.0
Palazzo Zuckermann
(Corso Garibaldi, 33)
Feriale e festivi 10.00-19.00
Museo Diocesano
(Piazza Duomo 12)
Feriali 10.00-19.00
Sabato e festivi 10.00-20.00
Pasqua chiuso.
Tutte le sedi sono chiuse i lunedìnon festivi.
Biglietti mostre
Biglietto intero
Palazzo del Monte: 8 euro
Musei Civici Eremitani e Palazzo Zuckermann: 8 euro
Museo Diocesano: 4 euro
Biglietto ridotto
Palazzo del Monte: 6 euro
Musei Civici Eremitani e Palazzo Zuckermann: 6 euro
Museo Diocesano: 3 euro
Ridotto per gruppi di almeno 10 persone paganti fino a un massimo di 25 (+1 gratuito), ragazzi dai 6 ai 17 anni compiuti, studenti singoli entro 26 anni muniti di tessera o libretto, insegnanti delle scuole dell’obbligo statali e parificate, giornalisti e guide turistiche non accreditate, cittadini dell’Unione Europea over 65, carta famiglia (biglietto in vendita ai Musei Civici), Musei tutto l’anno (biglietto in vendita ai Musei Civici), Amici dei Musei di Padova, Militari e Forze dell’Ordine non in servizio. Possessori del biglietto della Cappella degli Scrovegni (di qualsiasi tipologia esso sia) solo per il Museo Eremitani.
Possessori di PADOVACARD. Per l’elenco completo delle categorie consultare il sito www.mostraguariento.it
Biglietto cumulativo 3 mostre 12 euro
Biglietto per 2 mostre 10 euro
Biglietto famiglia
(previsto a Palazzo del Monte, Civici Musei agli Eremitani e Palazzo Zuckermann):
2 adulti + 1 bambino/ragazzo dai 6 ai 17 anni compiuti 15 euro (anziché 22 euro);
2 adulti + 2 bambini/ragazzi e più dai 6 ai 17 anni compiuti 20 euro (anziché 28 euro).
Ridotto scuole 5 euro per gruppi di studenti accompagnati dai loro insegnanti, composti da almeno 10 persone paganti fino a un massimo di 25 (+ 2 gratuiti per gli accompagnatori).
Ridotto scuole delle province di Padova e Rovigo 1 euro