Marina B
Milano
via Montenapoleone 27/E

Mario Schifano. Di cuore
dal 19/11/2002 al 30/11/2002

Segnalato da

Wtt Italia



 
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19/11/2002

Mario Schifano. Di cuore

Marina B, Milano

Il tema del cuore, una delle iconografie piu' tipiche dello Schifano degli anni Sessanta, e' rappresentato da alcuni dipinti di grandi dimensioni, assai raramente esposti. Ad essi si accompagnano altri esempi eloquenti della pittura a un tempo sensuale e feroce di Schifano.


comunicato stampa

Ideata da Paola Greggio e curata da Flaminio Gualdoni con Corrado Levi, l'iniziativa è incentrata sul simbolo del cuore, motivo conduttore inoltre della nuova collezione di gioielli di Marina B.

Il tema del cuore, una delle iconografie più tipiche dello Schifano degli anni Sessanta, è rappresentato da alcuni dipinti di grandi dimensioni, assai raramente esposti. Ad essi si accompagnano altri esempi eloquenti della pittura a un tempo sensuale e feroce di Schifano, in cui si sottolinea la sua passione per la reinvenzione di iconografie stereotipe, dalle palme alle piramidi.
Le circa venti opere esposte rappresentano dunque una rassegna sintetica, ma di altissima qualità, del periodo più importante dell'attività di Schifano.
Dopo Milano, la mostra sarà il 12 dicembre a Tokio.

Il mondo della cultura negli ultimi anni ha cercato nuove sedi dove rivelarsi, al di fuori delle istituzioni, sedi insolite ma non per questo meno efficaci nella valorizzazione degli eventi proposti.
Di questa "famiglia" di luoghi poliedrici fa parte lo spazio di Marina B., la cui eleganza ne fa l'ideale dimora per espressioni artistiche e culturali significative.



Mario Schifano
Nasce il 20 settembre 1934 a Homs, in Libia.
Dopo il trasferimento con la famiglia a Roma, Schifano lavora come commesso e come collaboratore del padre, archeologo restauratore al Museo Etrusco di Valle Giulia.
Ha inizio in quegli anni l'attività di pittore. Tiene nel 1959 la prima mostra personale alla Galleria Appia Antica di Roma.
L'anno successivo si presenta alla Galleria Il Cancello di Bologna e alla Galleria La Salita di Roma in compagnia di Angeli, Festa, Lo Savio e Uncini, presentando quadri pressoché monocromi, grandi carte incollate su tela e ricoperte di un solo colore, come fossero schermi insieme neutri e sensuali.
"Nel 1962 andai a New York inviato ad una mostra organizzata da Sidney Janis. La mostra si chiamava The new realists. C'erano tutti: Rauschenberg, Oldenburg, Jasper Johns. …Ho fatto i miei lavori contemporaneamente, e non successivamente, alla Pop art. La Pop art la facevano loro e la imponevano, quasi come un fatto politico". Così dichiara Schifano a proposito del suo ingresso prepotente sulla scena della Pop internazionale.
L'artista opera ora per cicli omogenei di temi, secondo una caratteristica che lo contraddistinguerà tutta la vita. Verso la metà degli anni Sessanta nascono, per esempio, Paesaggio anemico, Futurismo rivisitato e Io sono infantile, in cui si incrociano gli stereotipi della cultura alta e quelli della cultura infantile.
E' di questo momento la celebre definizione data di lui dallo scrittore Goffredo Parise: "Un piccolo puma di cui non si sospetta la muscolatura e lo scatto".
Sotto al spinta del clima artistico, che invita ad espandere l'area tecnica delle esperienze creative, a metà decennio Schifano realizza inoltre una serie di film, da Anna Carini vista in agosto dalle farfalle a Satellite, da Umano non umano a Trapianto, consumazione e morte di Franco Brocani. "Il cinema - affermerà Schifano - mi è parso potesse esprimere più cose della pittura… Il cinema può esprimere l'uomo, l'umano, perché in una pellicola lo vediamo, che mangia, cammina, dorme, fa all'amore, mentre in un quadro sta fermo".
Fra il 1966 e 1967 realizza serie pittoriche ulteriori, tra le quali spicca Compagni compagni, segno di una crisi non solo politica che lo porterà ad abbandonare, per un periodo, la pittura.
Nei primi anni Settanta comincia a riportare su tela emulsionata immagini televisive prelevate e rielaborate con una pittura brusca e straniante. "Io dormo con la televisione accesa, sono cullato dalla TV - dichiara Schifano. Mi piace tutto. Dieci anni fa era diverso: fotografavo sempre" Partecipa nel 1971 alla mostra "Vitalità del negativo" e nel 1974 tiene la prima mostra antologica all'Università di Parma, curata da Arturo Carlo Quintavalle.
Segue un periodo fervido sul piano della produzione e delle esposizioni. Dai primi anni Ottanta nascono serie come Cosmesi, Architettura, Biplano, Orto botanico.
Da quel momento è un susseguirsi di frenetiche sperimentazioni iconografiche incrociate, in cui pittura, fotografia, televisione, e in anni più recenti elettronica, entrano in un gioco di continue collisioni e spostamenti.
Schifano muore a Roma il 26 gennaio 1998.

Immagine: Cuori, 1981, tecnica mista su tela, cm 112x95

Ufficio stampa mostra: WTT Italia - Chiara Faustini
Via Durini, 2 - 20122 Milano Tel. 02.76318139 - Fax 02.76318147

Ufficio Stampa Marina B: Studio 75 - Wilma Sarchi
Via S. Agnese 12 - 20123 Milano Tel. 02.8051826

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