Scozia Neolitica. La mostra, a cura di Fernando Monta', include opere pittoriche, carte a mano, incisioni e collage.
a cura di Fernando Montà
presentazione dell’archeologo prof. Sandro Caranzano
Lucia Caprioglio incide per sperimentare. Dalla sua ricerca viene in luce, sul foglio, una trasfigurazione del reale in chiave squisitamente emblematica.È un’artista che utilizza la propria gestualità controllata per portare alla ribalta suggestioni sceniche che ben si coniugano al calore del colore.Lucia Caprioglio è portata ad allontanarsi dal “significante” per giungere ad un “altrove” che rinuncia alla completa riconoscibilità del racconto.
Paolo Levi
Percorso Operativo
CARTE a MANO
Ricavate dalla fibra di cotone messa a macerare nell’acqua, frullate con colla, colore e fissante. Sono lavorate con inserimento di carte veline colorate, spaghi, pizzi, reti, elementi vegetali, stampi a pressione di vario tipo. L’impasto viene fatto depositare manualmente su un telaio a setaccio, rovesciato su un telo, pressato e lasciato asciugare all’aria.
INCISIONI
Lastre in zinco con acquetinte a più colori. Lastre in zinco trattate con acido puro. Lastre in plexiglass lavorate con pirografo, scotch, carborundum, carta vetro, segni a punta secca. Acquetinte stampate su carte a mano. La tiratura è stata effettuata dalla stamperia “Tintoretto” di Venezia.
TELE
Collages di carte veline colorate e carta a mano, foglia d’oro e d’argento.
Eugenio Gili Nato a Torino dove vive e lavora. Laureato in Architettura, ha sempre coltivato la passione per il disegno e per l’acquarello.
Analizzando la produzione pittorica di Eugenio Gili la nostra vista; non solo è appagata da quel senso di armonia musicale che emana dalla ricerca compositiva degli equilibri delle forme e dei volumi, ma la nostra mente viene obbligata ad operare ad un livello più elevato. Dal semplice dato fisico e sensitivo ne deriva un altro più profondo che scava dentro di noi e ne fa affiorare i misteri dell’inconscio. Si scopre che tra le pieghe e i ritmi del disegno, tra le campiture dei colori, vive un mondo di valori per così dire più interiore e che consente di ritrovare le vibrazioni più segrete dell’anima. È una pittura che non si muove in un ambito concreto e realistico, non si arresta nei contorni del definito e del visibile, ma si stempera nelle parvenze immateriali della astrazione dove gli accadimenti che solcano le superfici dei quadri sono geografia di mondi senza confini e senza frontiere.
Inoltre l’artista che non si accontenta di emozioni esterne, traduce la casualità del suo gesto pittorico (connotato da una sorprendente espressività), in dissolvenze e tensioni allusive che hanno l’ambiguità di una visione tridimensionale.Ed è tutto un giocare con lo spazio e i suoi ritmi scanditi con libertà compositiva; rapide pennellate dove squilla la sinfonia degli azzurri e vibra l’eccitazione terragna dei marroni, associate alla corposa pastosità dell’ocra e alla rarefazione aerea dei blu.
Dunque, il pittore, che per la sua storia personale e il suo dettaglio professionale è necessariamente vincolato alle linee, alle geometrie, ai perimetri dello spazio fisico, e li compone in volumi architettonici, qui si libera e attraverso l’analisi della forza creatrice del colore, rivela il suo peculiare interesse per l’indagine dei richiami dello scavo interiore.
Torino, 2 novembre 1994
Giovanni Cordero
Inaugurazione venerdì 6 maggio 2011 ore 18.00 – 22.00
MartinArte
corso Siracusa, 24a - Torino
Orario: lun 15.30 - 19.30, mar-giov 10 - 12.30 e 15.30 - 22, mer-ven 10 - 12.30 e 15.30 - 19.30
Ingresso libero