Luigi Caccia Dominioni. Case e cose da abitare. La mostra, curata da Fulvio Irace e Paola Marini, si colloca all'interno di una consolidata attenzione nei confronti dell'architettura contemporanea da parte del Museo e si propone di presentare una panoramica antologica sull'opera dell'architetto, e' quindi suddivisa in tre sezioni che affrontano i progetti di architettura e di interni da un lato, e gli oggetti di design dall'altro.
L'esposizione avrà luogo in sala Boggian e sarà inaugurata il prossimo 7 dicembre sino al 9 marzo.
La mostra, curata da Fulvio Irace e Paola Marini, si colloca all'interno di una
consolidata attenzione nei confronti dell'architettura contemporanea da parte
del Museo di Castelvecchio (come testimonia anche la mostra dedicata, nel 2000,
a Carlo Scarpa) e si propone di presentare una panoramica antologica sull'opera
di Luigi Caccia Dominioni - che a Verona ha realizzato importanti lavori -,
prendendo in esame i due aspetti salienti della sua attività : quello di
architetto e quello di designer. Il catalogo della mostra sarà edito da
Marsilio Editori.
Classe 1913, Luigi Caccia Dominioni è uno dei più brillanti e maturi architetti
della seconda generazione. Protagonista appartato della scena architettonica sin
dagli anni della ricostruzione, Caccia Dominioni si è qualificato come uno dei
più sensibili interpreti dell'arte del costruire come artigianato "virtuoso",
elaborando nel tempo una sorta di "stil novo" capace di riecheggiare sonorità e
timbri di un'idealizzata lingua lombarda.
La mostra, che si propone dunque come un omaggio critico alle declinazioni di
quello "stile", è suddivisa in tre sezioni, che affrontano i progetti di
architettura e di interni da un lato, e gli oggetti di design dall'altro.
La sezione dedicata alla figura di Luigi Caccia Dominioni architetto è
prevalentemente centrata sul tema dell'abitare e analizza l'argomento sotto
profili diversi, spaziando dai nuovi interventi di edilizia residenziale, al
restauro urbano, alle ristrutturazioni di interni. È inoltre presente, sempre
all'interno di questa sezione, una significativa selezione dei numerosi progetti
realizzati dall'architetto nella sua lunga carriera. L'indagine retrospettiva si
propone di porre in una serie di casi-studio diversi apparati tematici, come la
casa dell'architetto in piazza Sant'Ambrogio (1947-49), l'edificio per
abitazioni in via degli Alerami (1963-66), gli edifici residenziali di via Nievo
(1955-56), di via Vigoni (1955-59), di via Santa Maria alla Porta (1958-60), di
via Massena (1958-63), di piazza Carbonari (1960-61), ma anche l'edificio in
corso Monforte (1963-64), il collegamento tra la chiesa di San Fedele e la Chase
Manhattan Bank, sempre a Milano (1968-70); le ristrutturazioni di interni a
Lomazzo (Como, 1954-57), dell'edificio per abitazioni in via Gesù a Milano
(1960-62), accanto alla Biblioteca Vanoni a Morbegno (Sondrio, 1965-66) e alla
sistemazione della Pinacoteca Ambrosiana a Milano (1959-68); le sedi per uffici
di corso Europa (1953-66), la Loro Parisini in via Savona (1951-57), gli uffici
Cartiere Binda (1963-70) e la sede per la Società Cattolica di Assicurazione a
Verona (1968-71 e 2000-2001).
In particolare, la mostra mette in evidenza come a partire dal secondo
dopoguerra il lavoro di Caccia Dominioni abbia fornito un fortunato modello
abitativo negli anni del miracolo economico.
Caratteristica dell'architetto, infatti, è la compresenza, visibile in nuce giÃ
negli anni della ricostruzione, di due temi formali forti: da un lato la
facciata asimmetrica rivestita in piastrelle lavabili di via Ippolito Nievo e
piazza Carbonari, luoghi di una riflessione rigorosa e fondativa sul tema
dell'abitazione "moderna"; dall'altro la rivisitazione sobria e colta del
Neoclassicismo lombardo presente, ad esempio, negli edifici di corso Monforte e
di piazza Meda, rivestiti in intonaco e cadenzati ritmicamente dalle aperture
simmetriche, veri e propri manifesti di un amore per la tradizione costruttiva
ed espressiva locale che segna profondamente tutta la produzione
dell'architetto. Modelli abitativi inediti per una borghesia da poco
affacciatasi alle soglie di un rinnovato benessere che, pur scegliendo la
dimensione del condominio, non rinuncia al senso della privacy e
all'individualità dei tagli abitativi, convivono così con edifici di austera
sobrietà , nati dallo studio dell'ambiente e dalla frequentazione ininterrotta
del genius loci.
