Karla Black
Gianni Caravaggio
Alice Cattaneo
Thea Djordjadze
Jason Dodge
Francesco Gennari
Ian Kiaer
Helen Mirra
Pauline Bastard
Josef Sudek
Boyd Webb
Manuel Alvarez Bravo
Mattia Bonetti
Luigi Ghirri
Hamish Fulton
Robert Long
Heimo Zobernig
Diane Arbus
Henry Cartier-Bresson
Jeff Koons
Clegg & Guttmann
Fischli & Weiss
Gilbert & George
Robert Frank
Bernard Descamps
Urs Luthi
Thomas Ruff
Andres Serrano
Cindy Sherman
Claire Jacquet
Federico Ferrari
Arte essenziale, un progetto di Federico Ferrari, riunisce 8 artisti - quasi tutti coetanei - che negli ultimi 10 anni hanno tracciato una linea poetica comune, secondo una modalita' radicale e concependo il proprio gesto prevalentemente nella tridimensionalita'. Per celebrare i 150 anni dell'unita' d'Italia, la Collezione Maramotti ha invitato Frac Aquitaine a esporre parte del loro patrimonio fotografico nell'ambito di Fotografia Europea. La mostra "Green White Red. A Perfume of Italy in the Collection of Frac Aquitaine" e' concepita come un articolato percorso all'interno della storia della fotografia europea e americana, dagli anni Trenta ai giorni nostri.
Arte essenziale
un progetto di Federico Ferrari
Karla Black, Gianni Caravaggio, Alice Cattaneo, Thea Djordjadze, Jason Dodge, Francesco Gennari, Ian Kiaer, Helen Mirra
Arte essenziale non è una mostra di gruppo né una mostra a tema. Suo intento è riunire un insieme di artisti - quasi tutti coetanei - che nel panorama dell'arte contemporanea degli ultimi dieci anni hanno tracciato una linea poetica comune, pur non dando vita alla costituzione di un gruppo.
Federico Ferrari (1969) ha enucleato e articolato questa poetica cercando, attraverso la definizione di 'Arte essenziale', di indicare per l'appunto una sensibilità condivisa che, al di là delle differenze di stile, di materiali e di pratiche compositive, lascia percepire l'apparizione di un'inedita e, allo stesso tempo, immemorabile attenzione alla genesi del gesto artistico, secondo una modalità radicale ed essenziale.
Arte essenziale mostra esattamente questa spoliazione del fare artistico che si spinge fino al proprio gesto iniziale, alla nudità stessa dell'apparire dell'opera e del mondo.
Ognuno degli otto artisti chiamati a partecipare a questa mostra lascia apparire, così come Ferrari nel suo testo inaugurale, una modalità differente di questo approccio, sottolineando il diverso sentire di un'arte alla ricerca della sua essenza.
Così le grandi superfici a terra o sospese di Karla Black (1972), gravide di una nuova cosmesi del mondo (le carte impregnate di prodotti di bellezza), fanno da contrappunto alla cosmogonia demiurgica di una materia, quasi implosa su se stessa, delle opere di Gianni Caravaggio (1968).
La geometrica e progettuale incandescenza delle opere artistico-architettoniche di Ian Kiaer (1971) entrano in crisi, in una crisi proficua, a fianco delle opere primarie e immediate di Thea Djordjadze (1971).
Così come le storie di Helen Mirra (1970), vissute e depositate nelle tracce di un cammino senza fine, risuonano con la fragilità, la grazia e l'inquieta instabilità delle sculture di Alice Cattaneo (1976).
E, infine, le materie inorganiche e organiche di Francesco Gennari (1973), in cui la morte si confonde con il nascere di nuova vita, mostrano inedite consonanze con l'intima e poetica opera di Jason Dodge (1969) alla ricerca di un filo che tessa una nuova storia nella quotidianità dell'esistenza.
Il percorso della mostra si delinea come un'esperienza attraverso questa molteplicità di approcci, concreti e poetici, alla vita quotidiana, all'aspetto più essenziale di ciò che ci accade – ad ognuno e a tutti – ogni giorno dell'esistenza.
Non è certo un caso che tutti questi artisti concepiscano il proprio gesto prevalentemente nella tridimensionalità, in una concretezza della materia, in una vita alla mano che oppone una resistenza ad ogni teoria e ad ogni fuga nella virtualità per aprirsi, invece, al senso di una esistenza che è nelle cose, nel tempo, per il tempo e con il tempo.
Arte essenziale è un gesto inaugurale, affidato a una generazione di artisti e intellettuali che – rifiutando tanto la violenza avanguardista del tabula rasa quanto l'estenuante epigonalità di un postmoderno che si riproduce identico in ogni luogo e in ogni momento, secondo le leggi del mercato e del marketing culturale – pone l'esigenza di un nuovo percorso etico e di libertà nel mondo e nell'arte.
La pubblicazione bilingue che accompagna la mostra, edita da Silvana Editoriale, è strutturata in otto capitoli dedicati agli artisti invitati ognuno dei quali ha effettuato una selezione iconografica del proprio lavoro e redatto uno statement specificamente per il progetto. Il libro/catalogo contiene inoltre un contributo teorico di Federico Ferrari.
La Collezione Maramotti prosegue con questa mostra l’attività progettuale esponendo opere realizzate ad hoc dagli artisti invitati che divengono parte della Collezione permanente con l’obiettivo di fondere pratiche di acquisizione e di accrescimento del patrimonio iconografico con quelle della sua fruizione pubblica e inaugura, per la prima volta, un progetto di produzione collettiva che sarà visibile, in seconda tappa, al Frankfurter Kunstverein di Francoforte dal 4 novembre 2011 al 1° gennaio 2012 (www.fkv.de).
