Cerapersa. ''E' questo contrasto tra metallo e spazialita' aerea, spesso abitata da filamenti e 'ricami metallici', a creare quella 'titubanza percettiva' che, a mio avviso, costituisce uno dei maggiori fattori enigmatici nell'opera di Colombara'' (Gillo Dorfles).
Gillo Dorfles sull’opera di Colombara:
“È questo contrasto tra metallo e spazialità aerea, spesso abitata da filamenti e
“ricami metallici”, a creare quella “titubanza percettiva” che, a mio avviso,
costituisce uno dei maggiori fattori enigmatici nell’opera di Colombara; tanto nelle
grandi opere come “Plunbatarum” (91), “L’angelo”, “Mulino”, tanto in quelle più
minute come le “Urne”. E, naturalmente, la sensibilità “tattile” oltre che visiva e
dinamica è quella che gli permette di coniugare la delicatezza del vetro con la rigidità
del bronzo o del ferro e di far sì che le corde in ottone e la sottile sagoma vitrea di
“Senza suono” (03) finiscano per emettere un suono inaudibile, proprio per quello
che ci si presenta come un vero istrumento d’una musica astrale.”
Piergiorgio Colombara
nasce a Genova. Frequenta la facoltà di Architettura al
Politecnico di Milano e a Genova, dove si laurea nel 1974, con una tesi sullo spazio
teatrale. Nel 1978 viene segnalato al XVIII Premio Internacional de Dibuix Joan Mirò
tenuto nella fondazione Joan Mirò a Barcellona. Dalla fine degli anni settanta
all’inizio del decennio successivo lavora ai cicli “Spartiture” e “Cosmagonie”, esposte
al Mercato del sale a Milano ed a Palazzo Cattaneo a Genova; grandi tele dove già
si delineano i temi che accompagneranno fino ad oggi la sua ricerca, e cioè: lo
spazio, il tempo, la memoria ed il silenzio, visibili questi temi nella produzione degli
anni ’83-’84 come nelle installazioni: “Ma perchè giunge a rapidi passi un
messaggero?”, “Il carro di fuoco” ed il “Canto della clessidra” esposte in occasione
delle mostre nelle gallerie Avida Dollars di Milano ed Unimedia di Genova.
Dall’84 si dedica prevalentemente alla scultura, dando vita a numerosi cicli come
“Sculture senza suono”, “Urne”, “Anelli”, “Tremule”, “Orliquie”, “Bugie”, “Fumerio” e
“Segrete”, opere queste che nei seguenti anni saranno presentate in moltissime
mostre e manifestazioni nazionale ed internazionali: al Grand Palais di Parigi, al
Museo Italo-Americano di San Francisco, al Kunstverein di Amburgo, al Palazzo
Lanfranchi di Pisa, alla Skulptur Heute di Hochenfelden, alla Gallerie Marie-Louise
Wirth di Zurigo, alla X Biennale d’arte sacra di S. Gabriele, al Museo Villa Croce di
Genova, al Palazzo delle esposizioni di Roma, al Palazzo Magnani di Reggio Emilia,
all’Istituto di Cultura di Vienna e di Zurigo. Opere di notevoli dimensioni come
“Plumbatarum”, “Clessidra”, “Mulino”, presentato nella mostra al museo di Cà Pesaro
a Venezia nel 1994; XXXIV Prix International D’Art Contemporain di Montecarlo;
“Eo” esposta insieme a “Cantoria” nel 1993 alla XLV Biennale di Venezia; “Il canto di
arparca” con la quale ha vinto nel 1999 il concorso, ad invito, per il monumento alla
pace ed ai caduti di Camponogara (Venezia).
Nel più recente ciclo “Exbronzo” esposto nel 2005 e 2006 a Stupinigi di Torino e al
Museo Archeologico di Brindisi e al Museo della Permanente a Milano, nel 2009 alla
LIII Biennale di Venezia, alla Valle dei Templi di Agrigento e nel 2011 al Palazzo
della Borsa di Genova.
Sulla sua opera hanno scritto tra gli altri: Gillo Dorfles, Sandro Parmiggiani, Maurizio
Calvesi, Francesco Poli, Paolo Balmas, Luciano Caramel, Alberto Fiz, Giacinto di
Pietrantonio, Karl A. Irsigler, Enzo di Martino, Claudio Ceritelli, Umberto Galimberti,
Massimo Donà e Giorgio di Genova.
Per l’occasione della mostra è stato stampato il
volume “Cerapersa” di Mario Canepa, Edizioni Pesce di Ovada,
disponibile in galleria.
Inaugurazione sabato 11 giugno ore 18
Studio Gennai
via San Bernardo, 6 - Pisa
orario:dal martedì al sabato dalle ore 17 fino alle 19
Ingresso libero