Palazzo del Nuoto
Torino
via Filadelfia, 73
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Silvia Fubini
dal 8/5/2011 al 30/12/2011
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340 9777493
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Segnalato da

Edoardo Di Mauro




 
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8/5/2011

Silvia Fubini

Palazzo del Nuoto, Torino

Momenti Architettonici. L'allestimento documenta, con sguardo artistico, le varie fasi dell'edificazione dell'importante struttura del Palazzo del Nuoto progettato dagli architetti Arata Isozaki e Pier Paolo Maggiora. A cura di Edoardo Di Mauro.


comunicato stampa

a cura di Edoardo Di Mauro

In occasione della visita del Sindaco Sergio Chiamparino al nuovo Palazzo del Nuoto di Torino, progettato dagli architetti Arata Isozaki e Pier Paolo Maggiora, inaugurazione della mostra fotografica di Silvia Fubini “Momenti Architettonici”. L’allestimento documenta, con sguardo artistico, le varie fasi dell’edificazione dell’importante struttura.

Nei testi da me dedicati in anni recenti alla fotografia ho costantemente sottolineato come questa, nell’ultimo trentennio, si è avvalsa a mo’ di viatico della disinibizione formale cifra stilistica del postmoderno per riversarsi massiccia nel suo panorama eclettico privilegiando la funzione piuttosto che l’oggetto e diventando, negli anni ’80 ma ancora di più nel decennio successivo, la dimensione narrativa maggioritaria, in compagnia di quello che è stato il suo primo derivato tecnologico, il video. L’atteggiamento si è manifestato nella duplice accezione di una partecipazione “fredda”, tendente a privilegiare una classificazione impersonale ed asettica dell’esistente e della banalità quotidiana, ed un’altra dimensione “calda”, “psicologica”, in cui gli artisti hanno adoperato il mezzo come estensione del proprio io, per calarsi nel reale con atteggiamento di affettuosa partecipazione. Negli anni ’80 il nuovo uso della fotografia è stato consono al clima di disinibizione formale e rinnovato individualismo dell’epoca, mentre nel decennio successivo abbiamo assistito per molti aspetti ad un proseguo nell’uso di queste modalità formali, per altri ad una ripresa di valori di documentazione del reale neo concettuali spesso insinceri e forzati. In questa prima parte del nuovo millennio la fotografia, ed il video, paiono sempre più indirizzarsi verso percorsi autonomi in cui la narrazione, particolarmente per quest’ultimo, assume un rilievo non più minimale ed asciutto, ma orientato verso un taglio “cinematografico.” Silvia Fubini, di cui conosco e seguo il lavoro fin dalla metà degli anni ’80, ha sempre condotto la sua ricerca verso la dimensione dello scandaglio psicologico quale sia stata la tecnica usata, prevalentemente il colore, ma anche il bianco e nero, come nella serie “Eyes on the city” della fine degli anni Novanta, dove ritratti di uomini, donne e bambini si stagliano rarefatti sullo sfondo di monumenti ed architetture retaggio di memoria. La Fubini ha usato ed usa la fotografia in una accezione ampia, dal reportage professionale alla ricerca pura e, così operando, ha acquisito una padronanza completa del mezzo. L’autrice ha rivolto la sua attenzione sia nella dimensione del paesaggio metropolitano, come le varie serie dedicate a New York, città tentacolare e multietnica dove ha vissuto per vent’anni e che è stata fondamentale per la sua formazione, sia ad angoli riposti del proprio vissuto personale, come in “Moving back”, dove viene documentato in termini di narrato personale il trasloco dagli Stati Uniti a Torino. Cifra stilistica comune ai vari episodi una poetica dove il presente viene introiettato e sottoposto all’altrui visione chiedendo ed ottenendo una condivisione empatica dell’evento.

Dove Silvia riesce a far convergere efficacemente le sue visioni e la sua tecnica è quando si cimenta, come spesso ha fatto negli ultimi anni, nella documentazioni dei cantieri che costellano le nostre città dove, per citare una frase contenuta in un sito a lei dedicato, “il presente lascia intravedere l’ombra del passato e svela i primi elementi di un futuro incerto”. Torino ed il Piemonte hanno in questi anni, più di altri luoghi geografici, profondamente rivoluzionato la propria urbanistica e l’assetto territoriale ed ambientale. Non a caso insieme a Walter Vallini ed all’Associazione Fusion Arts ho curato una rassegna allestita a Lisbona ed Oporto, intitolata “5 + 5”, dove cinque fotografi, tra cui Silvia , hanno interpretato altrettante nuove esemplari architetture della nostra regione. L’evento olimpico è stato volano di grande rinnovamento e l’area del quartiere Santa Rita dove sorgeva lo Stadio Comunale, ora Olimpico, ne è uno degli epicentri. Fin dal 2006 Silvia Fubini ha documentato le fasi salienti dell’edificazione del Palazzo del Nuoto, anch’esso opera degli architetti Arata Isozaki e Pier Paolo Maggiora, dalla messa in posa del cemento all’installazione delle grandi vetrate che ne rappresentano la caratteristica architettonica maggiormente innovativa. L’edificio, ormai prossimo all’apertura, si presenta, insieme al Palaisozaki ed all’Olimpico, assai ben sintonizzato con le architetture preesistenti di un quartiere e di una zona ricche di recente tradizione in un ideale dialogo tra la Torino del Novecento e quella ancora da definire, anche se gli indizi non mancano, del nuovo millennio. Silvia Fubini ha seguito tutta l’evoluzione non facile di questa nuova ed imponente struttura, che sarà visibile nell’allestimento costituito da 30 fotografie montate su pannelli leger sospesi con un sistema di fili invisibili lungo le tribune e i due lati della piscina di gara, frugando negli angoli nascosti, negli ambienti in divenire, tra sacchi di cemento, fili sospesi, vasche prive del loro elemento vitale, giocando abilmente tra i pieni ed i vuoti delle strutture e realizzando immagini che, pur nel rigore documentario, sanno cogliere l’aspetto inconsciamente “artistico” di architetture e materiali, come seppe egregiamente fare alla fine degli anni Ottanta con una ricerca sulle vetrate liberty. L’elemento umano, il lavoro faticoso e sofferto eppure vitale, delle aziende e delle maestranze, è presente in diverse di queste immagini che non indulgono in alcun sociologismo di maniera e sanno diventare, pur nel rispetto di una rappresentazione che deve anche essere oggettiva, evocazione e quindi poesia.
Edoardo Di Mauro

Patrocinio : Comune di Torino Assessorato allo Sport

Info : 340 9777493 www.silviafubini.com

Inaugurazione : lunedì 9 maggio 2011 ore 12.00

Palazzo del Nuoto
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