Andrea Aquilanti, Gianni Moretti, featuring Michelangelo Pistoletto. Il progetto mira far dialogare le opere di artisti emergenti con quelle di artisti affermati. Per ogni mostra concepita come doppia personale, e' prevista l'incursione di un terzo protagonista o di opere significativamente idonee per cercare di individuare incroci inediti e sorprendenti. A cura di Davide Sarchioni.
A cura di Davide Sarchioni
L'associazione culturale Il Frantoio di Capalbio, diretta da Maria Concetta Monaci, è lieta di presentare la mostra Andrea Aquilanti - Gianni Moretti - featuring Michelangelo Pistoletto. “Uno, nessuno …”, a cura di Davide Sarchioni, che si apre sabato 21 maggio negli spazi della Galleria Il Frantoio, secondo appuntamento della stagione culturale 2011 già inaugurata ad Aprile con PhC Capalbio Fotografia. Personal Geography di Marco Delogu. Sulla scia di un percorso iniziato la scorsa stagione e dal tema Crossroads, con riferimento agli incroci, agli incontri inaspettati e apparentemente casuali fra personalità differenti, quali possibilità esclusive di confronto, anche quest'anno i progetti espositivi del Frantoio mirano a far conoscere ad un pubblico sempre più vasto le proposte di giovani e di emergenti in stretto dialogo con le opere di artisti affermati o noti anche a livello internazionale, seguendo una linea critica che intende rintracciare, pur nella diversità fra generazioni di appartenenza, di poetica, di linguaggi e di media espressivi utilizzati, quelle peculiari affinità fra ricerche individuali, che siano il segno di una continuità in senso evolutivo.
Per ogni mostra concepita come doppia personale, come dialogo aperto fra due artisti, è prevista l'incursione di un terzo protagonista o di opere significativamente idonee per cercare di individuare incroci inediti e sorprendenti, in un caleidoscopio di relazioni, possibilità e significati. “Uno, nessuno...” non è un omaggio al pensiero pirandelliano, ma un incipit che riconduce alla contrapposzione fra i binomi presenza / assenza, permanenza / fugacità, parole chiave legate alla problematica dell'autorappresentazione, come autoritratto, e alle possibilità di rappresentazione del reale, anche in relazione ad una sua riproduzione verosimile ed illusoria e al trascorrere del tempo. Ne deriva la complessità di un' interessante e inedita interazione fra le visioni proposte dagli artisti e le opere in mostra, a partire da quelle di Gianni Moretti (1978), da una scelta fra la sua produzione più recente: un' intensa riflessione svolta con grande sensibilità da cui emerge la lucida consapevolezza del tentativo, della tensione inquieta allo sperimentare, dell'avvicinarsi per gradi a qualcosa con volontaria impotenza senza mai raggiungerla pienamente, quale metro di confronto con una realtà troppo spesso disillusa da aspettative fallimentari ed eccessive idealizzazioni. L'artista utilizza la carta, le plastiche, i lucidi, la tecnica dello spolvero, ritagli e frammenti di ogni genere, tutti materiali fragili, delicati, il cui senso di instabilità e di transitorietà anche formale fa intuire inaspettate possibilità di sviluppo ulteriore.
Come per lo spolvero che sarà realizzato da Moretti in una parete della galleria e che fungerà da canovaccio per un lavoro a quattro mani con Andrea Aquilanti (1960), il quale interviene con telecamere a presa diretta per catapultare in tempo reale le immagini transitorie dello spazio e del visitatore all'interno di un quadro virtuale, schermo e specchio che vuole catturare lembi di realtà, proscenio fittizio in cui si incontrano disegno e video, la visione dell'artista e lo spettatore che improvvisamente diventa protagonista dell'opera, nella continua sovrapposizione di immagini e di ruoli intercambiabili, in prospettiva anche di una nuova dimensione partecipativa dell'arte. Da tale complesso sistema di echi e di riflessi, fra immagini inconsistenti, inafferrabili e superfici traslucide si risale poi a ritroso fino all'incursione dei quadri specchianti di Michelangelo Pistoletto (1933), fondamento della sua opera e importanti protagonisti già negli anni Sessanta di riflessioni teoriche intorno al superamento dell'autoritratto, allo spazio virtuale dell'opera e alla rappresentazione simultanea del tempo con l'inclusione dello spettatore e dell'ambiente circostante nel quadro, come “autoritratto del mondo”. In mostra alcuni lavori in acciaio lucidato a specchio con serigrafia e i frammenti di specchi della serie dei “Frattali”. La mostra si avvale del Patrocinio della Provincia di Grosseto e del Comune di Capalbio
Vernissage: Sabato 21 maggio 2011 - ore 18.30
Galleria Il Frantoio
piazza della Provvidenza 11 58011, Capalbio (GR)
Orari: 18.00 – 23.00 e su appuntamento. Chiuso il martedì