Con l'installazione 'Wasteland', Simeti intende ricostruire in galleria una 'wilderness' fittizia e artificiale e ricreare se possibile uno stato di 'bewilderment', cioe' uno stato d'animo che spazia dalla confusione o straniamento per arrivare al terrore vero e proprio. Nella sua accezione etimologica originaria questo stato viene provocato dalla immersione nella natura.
Per la sua seconda personale in galleria, Francesco Simeti presenta un’estensione e uno sviluppo delle idee esplorate nella video installazione esposta nel maggio 2010 presso Santo Spirito in Sassia a Roma, del progetto Bensonhurst Gardens che l’artista sta preparando per la metropolitana di NY, nonché delle sue letture e ricerche recenti sull'idea di natura e in particolare natura selvaggia attraverso la storia del vecchio e del nuovo mondo.
Con l'installazione Wasteland Simeti intende ricostruire in galleria una 'wilderness' fittizia e artificiale e ricreare se possibile uno stato di 'bewilderment', cioè uno stato d’animo che spazia dalla confusione o straniamento per arrivare al terrore vero e proprio. Nella sua accezione etimologica originaria questo stato viene provocato dalla immersione nella natura.
Nella seconda sala della galleria invece sarà presentato il video Scene di Disordine e Confusione, espressione che secondo Roderick Frazier Nash nel libro Wilderness and the American Mind veniva usata nel Medioevo nelle lingue romanze per tradurre l'idea di 'wilderness'. In questa animazione l'artista immagina il viaggio dei pellegrini nel Medioevo attraverso il paesaggio europeo con le sue foreste primordiali. Ora l’immaginario di riferimento si colloca tra Medioevo e Rinascimento e la sua riflessione si sviluppa da un lato attraverso lo studio dei Tacuina sanitatis, dall’altro attraverso l’analisi e l’osservazione dei paesaggi della pittura del primo Rinascimento, da Benozzo Gozzoli a Beato Angelico, rappresentazioni al confine tra natura reale e natura ideale.
Il lavoro di Francesco Simeti inizia con una meticolosa raccolta d'infiniti materiali, tracce, immagini e testi tratti dalla stampa, una sorta di memorabilia del passato, che vengono ricomposti in veste artistica nelle sue installazioni, wallpaper, stampe digitali e nella recente produzione video.
Spesso troviamo nei suoi wallpaper e nelle sue installazioni motivi naturalistici che l'artista preleva da diverse fonti come ad esempio il repertorio iconografico dell'ornitologo John James Audibon.
La sua è quindi un'indagine sull'estetizzazione e mercificazione della violenza, il decorativo è congiunto a immagini di forte tragicità, sottolineandone la banalizzazione.
Ciò che emerge dai temi che utilizza Simeti è il gioco dialettico tra verità e rappresentazione che mette in luce il potere ingannevole delle immagini.
Inaugurazione martedì 10 Maggio ore 19
Francesca Minini
via Massimiano, 25 Milano
Orari: da martedì a sabato ore 11 – 19.30
ingresso libero