GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo
Bergamo
via San Tomaso, 53
035 399528 FAX 035 236962
WEB
Pratchaya Phinthong / Art in the Auditorium
dal 25/5/2011 al 23/7/2011
mar-mer-ven 15-20, giov 15-22, aperto al mattino per scuole e gruppi prenotati, sab-dom 10-20

Segnalato da

CLP Relazioni Pubbliche




 
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25/5/2011

Pratchaya Phinthong / Art in the Auditorium

GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, Bergamo

La mostra Give more than you take (dai piu' di quello che prendi) di Pratchaya Phinthong e' parte del programma espositivo Eldorado, che la GAMeC dedica agli artisti emergenti della scena internazionale. Il progetto dell'artista, che si modifica radicalmente ogni volta che viene allestito, in un fitto dialogo tra le intenzioni dell'artista e il contesto locale che lo ospita, rappresenta una riflessione sui concetti di valore economico, empatia e movimenti globali, nonche' sulle possibilita' per l'arte di trasformare questi temi all'interno di un universo simbolico e in costante movimento. Inaugura inoltre la terza edizione di Art in the Auditorium, un progetto che coinvolge 11 istituzioni, 11 artisti e 9 settimane di proiezioni video. Dal 27 maggio al 24 luglio, ogni tre settimane saranno presentati i lavori dei diversi artisti.


comunicato stampa

Pratchaya Phinthong

A cura di Pierre Bal-Blanc e Alessandro Rabottini

Dal 27 maggio al 24 luglio 2011, la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo presenta la prima personale in un’istituzione italiana dell’artista tailandese Pratchaya Phinthong (1974, vive e lavora a Bangkok).

La mostra Give more than you take (dai più di quello che prendi) è parte del programma espositivo Eldorado, che la GAMeC dedica agli artisti emergenti più interessanti sulla scena internazionale, invitati a concepire un progetto inedito per gli spazi della Galleria.

L’esposizione, realizzata in collaborazione con il CAC - Centre d'art contemporain di Brétigny, si compone di due momenti, il primo dei quali si è già tenuto - tra il dicembre del 2010 e il febbraio del 2011 - nelle sale del Centro d’arte contemporanea alle porte di Parigi. Il progetto, che si modifica radicalmente ogni volta che viene allestito, in un fitto dialogo tra le intenzioni dell’artista e il contesto locale che lo ospita, rappresenta una riflessione sui concetti di valore economico, empatia e movimenti globali, nonché sulle possibilità per l’arte di trasformare questi temi all’interno di un universo simbolico e in costante movimento.

Il punto di partenza è stato l’invito all’artista, da parte del CAC Brétigny, a trascorrere due mesi in residenza nei sobborghi di Parigi. Phinthong ha però deciso di passare questo periodo nella Lapponia svedese, riuscendo a farsi assumere da una ditta di Bangkok specializzata nell'esportazione di manodopera locale per la raccolta stagionale di bacche polari nelle vaste foreste nordiche. Il suo desiderio era di fare esperienza diretta di un fenomeno che in quel momento veniva portato all’attenzione dell’opinione pubblica sia dalla stampa tailandese che da quella svedese, ovvero lo sfruttamento di manodopera stagionale tanto da parte degli intermediari tailandesi quanto delle aziende svedesi. Mescolandosi con i lavoratori, Phinthong ha così rinunciato temporaneamente al suo statuto di artista e si è posto nelle condizioni di lavorare per vivere, evidenziando la crisi di un modello sociale al tempo della globalizzazione.

