Nell'ultima indagine pittorica di Gianpaolo Minuti Innocenti il vero protagonista e' lo spazio vuoto, nella ricerca astratta di Stefanini sculture su supporti alabastrini o seducenti pietre arcaiche e urbane, nei dipinti di Valerio Trafeli i toni assumono dominanze "sintetiche".
Gianpaolo Minuti Innocenti, Mauro Stefanini e Valerio Trafeli: sono tre autori di singolare interesse per il territorio: uno scultore e due pittori, amici e artisti di sostenuta carica espressiva, e il cui filo conduttore è l’indipendenza, per stili e contenuti, nella ricerca libera e continuativa consapevole del contemporaneo.
Tremano le coordinate della percezione, s’invertono i ruoli, i colori gestiscono autonomi gli ambienti, ed i soggetti “classici” della pittura, le still-life o il paesaggio, la figura, sono declassati a “pretesto”, quando il vero protagonista è lo spazio vuoto, insondato, roteante, e sottilmente inquietante, nell’ultima indagine pittorica di Gianpaolo Minuti Innocenti.
La solitudine contemporanea di Uomo e Natura nel rapporto irrisolto tra lo spazio umano, costruito e “certo”, e le logiche, riscoperte come ancora dominanti, della natura.
Al ritmo innaturale di cromie trasfiguranti, si manifesta l’equi-potenza di oggetto e spazio, fino alla tendenziale e recentemente sperimentata “liquefazione” degli oggetti, e dominanza progressiva del vuoto, nell’astratto non puro” per l’artista toscano, originario della Alta Val di Cecina , nelle suggestioni collinari e monumentali del Castello di Querceto (PI), ed attualmente con uno studio-atelier nell’antico borgo di Bibbona (LI).
La carica espressiva del salinese Mauro Stefanini si manifesta nella materia con profilo deciso e suggestioni di eternità, in opere insieme moderne e arcaiche, spirituali e profane, figurative-astratte o vibranti verso l’informale.
Frammenti ellenici, ripiegamenti di corpi, e le neo-maschere, le “Pietà”, interpretate e ricontestualizzate alla luce di un espressionismo moderno, fra l’assolutezza della profondità di un dramma interiore incombente e l’alleggerimento creativo della caricatura d’autore.
Fra superfici levigate e ruvidezze di sofferenza e rinuncia alla corporalità perfetta, la forza plastica delle sculture su supporti alabastrini e seducenti pietre arcaiche e urbane, nella ricerca di Stefanini, formatosi a Volterra nell’Istituto d’Arte e nelle sue botteghe artigiane.
Anche nell’opera del volterrano Valerio Trafeli, la memoria del colore sul naturale diviene improvvisamente incerta, i toni assumono dominanze “sintetiche”, la dialettica di luce e ombra, l’attimo di luce impressionista, le diagonali convergenti o divergenti di soggetti e oggetti , rivestono una valenza fra il simbolico e l’ironico, e una sorta di vento immaginario introduce in una fiaba gentile e animata, restituita agli scorci immediati di una privata visione.
Valerio Trafeli nasce a Volterra, nel febbraio del 1952. Diplomato all’Istituto Statale d’Arte della città patria storica dell’arte e dell’artigianato, con indirizzo in ebanisteria, dopo una lunga pausa, riprende, in tempi relativamente recenti, l’attività artistica, sul versante espressivo della pittura. Nel 2009 partecipa al Premio “Città di Riparbella” dove è assegnatario del premio speciale della Giuria.
Elena Capone
Immagine: Valerio Trafeli, natura morta
Inaugurazione: domenica 15 maggio ore 17
Palazzo dei Priori - Sala del Giudice Conciliatore
Volterra (PI)
Orario: tutti i giorni 9.30-12.30 e 15.30-18.30
Ingresso libero