Museo Nazionale della Montagna
Dopo il 1861 scalare le cime delle Alpi equivaleva a sostituire il moschetto con la piccozza per 'rifare' pacificamente l'Italia'. L'esposizione propone documenti della Biblioteca Nazionale CAI, sequenze di film che inquadrano e approfondiscono i temi trattati e un'installazione multimediale dedicata ai mutamenti nel tempo della frontiera alpina.
a cura di Enrico Camanni e Annibale Salsa
La mostra ruota intorno alla nascita del Regno d’Italia nel 1861, momento esemplare di allineamento tra politica italiana e montagna, ma anche consacrazione della visione della cresta spartiacque, frontiera di patria, che crescerà fino alla Grande Guerra e si prolungherà oltre la Seconda Guerra Mondiale.
Il percorso presenta, in apertura e nella prima grande sala, una focalizzazione sulla figura di Quintino Sella e dei suoi affiancatori, con i necessari riferimenti alla nascita del Club Alpino Italiano. Dopo il 1861 scalare le cime delle Alpi sottraendole alla supremazia britannica, equivaleva a sostituire il moschetto con la piccozza per “rifare” pacificamente l’Italia e gli italiani.
Il Club Alpino Italiano venne fondato a Torino nel 1863 quando, due mesi dopo la prima ascensione al Monviso, Sella e una quarantina di colleghi approvarono lo statuto del CAI e votarono il primo consiglio di direzione. Tra loro c’erano anche alcuni deputati del Regno, segno dell’evidente continuità tra alpinismo e politica.
Nelle salette successive sono analizzati i vari temi, messi a confronto. Per accedervi si attraversa la ricostruzione di un posto di confine sulle Alpi, un po’ come dovettero fare i montanari per tornare a casa nel marzo del 1860, quando la Savoia, fino ad allora parte del Regno di Sardegna, venne annessa alla Francia. Si passa così al Monte Bianco, il tetto d’Europa, che da quel momento si trovò proprio sulla frontiera. La ricca iconografia, i volumi preziosi, le foto e gli oggetti lo descriveranno prima e dopo questo cambiamento. Così è anche per il Cervino, una vetta simbolo dell’affermazione dell’identità nazionale, sulla quale si svolse una vera e propria gara per la prima ascensione, riuscita nel 1865 all’inglese Whymper prima che all’italiano Carrel. Ma se era importante che le montagne fossero conquistate, lo era altrettanto che fossero attraversate da strade e ferrovie.
Ecco il tema delle vie di comunicazione, un altro elemento cruciale per capire i cambiamenti portati sull’arco alpino dall’unità nazionale. Altrettanto rilevante fu il fenomeno turistico. Lo descriveranno soprattutto i manifesti con cui si pubblicizzavano le diverse possibilità di viaggio e di villeggiatura. Questo tragitto nel tempo e nei luoghi si interrompe con la Grande Guerra sulle Dolomiti, nel momento in cui le Alpi divennero il luogo del martirio per migliaia di uomini chiamati a difendere i confini del Paese. L’esposizione si chiude con un’installazione multimediale dedicata ai mutamenti delle frontiere alpina, fino a quella attuale. Su tutto il percorso sono visibili sequenze di film, che aiutano ad inquadrare e approfondire i temi trattati.
La mostra è accompagnata da una catalogo, edito nella collana dei Cahier Museomontagna; 120 pagine con un ricchissimo corredo iconografico e testi di Enrico Camanni, Luigi Gaido, Alessandro Pastore, Annibale Salsa. In vendita a Euro 16,00.
Mostra realizzata con collezioni appartenenti al Museo Nazionale della Montagna e alla Biblioteca Nazionale CAI.
con il patrocinio del Comitato Italia 150
un progetto dei festeggiamenti di CAI 150
Ufficio stampa Tel. +39 011 6604104 Fax +39 0116604622 stampa.pr@museomontagna.org
Inaugurazione 19 aprile alle 18,30 presso la Sala degli Stemmi al Monte dei Cappuccini
Museo Nazionale della Montagna
piazzale Monte dei Cappuccini, 7 - 10131 Torino
Orari: dal martedì alla domenica dalle 9.00 alle 19.00. Chiuso il lunedì.
Biglietti
Intero 6,00 €
Ridotto 4,00 €
Soci CAI 3,00 €