Al termine di ogni giornata, Phinthong comunicava via SMS la quantità di chili di bacche polari che era riuscito a raccogliere ai curatori, ai quali è stato richiesto, al termine dei due mesi, di accumulare lo stesso peso ma in oggetti trovati nei rispettivi contesti locali e ormai privi di valore d’uso.
L’opera che ne risulta ha come titolo Tod tee sweden mend thung mor-chit (2010) ed è la traduzione fonetica del tailandese, così come è usata nella pratica del karaoke permettendo anche a chi non parla questa lingua di pronunciarne i versi delle canzoni.
Gli stessi curatori, quindi, in costante contatto con l’artista che indicava quali materiali di scarto raccogliere e come organizzarli nello spazio, hanno creato una scultura che cambia ogni volta che viene esposta, reagendo non solo al contesto locale ma alla personalità dei responsabili della mostra.

Nel caso della mostra alla GAMeC di Bergamo, i 660 chilogrammi di bacche raccolte dall’artista sono stati trasposti da Alessandro Rabottini nel corrispettivo di terra scavata per creare le fondamenta dell’edificio che costituirà l’estensione del nuovo Museo dell’Accademia Carrara, attualmente chiuso al pubblico per restauri e lavori di ampliamento.

La seconda opera presente all’interno del percorso espositivo prende la forma di un sito Internet che ha lo stesso nome del titolo della mostra www.givemorethanyoutake.net (2010-11), che raccoglie le immagini e i video registrati dall’artista durante i suoi due mesi trascorsi in Lapponia come lavoratore stagionale. La struttura è stata concepita dalla coppia di progettisti Vier5 in base alla dimensione dei file inviati da Phinthong stesso. Sarà possibile consultare questo materiale sul web solo fino alla conclusione della mostra alla GAMeC di Bergamo. Al termine di questo processo, infatti, il sito scomparirà e il fantasma che ne resterà incorporato nella memoria della rete sarà l'unica testimonianza di questo lavoro.

Il terzo lavoro, Allemansrätten (2010) fa riferimento al “Diritto del Pubblico Accesso” presente nell’ordinamento giudiziario svedese, che garantisce a chiunque la possibilità di camminare in spazi naturali, pubblici e privati, e raccogliere fiori selvatici o frutti di bosco. Questo diritto è accompagnato da responsabilità legate alla protezione della natura e della fauna selvatica insieme alla proprietà privata, e ha avuto originariamente il merito di trascendere la nozione di proprietà per promuovere la libertà di movimento e attività sul territorio. Oggi, però, è anche lo strumento con cui gli imprenditori locali stanno trasformando le risorse naturali all’interno di un processo di industrializzazione. Allemansrätten prende in prestito il titolo dell'articolo di legge e perpetua una pratica di movimento fisico e simbolico. Appropriandosi di una delle torri di avvistamento costruite dai cacciatori nel paesaggio lappone, l'artista ne trasforma la funzione per diventare un punto di osservazione dei raccoglitori di frutta.
Durante una notte, e con l’aiuto di alcuni raccoglitori nomadi, l’artista ha smontato questa torre di guardia e l’ha inviata al CAC Brétigny, chiedendo al curatore di presentarla al pubblico nel modo che preferiva. Lo stesso verrà fatto per l’appuntamento bergamasco.

A completare la mostra a Bergamo una serie di opere che, pur non presenti nell’originaria sede di Brétigny, contestualizzano questo progetto all’interno di un più ampio corpus di lavori.
Tra queste spicca An Average Thai Berry Picker's Income (Il guadagno medio di un raccoglitore di bacche tailandese), 2010. Come dice il titolo stesso, il guadagno corrisponde all’ammontare esatto delle corone svedesi guadagnate da Phinthong in due mesi di lavoro al netto delle tasse. Le banconote e le monete sono state incorniciate e corrispondono a 283 euro.

La mostra è parte di una serie in onore di Arturo Toffetti.

La mostra è realizzata con il supporto di:
gb agency, Paris
Iaspis, Stockholm

Cenni biografici
Pratchaya Phinthong (1974, vive e lavora a Bangkok) ha esposto in spazi e istituzioni internazionali come la Kunsthalle di Basilea, il Musée d'Art Contemporain di Lione, University Gallery di Bangkok, l’Artists Space di New York e RedCat di Los Angeles. Ha inoltre preso parte alle Biennali di Singapore, Taipei e Busan.

