Inquietudini Riflesse. Nelle opere pittoriche di Ciccia si trovano elementi epici e forme dialettiche, linearita' e contorsioni.
La Mostra è stata promossa dalla Società delle Belle Arti-Circolo degli Artisti “Casa di Dante” di Firenze, con il Patrocinio della Provincia di Firenze. L’Esposizione delle opere , si sviluppa in Palazzo Medici Riccardi, nella “Limonaia e nel Giardino”.
Curatore della Mostra è il critico e storico dell’Arte, prof. Stefano De Rosa. Il Progetto e l’allestimento sono curati dall’Architetto Sandro Sartini.
“Il rigore mentale di Giuseppe Ciccia è di conio latino. Si trovano, nella sua pittura così vibrante e commossa, elementi epici e forme dialettiche, linearità e contorsioni. La sua pittura ghermisce lo spazio e lo modella. Il colore, unito a linee che ne esaltano la forza evocativa, si libra con lirico sviluppo, imprevedibile e solo parzialmente coercibile. In questa mostra, Ciccia suggerisce che il colore e l'arte sono una dimensione in grado di moltiplicarsi all'infinito, poiché parlano all'uomo nella sua interezza. L'artista non si appella solo alle facoltà razionali, né s'indirizza esclusivamente al lavoro onirico.
Il suo gesto creativo è rivolto alla fantasia, non è disabitato da urticanti lacerti romantici, ma non si limita a questo.
Vive, in questo pittore, un retaggio storico nobile, che lo spinge a concepire la sua pittura come un elemento compositivo complesso e unificante, nel quale convergono le urgenze sinestetiche proprie di un talento multiforme.
Pertanto, le sue mostre non sono una galleria di dipinti appesi a delle pareti, ma un viaggio che parte dall'assimilazione critica del luogo nel quale è chiamato ad intervenire.
Per questo le sue inquietudini sono riflesse. Non sono generici sfoghi, non sono atti assertivi di un disagio manifestato ad uso pubblico, magari mediatico; sono il frutto di un lavoro attento sugli spazi che per un periodo lo ospitano e diventano, per effetto di una simbiosi tutt'altro che casuale, parti integranti del suo lavoro.
E' facile prevedere che, a mostra terminata, Ciccia conserverà, nel suo animo, una fresca emozione di questa sua esperienza, e che tale emozione s'incanalerà nel blu, nel rosso, nel vivo dei suoi colori squillanti e battaglieri.
Qualcosa del suo temperamento affinato e tempestoso rimarrà nelle geometrie di Palazzo Medici Riccardi, che per qualche giorno perderà il rituale ritmo di stanche mete turistiche e sarà scosso da linee e colori che rimandano, del '900 da poco concluso, l'anima più generosa e sperimentatrice, in grado d'indicare una speranza e una via di fuga alle nostre inquietudini, che spesso si riflettono nel nulla”.
Stefano De Rosa
“…Le opere andranno a riconnotare lo spazio, componendolo in tre ambiti. Si otterrà in questo modo la possibilità di vedere le opere in diverse modalità: ogni opera esposta potrà essere vista frontalmente, singolarmente o simultaneamente ad altre, in prospettiva da più punti di vista.
…Specchiature e specchi, riflettono gli eventi esterni che filtrano attraverso le vetrate e rinnovano continuamente la percezione dello spazio della galleria.
Specchi, non soltanto superfici trattate per riflettere ma, allo stesso tempo, supporto per interventi pittorici…”.
Sandro Sartini
Brevi cenni biografici
L’attività artistica di Giuseppe Ciccia prende le mosse nel 1963 partecipando ai grandi Movimenti dell’Arte Contemporanea, dalla Pop-Art all’Arte Povera e alle svariate sue performances che coinvolgono il pubblico in quanto diviene oltre che spettatore, parte integrante dell’opera.
Giuseppe Ciccia sperimenta le diverse tecniche tradizionali dal disegno alla pittura, all’incisione, alla scultura, all’immagine filmica.
Nel 1975 fonda il Movimento Artistico denominato “Assurgentismo” con il chiaro intento di riportare l’arte al centro della vita, alla sua condizione naturale, intesa come evoluzione dello spirito.
Partecipa alla X Quadriennale di Roma “La Nuova Generazione”.
Interviene dal 1983 al 1987 alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia con delle Immagini/Azioni (postcards), scelte appositamente per evidenziare un messaggio attraverso un segno pubblicitario estrapolato dall’architettura della Laguna, evento che l’artista ripete nel 1995 per il Centenario della Biennale.
L’incontro con Vinicio Berti ed Emilio Vedova contribuisce ad esercitare il suo impegno in una pittura che rifiuta la forma e l’interpretazione dei dati oggettivi della realtà, per operare attraverso una sintesi formale, ristretta sulla polarità di pochi colori, dal rosso al nero, dal blu al giallo.
Presente in numerose personali e collettive nazionali ed internazionali.
Le sue opere sono collocate in spazi pubblici, Musei civici e Istituti Religiosi.
Giuseppe Ciccia vive ed opera a Firenze.
Inaugurazione venerdì 6 maggio 2011, ore 17
Palazzo Medici Riccardi - Limonaia e Giardino
Via Cavour, 3 - Firenze
Orario mostra – ore 9,00/19,00 - Mercoledì chiuso
ingresso libero