Il progetto 'Nord - Le distanze siderali' e' la prima tappa di due mostre che avranno come punto di partenza le analogie tra gli antichi testi norreni giunti fino a noi e le ultime congetture sull'origine dell'Universo. La prima mostra e' dedicata alle distanze che ci separano dal cielo stellato; ed e' composta da una serie di installazioni e due performance.
a cura di Antonio Grulli
Non mi interessa niente di quel che viene dopo l´abisso originario o al di sotto delle distanze siderali.
Il progetto "NORD - Le distanze siderali" è la prima tappa di due mostre che avranno come punto di partenza le analogie tra gli antichi testi norreni giunti fino a noi e le ultime congetture sull´origine dellÚniverso.
Nella mitologia nordica il Ginnungagap è l'orrida voragine che esisteva prima della stessa creazione, quindi prima del concetto stesso di spazio e tempo, dal quale si sono originati i primi giganti che hanno dato vita all'universo stesso in cui viviamo.
I buchi neri sembrano invece contenere il segreto dell´origine dell´Universo nel loro nucleo talmente massivo ma di infinitesima dimensione da rendere impossibile l´esistenza di spazio e tempo come normalmente li percepiamo.
Altra fonte di ispirazione del progetto sono quindi le opere di Isaac Asimov in cui mito, letteratura e ricerca scientifica si completano a vicenda nella dilatazione fantastica di spazio e tempo nell´Universo conosciuto.
Questa mostra in particolare sarà dedicata alle distanze siderali che ci separano dal cielo stellato; sarà composta da una serie di installazioni pensate appositamente per gli spazi della galleria Galica e comprenderanno anche due performance (una di queste sonora) che continueranno per tutta la durata dell'inaugurazione. Come in molte altre opere di Marco Di Giovanni, oltre al metallo, la carta e la gommapiuma, saranno utilizzati dispositivi ottici che permetteranno un'interazione da parte del pubblico. Opere che sembrano uscite dal mondo steampunk e che possono ricordare i lavori di autori visionari e indipendenti dalle mode dell'arte quale ad esempio Panamarenko.
Un tentativo di andare oltre i concetti stessi di storia e di contemporaneo. Una serie di lavori che non seguono l'ossessione per il contesto propria della maggior parte delle opere d'arte create in questi ultimi anni, riallacciandosi con quello che da sempre è l'obiettivo e la natura stessa dell'arte. Essere linguaggio universale capace di superare le differenze e le contingenze spaziali, geografiche e temporali.
Vi è una frase nel libro intitolato "Universo senza fine" di Paul J. Steinhardt e Neil Turok che recita:
"Un modello alternativo richiede necessariamente caratteristiche completamente innovative, ma queste devono essere ben argomentate, scientificamente sensate e matematicamente coerenti. Un nuovo modello che si proponga di comprendere l´intera storia dell´Universo probabilmente non nasce compiutamente sviluppato in tutte le sue parti. Verosimilmente da principio dovrebbe presentarsi come un´intelaiatura, non definitiva, di idee concrete interconnesse con una buona dose di speculazioni ardite".
Marco di Giovanni (1976) vive e lavora a Imola
Mostre (selezione): MARTA Herford Museum, Herford; Russian Academy of Arts, Mosca; KunstMeranoArte, Merano; MAMbo Museo Arte Moderna, Bologna; Galleria Comunale di Castel San Pietro; Palazzo Binelli, Carrara; Pinacoteca Comunale di Imola; Galleria Civica di Modena; Centre Pompidou, Parigi.
Inaugurazione giovedì 28 aprile 2011, ore 18
Galleria Galica
viale Bligny 41, 20136 Milano
Orari: martedì - venerdi dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00, sabato dalle 14.00 alle 19.00
ingresso libero