Clifford Possum
John Cummins
Luke Cummins
Trevor Turbo Brown
Craig Charles
Cristiana Collu
Dreamtime. Seconda parte della rassegna dedicata all'arte primitiva, che presenta l'arte aborigena contemporanea nel suo attuale stato d'evoluzione, rifuggendo da qualsiasi stereotipo. La mostra include artisti di riconosciuta fama come Clifford Possum, John e Luke Cummins, Trevor Turbo Brown, Craig Charles e artisti emergenti, che si stanno affermando nel panorama internazionale.
Dreamtime. Il linguaggio dell'arte aborigena è il titolo della seconda parte della
mostra sull'arte aborigena che verrà ospitata al MAN dal 6 maggio al 28 agosto.
Lo sguardo prolungato sull'arte aborigena, iniziato a febbraio con la prima tranche
del progetto che ha portato in Sardegna l'imponente corpus di opere di artisti
australiani contemporanei, è così perfezionato da questa nuova esposizione che, come
la precedente, include artisti di riconosciuta fama e artisti emergenti, che si
stanno affermando nel panorama internazionale. Anche questa nuova selezione di
lavori, rappresentativi di un territorio vastissimo che si estende da Victoria fino
al Queensland, presenta autenticamente tutta l'arte aborigena contemporanea nel suo
attuale stato d'evoluzione, rifuggendo da qualsiasi visione statica degli stereotipi
che spesso vengono attribuiti a queste culture.
Il progetto si avvale delle massime collaborazioni istituzionali da parte italiana e australiana ed ha come “garante di qualità” il Koorie Heritage Trust, unico organismo riconosciuto a livello internazionale per la valorizzazione e lo studio delle culture aborigene.
“Per DREAMTIME, sottolineano i curatori, il KHT ha direttamente selezionato le opere, certificandone così la provenienza. Tutti i saggi destinati al catalogo Marsilio sono stati redatti dagli esperti del KHT e certificati dal punto di vista antropologico, sociale e culturale: una garanzia mai sino ad oggi offerta per nessuna mostra internazionale. Va evidenziato come quella che giungerà in Sardegna sarà la più numerosa collezione di lavori aborigeni che abbia mai lasciato l’Australia, opere che coprono un’area vastissima dallo Stato del Victoria fino al Qeensland, provenienza che consente di mostrare le profonde differenze fra gruppi culturali”.
Non fosse che per questo, DREAMTIME godrebbe del carattere di eccezionalità tra le mostre dedicate alla cultura aborigena al di fuori del continente australe. Ma ciò che certamente più affascinerà il pubblico italiano sarà l’originalità del linguaggio espressivo, i colori ipnotici, gli archetipi che hanno solcato immutati 40 mila anni, dal Tempo del Sogno ad oggi.
La mostra include artisti di riconosciuta fama come Clifford Possum, John e Luke Cummins, Trevor Turbo Brown, Craig Charles e artisti emergenti, che si stanno affermando nel panorama internazionale. Questa selezione presenta autenticamente l’arte aborigena contemporanea nel suo attuale stato d’evoluzione e non restituisce una visione statica degli stereotipi che spesso vengono attribuiti a queste culture.
“È una sorta di infanzia della storia – sottolinea Cristiana Collu – che avvicina il contemporaneo, il tempo presente alle nostre radici, con una forte spinta alla scoperta, alla creazione, alla invenzione, al rispetto, al riconoscimento e infine al senso di appartenenza ai luoghi che hanno plasmato e plasmano la nostra visione del mondo.
La pittura delle prime civiltà è forse l’espressione artistica più affascinante per lo spettatore di oggi. Oltre che sulla figura umana, è infatti in grado di dirci qualcosa sul suo rapporto con l’ambiente che la circonda e che la condiziona: i suoi simili, gli animali, la natura. E lo fa nel linguaggio formale caratteristico di ogni cultura e soprattutto, suggestivamente, con i colori. La seconda tappa nella genesi dell’arte figurativa, riflesso di creazioni mentali, si è verificata quando l’uomo ha iniziato a tradurre la propria realtà interiore in espressione grafica. L’arte è sicuramente nata da una esigenza intellettuale come, tempo prima, l’utensile è apparso per un bisogno vitale (esistenziale), e poiché l’essere umano è sia biologico sia sociale, l’utilizzo dell’immagine ha da allora assicurato la coesione dei due aspetti e in definitiva una certa coesione pubblica e collettiva.
La forza iconografica delle opere in mostra, la simbologia primitiva e arcaica, determinano una serie di analogie con la cultura sarda primigenia, archeologica, tradizionale e identitaria, creando un grande gioco di rimandi e risonanze che dall’apparentemente altro come l’arte proveniente da un continente agli antipodi (che però ha sempre avuto una condizione di insularità non solo geografica) ci riporta alle evidenze e ricchezze del territorio che noi abitiamo”.
La mostra è un progetto del MAN_Museo d’Arte della Provincia di Nuoro, in collaborazione e con il patrocinio della Regione Sardegna, il Ministero degli Affari Esteri Italiano, l’Ambasciata Italiana a Canberra, l’Ambasciata Australiana a Roma, l’Istituto Italiano di Cultura, il Consolato di Melbourne.
Ufficio stampa
Studio ESSECI / Sergio Campagnolo
tel. + 39 049 663499 info@studioesseci.net
Vernissage: venerdì 6 maggio ore 19
Museo d'Arte Provincia di Nuoro - MAN
via Sebastiano Satta, 15 - Nuoro
orari 10 - 13 / 16.30 - 20.30 lunedì chiuso