Galleria d'Arte Contemporanea Francesco Pantaleone (vecchia sede)
Palermo
piazzetta Garraffello, 25
091 332482 FAX 091 6112651
WEB
Deborah Ligorio
dal 26/5/2011 al 28/6/2011
gio 16-20 o su appuntamento

Segnalato da

Galleria d'Arte Contemporanea Francesco Pantaleone




 
calendario eventi  :: 




26/5/2011

Deborah Ligorio

Galleria d'Arte Contemporanea Francesco Pantaleone (vecchia sede), Palermo

Public and Private Partnership e' l'esito della residenza siciliana dell'artista che racconta "attraverso l'eleganza delle immagini" la condizione del paesaggio che ci circonda. In mostra un video in cui Ligorio si interroga sul rapporto tra spazio pubblico e privato, alcuni collage, foto vintage degli interni del grande magazzino 'Standa'...


comunicato stampa

PALERMO. “Public and Private Partnership”: sta già nella scelta del nome la sintesi della ricerca di Deborah Ligorio, esito della residenza siciliana dell’artista, sostenuta dalla Galleria d’arte contemporanea di Francesco Pantaleone.
La Ligorio con un’attenzione sottile, mai urlata, racconta attraverso l’eleganza delle immagini la condizione del paesaggio che ci circonda.
Suggerisce al contempo e non secondariamente una molteplicità di spunti declinati secondo un registro coerente ma complesso.

Da un lato c’è il video che si interroga sul rapporto quasi mai pienamente risolto tra spazio pubblico e privato, tra dentro/fuori. Laddove dentro è intimo, familiare, degno di cura, da tutelare. E dove fuori è invece quasi una terra di nessuno.

Dall’altro ci sono i collage accattivanti, cinematografici, che però nascondono l’inganno di un progresso che significa benessere e di contro significa spreco sfruttamento degrado.

In mezzo ci sono l’essere umano e il sogno generato da quello stesso progresso che seduce, che insidia la natura, la rende fragile.
Tra le righe, come un intruso, ci sono tracce della storia di questa Città racchiuse in alcune foto vintage degli interni di quello che fu il grande magazzino “Standa”, glorioso simbolo di modernità, con le modelle “signorine grandi firme” in posa sulla scala mobile, ingenue e speranzose verso chissà quale futuro.

Deborah Ligorio in un’azione performativa che la vede protagonista, si “fa carico” di questa doppia lettura. Scioglie l’altalena di rimandi e di citazioni.
Due luoghi a ridosso del mare palermitano la spiaggia di fronte l’Isola delle Femmine e il litorale di Aspra divengono scenario, o se vogliamo, oggetto di ricerca “sul campo” nel senso antropologico del termine.
Resti scarti rifiuti, siano essi prodotti dall’uomo o dalla deriva, vengono lentamente raccolti, selezionati dall’artista e deposti in cumuli.

Nonostante la sua esile figura femminile, l’artista trasporta grossi tronchi, porte, plastiche. Separa e unisce. Sceglie di agire. Sceglie di non restare spettatrice. Mentre attorno a lei la vita scorre, involontaria; senza quasi accorgersi di quanto accade.
Il suo gesto intenso diventa il contraltare a quelle figurine ingessate nei loro abiti bon ton. In qualche modo riscatta quell’idea di donna così lontana e rarefatta.

Rompe l’immobilismo attraverso l’azione. Che in Deborah Ligorio è pensiero, regia, parola, anima.
La residenza siciliana è l’ennesima tappa di un viaggio nella vita, in uno spazio aperto che per lei sembra non avere confini reali.
Dappertutto è a casa. Lei che nasce al Sud, sa che ovunque porterà il segno di quella luce forte e mediterranea capace di replicare anche a latitudine opposta il senso della scoperta.
Sperimentatrice, sottile nella narrazione, Deborah Ligorio suggerisce nel suo racconto la necessità di fermarsi ad ascoltare e osservare.
Ascoltare e osservare l’altro, ciò che accade, ciò che è stato ed è. Ma forse prima di tutto suggerisce la necessità di ascoltare sé stessi.

Al lavoro fa da coro il testo di Laura Barreca che, con Francesco Pantaleone, ha ideato la serie di residenza alla FPAC.
La curatrice ci dice: "La relazione che Debora Ligorio racconta con la sua azione, a sua volta proiettata su una struttura effimera, fatta degli stessi materiali che ha scelto e collezionato sulla spiaggia, esprime la dimensione del pubblico e del privato, quella sottile linea di separazione che esiste tra un luogo che appartiene alla collettività e al modo in cui esso può rendersi accessibile al singolo individuo. La riflessione, maturata durante la sua residenza siciliana, si inserisce nella ricerca che l’artista da anni compie sull’osservazione sociologica dei fenomeni che determinano le trasformazioni sul paesaggio".

“Public Private Partnership” sarà ospitata alla FPAC da venerdì 27 maggio sino al 29 giugno.

(Agata Polizzi)

Galleria d'Arte Contemporanea Francesco Pantaleone
piazzetta Garraffello, 25 - Palermo
orari: Giovedi dalle h 16.00 alle h 20.00
gli altri giorni su appuntamento

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