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Green White Red
A Perfume of Italy in the Collection of Frac Aquitaine
a cura di Claire Jacquet
Per celebrare il centocinquantenario dell’unità d’Italia, la Collezione Maramotti ha invitato Frac Aquitaine a esporre parte del loro considerevole patrimonio fotografico nell’ambito di Fotografia Europea che si terrà a Reggio Emilia nella primavera del 2011.
Questa mostra costituisce la prima collaborazione tra le due istituzioni nell’ambito della cooperazione culturale tra le regioni gemellate Aquitania ed Emilia-Romagna.
L’esposizione Green White Red. A Perfume of Italy in the Collection of Frac Aquitaine è concepita come un articolato percorso all’interno della storia della fotografia europea e americana, dalla fine delle avanguardie degli anni Trenta ai giorni nostri.
Ispirandosi ai tre colori della bandiera italiana – verde, bianco e rosso – la mostra si sviluppa in tre capitoli di una più ampia storia dell’umanità.
Novanta immagini esposte in tre sezioni in ognuna delle quali il colore è impiegato evocativamente. Il Verde (A part of nature) si confronta col tema della natura e l’ordine del paesaggio; il Bianco (Times of innocence or silence) ci parla di un tempo sospeso in cui tutto può iniziare o ri-cominciare; il Rosso (Between Passion and Conflicts) abbraccia affetti e tragedie intimi e sociali risolvendoli in una dimensione universale.
Un omaggio all’identità italiana, un ritratto allusivo della stessa che diviene storia di contemplazioni, azioni ed emozioni, universalmente condivise.
Nella sezione Green le opere contemplative di Sudek si riallacciano a certa tradizione pittorica in cui la rappresentazione del paesaggio è governata da precise regole compositive a cui succede un “attraversamento del paesaggio” (Fulton, Long) o intervento sul paesaggio medesimo (Pfahl) o in cui la dimensione naturale è sviluppata in parallelo a quella interiore e psichica (Faucon). Altro è lo sguardo di Webb che aggira e si distanzia dall’aspetto documentativo della fotografia per costruire veri e propri scenari nel suo studio di posa, fino a giungere alla visione di Allouche nelle cui opere lo sguardo si focalizza su ciò che scompare trasmettendo un senso di perdita e di lutto o a quella di Bastard nei cui lavori il paesaggio è al contempo “costruzione naturale e culturale”. nei quali coabita una stratificazione di immagini tratte da antichi manuali di geografia e di storia.
Nella sezione White il bianco è colore del silenzio che precede o segue il caos in cui il mondo ci viene riconsegnato in una condizione di inquietante estraneità (Groover) o è esibito in una rigorosa neutralità documentaria (Ruff, Evans). Bianco è anche cartografia soggettiva di tutti gli stati “bianchi” legati all’infanzia (Cartier Bresson, Arbus, Sander) o dolcezza accogliente di un mondo femminile (Callahan, Gibson, Seidner, Michals) fino a incarnare una rêverie surrealista (Álvarez Bravo) o una nostralgia di una Arcadia oggi definitivamente abbandonata (Thormann, Descamps, Bonetti).
Nella sezione Red il rosso evoca sentimenti esacerbati: dalla passione fino alla violenza.
Rosso è attrazione e potere di seduzione (Sherman) fino alla vertigine (Seidner), ma anche pericolo e tossicità (Gilbert & George, Jouve); rosso è conflitto, drammaticamente cruento, documentato (Sander, Álvarez Bravo) o evocato attraverso un percorso della memoria (Boltanski). Rosso è anche la tensione sottesa alla speranza di una possibile riconciliazione tra sentimenti opposti, tra cuore e mente, accentandone le contraddizioni (Cadieux).
La mostra è accompagnata da un catalogo trilingue, edito da Silvana Editoriale, che contiene l’intero regesto delle opere in mostra, un contributo critico di Claire Jacquet e le interviste a tre artisti le cui opere sono presenti in mostra. Il catalogo e la mostra sono stati realizzati con il contributo della Regione Emilia-Romagna e della Regione Aquitania.
Opere di: D. Allouche, P. Bastard, A. Claass, B. Faucon, H. Fulton, P.A. Gette, L. Ghirri, J. Groover, R. Long, J.L. Mylayne, J. Pfahl, J. Sudek, H. Trülzsch, B. Webb, H. Zobernig, M. Álvarez Bravo, D. Arbus, Bauhaus Dessau, M. Bonetti, H. Callahan, H. Cartier-Bresson, L. Clark, Clegg & Guttmann, B. Descamps, W. Evans, P. Fischli & D. Weiss, R. Frank, L. Friedlander, R. Gibson, P. Gioli, Izis, A. Kertész, W. Klein, K. Knorr, D. Michals, T. Ruff, A. Sander, D. Seidner, O. Thormann, D. Turbeville, E. Weston, C. Boltanski, G. Cadieux, Gilbert & George, V. Jouve, J. Koons, U. Lüthi, Made in Éric, A. Serrano, C. Sherman.
Ufficio stampa esterno
Studio Pesci di Federico Palazzoli via San Vitale 27 40125 Bologna tel. +39 051 269267 info@studiopesci.it
Immagine: Karla Black, What To Ask Of Others, 2011, politene, polvere di gesso, filo/polythene, chalk dust, thread, 140 x 300 x 30 cm © Karla Black. Courtesy Collezione Maramotti. Photo: Dario Lasagni
Opening sabato 7 maggio 2011 ore 18.30
Collezione Maramotti
via Fratelli Cervi 66, Reggio Emilia
orari: Giovedì e venerdì 14.30 - 18.30
Sabato e domenica 10.30 - 18.30
Chiusura: dall’1 al 25 agosto 2011
ingresso libero