In omaggio al gusto "artigianale" per la materia proprio di Caccia Dominioni, in
mostra verranno esposte alcune campionature di materiali e di particolari
architettonici (inferriate, parapetti, bugnati.) che esprimono sinteticamente la
cura del dettaglio e il lessico costruttivo così caratteristici dell'opera
dell'artista.
Tema assai caro a Caccia Dominioni è lo studio planimetrico degli edifici, tanto
che egli ama autodefinirsi "un piantista". Per questa ragione un settore della
mostra verrà dedicato all'esposizione delle piante. "La pianta - egli dice - è
il leit-motiv che regge tutta la composizione. Io mi sforzo sempre di conferire
una certa qualità alla casa, anche se piccola. Quello che cerco di fare è di
studiare percorsi minimi solo per i collegamenti strettamente funzionali e di
dare invece lo sviluppo massimo ai percorsi cosiddetti di rappresentanza. Si
ottiene perciò un tipo di razionalità aderente a una particolare concezione
dell'abitare; il sistema può apparire irrazionale se considerato con criteri
puramente pratici, ma a mio avviso è un elemento per rendere più umana la casa".
Nella sezione dedicata all'attività di Caccia Dominioni designer, i progetti
esposti intendono presentare una selezione degli elementi di arredo studiati per
le varie residenze e in seguito entrati in produzione grazie al sodalizio
instauratosi tra l'architetto e alcune aziende come Azucena, Lualdi, Alessi.
Spesso si tratta di oggetti divenuti in seguito di gusto comune (apparecchi
radio, maniglie, lampade da tavolo, posate), pensati secondo una logica
artigianale anche se oggetto di produzione industriale.
Le ricerche, in particolare nell'archivio dell'architetto, hanno consentito lo
studio di documenti inediti, disegni, schizzi, prototipi, bozzetti per elementi
decorativi, quali ad esempio i pavimenti. Di questi ultimi saranno esposti in
mostra alcuni di quelli progettati con lo scultore Francesco Somaini, frutto di
una stretta collaborazione attiva sin dagli anni Cinquanta.
Nell'allestimento della mostra, curato da Mario Bellavite e Filippo Bricolo, su
un'idea dello stesso Luigi Caccia Dominioni, le pareti accoglieranno una
documentazione sulle architetture; appositi e originali espositori ospiteranno
invece gli studi planimetrici dell'architetto.
Una sala sarà dedicata al progetto della Pinacoteca Ambrosiana, emblema del
legame tra la museografia di Caccia Dominioni e quella italiana del dopoguerra,
che si potrà contestualmente rileggere attraversando il Museo di Castelvecchio
dopo aver visitato la mostra.
Verona, Museo di Castelvecchio, Sala Boggian
Orario: tutti i giorni, 8.30-19.30, tranne il lunedì 13.30-19.30.
Biglietto intero Euro 3,00; Biglietto ridotto Euro 2,00 (gruppi, studenti, anziani); Visite guidate alla Mostra gratuite (ingresso a pagamento). Sabato ore 10,30
Catalogo Marsilio Editori
Vernice, sabato 7 dicembre dalle ore 11 alle 16
Informazioni: Museo di Castelvecchio tel. 045 592985 594734 fax 045 8010729
promotori : Comune Di Verona, Assessorato Alla Cultura, Museo di Castelvecchio
con il sostegno di
Regione del Veneto; Banco Popolare di Verona e Novara; Società Cattolica di Assicurazione
Cura della Mostra Fulvio Irace, Paola Marini; Direzione della Mostra Paola Marini, Alba Di Lieto
Coordinamento scientifico e organizzativo Alba Di Lieto
Ufficio stampa e Promozione
Studio Esseci Sergio Campagnolo
Segreteria organizzativa della Mostra
Rossella Pasqua di Bisceglie, Simonetta Pezzo