Accademia di Belle Arti di Urbino
Urbino (PU)
via de Maceri, 2
0722 320287 FAX 0722 4868
WEB
Cristina Meloni e Paolo Carta
dal 16/5/2011 al 16/5/2011
15 - 18

Segnalato da

Massimo Vitangeli




 
calendario eventi  :: 




16/5/2011

Cristina Meloni e Paolo Carta

Accademia di Belle Arti di Urbino, Urbino (PU)

Neverland. La percezione sbilenca dell'accessorio corporeo apre la via a percorsi di riflessione inaspettati nella proposta artistica di Cristina Meloni. La curiosita' per l'imperfezione della natura nutre le forme del lavoro di Paolo Carta.


comunicato stampa

Cristina Meloni

La percezione sbilenca dell’accessorio corporeo apre la via a percorsi di riflessione inaspettati nella proposta artistica di Cristina Meloni, la cui ricerca sugli accostamenti formali produce significati mutevoli e costantemente forieri di nuove potenzialità interpretative. La donna, con le sue numerose identità sociali, si nasconde e si lascia cercare fra lo stridere dei contrasti sensoriali, mentre il corpo e i suoi dettagli si configurano come ponte di connessione fra l’esistente percepito e le sue successive declinazioni visive. In Gretel & Gretel residui di abbigliamento fluttuano nell’aria come uno stendardo che non ha nulla di glorioso, ma che esibisce al contrario una simbologia della cura dentro le tristi forme delle calze mediche.

L’immagine opprimente della malattia nascosta svolazza e vuole esibirsi giocando con la leggerezza dell’aria, in una riproduzione formale di opposizioni sensoriali e semantiche che coinvolgono e scardinano precisi canoni sociali: lo sterile e uniforme concetto di bellezza femminile si sfalda fra l’autenticità di una immagine malsana e la stridente presenza sonora di un cantiere dove si costruisce e si lavora. La pesantezza del lavoro macchinoso, ordinario e concreto si avverte come ultimo elemento di contrasto e conclude una parabola di rimandi a momenti di percezione divergenti in cui il titolo e il riferimento non casuale alla favola, stravolta e tutta femminile, completano l’ideale sintesi degli opposti. Infine i dettagli del corpo trovano una personale ricomposizione strutturale in Liveonmars. Qui le superfici nascoste della pelle si mescolano e danno vita ad immagini fantasiose ed estranee che convivono col linguaggio epidermico senza stravolgerlo, per consentire una lettura visiva sdoppiata e allo stesso tempo uniforme di ciascun elemento insolitamente umano.

Paolo Carta

L’umana curiosità per l’imperfezione della natura nutre le forme del lavoro di Paolo Carta, le cui basi concettuali fanno appello all’originaria e universale fame di collezione che stimola l’uomo ad accumulare testimonianze di vita. Nata come risposta all’esigenza di conoscere e possedere reperti di interesse scientifico e naturalistico, Wunderkammer 2010 (Camera delle Meraviglie), acquisisce una precisa connotazione nel Cinquecento, ma riflette un atteggiamento già da tempo presente nella storia delle passioni umane. Paolo Carta ne prende in prestito il concetto per giocare con i prodotti più inquietanti della vita, restituiti in queste immagini colte nel ruolo di oggetti insoliti da contemplare con l’ausilio dello stupore. Insoliti reperti vivi, musealizzati nello spazio della collezione, si presentano ai nostri occhi per sovvertire l’idillio della natura e scuotere lo sguardo abitudinario sulla bellezza dell’autentico. Il gioco curioso dell’attrazione per il morbo e il deforme inoltre restituisce all’uomo il conforto della fallibilità quale elemento condiviso con la natura stessa, da cui deriva una legittima appartenenza alla fittizia perfezione del creato. Una nobilitazione della natura umana che si riflette nell’esibizione degli errori spontanei della vita animale e apre la via a sentieri di pensiero in cui la difformità si riabilita in qualità di necessaria deviazione dell’uniforme. Infine il legame con la realtà più superficialmente riconoscibile è rinsaldato dall’espediente sonoro che attribuisce ad ogni animale il proprio verso, un dettaglio che restituisce il difforme all’ordinario per delineare uno spaccato di natura pronto ad arricchire la nostra miope percezione interiore del diverso. Lo scibile umano si completa nell’ossessione di collezionare ciò che è più nascosto al mondo e pretende di imporsi ai sensi con lo scopo di ampliare e perfezionare il nostro approccio alla semplice e infinita varietà del reale. Laura Rabottini.

Accademia di Belle Arti di Urbino
via de Maceri, 2 - Urbino (PU)
Orario: 15-18
Ingresso libero

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