Una gabbia-installazione che accoglie un grande dipinto dell'Ultima Cena assieme a tavole delle offerte e oggetti di "pena e fatica, di quotidiana Via Crucis degli umili e dei reietti".
Una Gabbia-installazione che accoglie un grande dipinto dell’Ultima Cena
assieme a tavole delle offerte e oggetti di pena e fatica, di quotidiana Via
Crucis degli umili e dei reietti, viene collocata da Franca Ghitti nell’Antico
Oratorio della Passione, al complesso della Basilica di Sant’Ambrogio a Milano.
Nell’Ultima Cena le figure degli Apostoli stanno rinserrate al Cristo, in una
tessitura pulsante, come avvinte alla Provvidenza, nella speranza di riscatto.
La gabbia grafica che le stringe in una comunanza di destino s’allarga in un
segno denso, assomiglia al cernecchio di piombo che tiene faticosamente
insieme i frammenti delle vetrate. Franca Ghitti evoca spesso per la sua ricerca
“un mio romanico minore” alludendo al suo farsi partecipe di un’arte corale
e popolare, nella reinvenzione di materiali vissuti, lavorati tramite un “segno
ordinatore” che scandisce il tempo lungo della storia sociale: le sagome
ridotte all’osso dell’Ultima Cena stanno come presenze remote scese dalle
pareti delle cattedrali. Un mondo scabro, rude, di umanità di popolo messa a
nudo, rovesciata su una ribalta esemplare, come emblematica galleria di una
condizione umana strappata con aspro amore al tragico creaturale.
Lo sguardo passa dall’Ultima Cena dipinta alla tavola delle offerte posta ai suoi
piedi, evocata attraverso un’imbandigione di “coppelle” o tazze di siviera, quelle
che nelle antiche fucine servivano per versare il metallo fuso nelle forme. E
sulla rete-gabbia di maglia metallica da cantiere s’inerpicano “accidenti”, allusivi
del sacrificio cruento, ma più in generale, nella loro ritmica, segnali d’una
millenaria iterazione di una fatica, di un dolore, di una speranza.
La Gabbia-installazione è mensa e altare rituale, luogo del consumarsi del
sacrificio, della morte e della rinascita. Sul fondo, un seggio-trono irto di chiodi.
Sui segni della cultura materiale viene instaurata una ritualità di purificazione
esistenziale per l’uomo contemporaneo, chiamato a ritrovare il senso profondo
della comunità. Segno su segno, chiodo su chiodo, tazza su tazza, Franca Ghitti
scandisce una Passio come attraversamento d’una memoria antropologica
volutamente periferica ed essenziale. L’arte della scultrice costruisce per
aggregazioni, per luoghi, mirando ad estrarre la spoglia, aspra e severa
struttura di un racconto d’uso di quelli che sono stati territori fisici e mentali
degli uomini su un cammino di rifondazione spirituale. (f. l.)
Nel mese di maggio l’installazione dell’Ultima Cena verrà esposta presso il Museo Diocesano di Brescia
Opening: giovedì 21 aprile ore 18. Intervengono Sandro Boccardi, Maria Antonietta Crippa, Giovanni Gazzaneo
Basilica di Sant’Ambrogio
Piazza S. Ambrogio - Milano
Orari: tutti i giorni: 11-13.30 e 15.30-19
chiuso domenica 24, lunedì 25, domenica 1 maggio
ingresso libero