Nader Ahriman
Bruno Di Bello
Judith Bernstein
John Bock
Monica Bonvicini
Nathalie Djurberg
Keith Farquhar
Simon Fujiwara
Wade Guyton
Robert Heinecken
Dorothy Iannone
Sarah Lucas
Man Ray
Dasha Shishkin
Andreas Slominski
Francesco Vezzoli
X. Una collettiva 'erotica' tra disegni, collage, video e fotografie di artisti come Nader Ahriman, Bruno Di Bello, Judith Bernstein, John Bock, Monica Bonvicini, Nathalie Djurberg, Keith Farquhar, Simon Fujiwara, Wade Guyton, Robert Heinecken, Dorothy Iannone, Sarah Lucas, Man Ray, Dasha Shishkin, Andreas Slominski e Francesco Vezzoli.
La galleria Giò Marconi è lieta di annunciare "X", collettiva erotica che raccoglie i lavori degli artisti Nader
Ahriman, Bruno Di Bello, Judith Bernstein, John Bock, Monica Bonvicini, Nathalie Djurberg, Keith Farquhar,
Simon Fujiwara, Wade Guyton, Robert Heinecken, Dorothy Iannone, Sarah Lucas, Man Ray, Dasha Shishkin,
Andreas Slominski, Francesco Vezzoli.
Nei disegni e nei collage di Nader Ahriman (Shiraz 1964) le astrazioni filosofiche di matrice idealista prendono
forma attraverso l'intervento grafico dell'artista. Cinema e antichità vengono filtrati in chiave erotica, fondendo
estetica e contenuto.
Bruno Di Bello (Torre Del Greco 1938, vive e lavora a Milano) partecipa alla collettiva con una "Variazione su
una foto di Man Ray" realizzata nel 1976 su tela fotografica. Attraverso la scomposizione dell'immagine di Kiki,
musa del maestro, Di Bello rilegge l'esperienza delle avanguardie storiche sviluppando un'idea dell'arte come
riflessione sulla suo storia.
Il dittico a carboncino di Judith Bernstein (Newark 1942) presenta attraverso l'inconfondibile tratto nervoso
dell'artista due figure nude abbozzate, poste l'una di fronte all'altra, colte in un atto di autoerotismo. Censurata
nel 1973 per il disegno di una vite troppo simile a un pene, l'artista femminista ha sviluppato sin dagli esordi
l'iconografia fallica.
Gli objets trouvés di John Bock (Gribbohm 1965) diventano l'elemento cardine della composizione: dietro
all'apparente causalità dei suoi assemblaggi e dei collages si cela la volontà dell'artista di offrire una personale
chiave interpretativa dell'esperienza umana.
Le scritte di Monica Bonvicini (Venezia 1965) si pongono come espliciti inviti al sesso, sottolineandone le
potenzialità soggioganti grazie ad un'iconografia che gioca sull'evocazione della catena. Nei collages tratti dalla
serie "The Bedtimesquare" la camera da letto diventa al pari della piazza newyorchese punto di incrocio e di
scambio.
"Badain" ci inchioda davanti allo schermo per assistere a un'orgia di puppets: i protagonisti del video di Nathalie
Djurberg (Lysekil 1978) si intrecciano in rituali e giochi amorosi.
Con le sue flat-pack statues Keith Farquhar (Edimburgo 1969) critica una società in cui anche l'uomo può
essere clonato e riprodotto. Le sagome in cartone di Farquhar sono rappresentazioni bidimensionali di corpi
nudi dipinti, successivamente fotografati e stampati su supporti autoportanti.
Simon Fujiwara (Londra 1982), già presente negli spazi della galleria con l'installazione Phallusies (An Arabian
Mystery), presenta due collage su tavola, in cui le figure nude si nascondono con malizia dietro antichi ventagli
spagnoli.
Wade Guyton (Hammond 1972) partecipa alla collettiva con un dittico di grandi dimensioni: partendo dalla
rielaborazione a computer della lettera X Guyton imprime la tela attraverso stampanti inkjet, lasciando alla
porosità del tessuto e alle sbavature di inchiostro la possibilità di concorrere attivamente alla definizione estetica
dell'opera. La X nera assume le caratteristiche di una firma per i lavori di Guyton, e allo stesso tempo una
riferimento all'omosessualità.
Partendo da immagini tratte dalla stampa popolare il fotografo americano Robert Heinecken (Denver 1931)
pone l'accento sulla falsificazione della realtà messa in atto dal mondo pubblicitario e sull'uso del corpo
femminile come strumento di promozione del prodotto.
Due lavori storici di Dorothy Iannone (Boston 1933) offrono allo spettatore scene della sua relazione erotica
con l'artista Dieter Roth, sintetizzate in un linguaggio che ricorda gli affreschi egiziani e i mosaici bizantini.
Le metamorfosi genitali di Sarah Lucas (Londra 1962) trovano spazio accanto alle stampe che ne
rappresentano l'allusivo potenziale.
Man Ray (Philadelphia 1890 - Parigi 1976) è presente con un dipinto e una selezione di fotografie di nudi
femminili, accanto a una rappresentazione fallica realizzata attraverso la giustapposizione di solidi geometrici in
marmo.
Il tratto grafico delicato di Dasha Shishkin (Mosca 1977) stride in relazione alle campiture e alle tematiche
aggressive che caratterizzano la sua pittura. I personaggi si moltiplicano e si fondono nell'ambientazione,
generando una narrazione frenetica e angosciante al tempo stesso.
I bassorielievi intagliati su Styrofoam di Andreas Slominski (Meppen 1959) ritraggono scene di genere a
sfondo erotico o citano in maniera provocatoria i graffiti metropolitani.
Francesco Vezzoli (Brescia 1971) partecipa con "Untitled", uno dei suoi primissimi lavori a ricamo, una
riproduzione a piccolo punto di una pubblicità di chat-erotiche viste dall'artista nelle cabine londinesi all'epoca
degli studi alla St. Martin School of Art.
Inaugurazione: mercoledì 20 aprile 2011 dalle 19 alle 21
Gio' Marconi
via Tadino, 15 - Milano
Orari: Dal martedì al sabato 10:30-12:30, 15:30-19
Ingresso libero