Una collaborazione tra:
CAC - Centre d'art contemporain, Brétigny (Francia) e GAMeC, Bergamo

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Art in the Auditorium

11 istituzioni, 11 artisti e 9 settimane di proiezioni video
Un progetto Whitechapel Gallery di Londra

La GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo è lieta di presentare la terza edizione di Art in the Auditorium, un progetto nato da un'iniziativa della Whitechapel Gallery di Londra, e che vede la collaborazione di importanti istituzioni internazionali.
Ciascuna istituzione è stata invitata a segnalare un artista – o un gruppo di artisti - del proprio Paese e a presentarne il lavoro, attraverso una selezione di opere che vedono nell'uso dell'immagine in movimento il mezzo privilegiato.
Questa la lista delle istituzioni coinvolte e degli artisti selezionati da ciascuna di esse:

Niles Atallah, Joaquín Cociña e Cristóbal León (Fundación PROA, Buenos Aires - Argentina)
Huang Xiaopeng (Para/Site Art Space, Sheung Wan - Hong Kong)
Giorgio Andreotta Calò (GAMeC, Bergamo - Italia)
Jalal Toufic (Beirut Art Center, Beirut - Libano)
Marthe Thorshaug (Henie Onstad Art Centre, Oslo - Norvegia)
Rachel Rakena (City Gallery Wellington, Wellington – Nuova Zelanda)
Stephen Sutcliffe (Whitechapel Gallery, Londra – Regno Unito)
Kelly Nipper (Ballroom Marfa, Marfa - Texas)
Elodie Pong (Kunsthaus Zürich, Zurigo - Svizzera)
Ergin Cavusoglu (The Institute for the Readjustment of Clocks, Istanbul - Turchia)
Dinh Q. Lê (San Art, Ho Chi Minh City - Vietnam)

Dal 27 maggio al 24 luglio, ogni tre settimane saranno presentati i lavori dei diversi artisti.
Calendario Proiezioni
Dal 27/05 al 12/06 
Kelly Nipper – Ballroom Marfa, Texas
Elodie Pong – Kunsthaus Zürich, Svizzera
Jalal Toufic – Beirut Art Centre, Libano
Rachel Rakena – City Gallery Wellington, Nuova Zelanda
Dal 14/06 al 3/07
Dinh Q. Lê – San Art, Vietnam
Niles Atallah, Joaquín Cociña e Cristóbal León- Fundación Proa, Argentina
Huang Xiaopeng – Para/Site Art Space, Hong Kong

Dal 5/07 al 24/07
Stephen Sutcliffe - Whitechapel Gallery, Regno Unito
Ergin Cavusoglu - The Institute for the Readjustment of Clocks, Turchia
Giorgio Andreotta Calò – GAMeC, Italia
Marthe Thorshaug - Henie Onstad Art Centre, Norvegia

Ufficio Stampa mostra
CLP Relazioni Pubbliche
tel. +39 02 433403 / +39 02 36571438
press@clponline.it
Immagini e comunicato su www.clponline.it

Manuela Blasi
Tel. +39 035 270272
Fax + 39 035 236962
manuela.blasi@gamec.it

Image: Pratchaya Phinthong, What I learned I no longer know; the little I still know, I guessed, 2009, Pila di banconote di Dollari zimbabwiani (ZWD) 100 x 100 cm, Courtesy l'artista e gb agency, Paris

Inaugurazione: 26 maggio, ore 18:30

GAMeC
via San Tomaso, 53 - Bergamo
Orario: mar – mer – ven: ore 15.00 – 20.00
giovedì: ore 15.00 – 22.00
aperto al mattino per scuole e gruppi prenotati
sab – dom: ore 10.00 – 20.00
lunedì chiuso
Ingresso: intero 4 euro, ridotto 2.50 euro
SCUOLE GRATUITE su prenotazione
Il biglietto consente di visitare tutte le mostre in corso

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