Museo di Castelvecchio
Verona
corso Castelvecchio, 2
045 8062611 FAX 045 8010729
WEB
Carlo Scarpa
dal 9/9/2000 al 7/1/2001
WEB
Segnalato da

Studio Esseci - Sergio Campagnolo



approfondimenti

Carlo Scarpa



 
calendario eventi  :: 




9/9/2000

Carlo Scarpa

Museo di Castelvecchio, Verona

Due grandi sedi espositive - il Museo di Castelvecchio a Verona e palazzo Barbaran da Porto a Vicenza - presentano una approfondita indagine sull'opera del più grande architetto veneto del Novecento. La mostra si articola in due temi chiave della poetica scarpiana: a Verona, un percorso attraverso la storia dell'arte esporrà dieci allestimenti temporanei e altrettanti musei; a Vicenza, sarà illustrata l'attività degli ultimi dieci anni, caratterizzata da un'intensa ricerca spaziale e da un meditato rapporto fra architettura e paesaggio.


comunicato stampa

Verona e Vicenza unite in un grande omaggio a Carlo Scarpa

"Mostre e musei 1944-1976": Verona, Museo di Castelvecchio
"Case e paesaggi 1972-1978": Vicenza, Palazzo Barbaran da Porto

La mostra, curata da Guido Beltramini, Kurt W.Forster e Paola Marini è dedicata a due aspetti dell'opera del celebre architetto. Il tema infatti è unico, benchè diviso e presentato in due sedi diverse: il Museo di Castelvecchio accoglie la sezione "Mostre e musei, 1944-1976" , il Centro internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza accoglierà, nella sua sede di Palazzo Barbaran da Porto, la sezione "Case e paesaggi, 1972-1978".
A Verona vengono proposti dieci allestimenti di mostre e altrettanti progetti di musei, realizzati e non, raccolti intorno alla ricostruzione della Biennale 1968 ; essi precedono l'esposizione di una significativa scelta dei disegni per il restauro e l'allestimento di Castelvecchio, eccezionalmente esibiti nelle sale del museo, a diretto riscontro dell'architettura e delle strutture espositive. A Vicenza sono presentati diciannove progetti chiave dell'ultimo decennio di vita di Scarpa, quando l'architetto ormai sessantenne vive una nuova giovinezza creativa, caratterizzata da un'intensa ricerca spaziale e da un meditato rapporto fra architettura e paesaggio. Si tratta di progetti ideati da Scarpa nella propria casa-studio di Vicenza, dove si era trasferito in quegli anni, o realizzati per committenti pubblici e privati vicentini, molti dei quali inediti e presentati per la prima volta.

L'unità della mostra, fisicamente separata fra Vicenza e Verona, è restituita su Internet (nel sito: http://www.cisapalladio.org) ed in ognuna delle due sedi, dove al termine del percorso espositivo una stazione multimediale consente una visita virtuale interattiva all'altra sezione, il tutto a cura di Altermedia di Venezia. L'iniziativa è promossa dalla Regione Veneto, dal Comune di Verona - Assessorato alla Cultura, dal Museo di Castelvecchio, dal Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, Provincia, Comune e Camera di Commercio di Vicenza in collaborazione con Centre Canadien d'Artchitecture e l'Ordine degli Architetti di Vicenza. Lo sponsor ufficiale è la Banca Popolare di Verona - Banco S. Geminiano e S. Prospero. La mostra nasce in stretta collaborazione con l'Archivio Carlo Scarpa di Trevignano, sulla base di un progetto pluriennale di ricerca che ha portato alla precatalogazione completa di circa 3000 fogli conservati nell'archivio, e alla catalogazione scientifica e scansione elettronica ad alta risoluzione di circa un quarto di essi, come contributo ad un catalogo generale dell'opera grafica di Carlo Scarpa. L'allestimento al Museo di Castelvecchio è curato dagli architetti Guido Pietropoli e Giuseppe Tommasi; a palazzo Barbaran da Porto da Umberto Riva.

Scarpa ritornava spesso su temi topografici che si rivelano fondamentali sia per le sue opere a cielo aperto, sia per gli allestimenti di opere d'arte in ambienti interni: musei e mostre. Perfino entro spazi limitati egli disponeva gli elementi compositivi in sintonia con certi concetti ambientali, che non derivano nè dalla prassi vernacolare nè dalla teoria dell'architettura moderna. Anche i rapporti funzionali erano trattati da Scarpa secondo i propri concetti astratti, vale a dire, concetti più affini a un senso carismatico del mondo terrestre (ben conosciuto dai riti orientali per la scelta dei luoghi dove edificare e dai costumi cinesi e giapponesi) che ai dispositivi razionali della prassi europea. Non si tratta di un vago e vuoto formalismo, ma piuttosto di una precisa volontà compositiva di Scarpa. La sua maturazione come architetto fu lunga e ponderata, ma con i grandi cantieri di Castelvecchio e della Tomba Brion, oltre alle poche case private e agli allestimenti di numerose mostre, Scarpa scoprì la propria originale matrice compositiva. Con crescente insistenza e, a volte, esasperante lentezza, egli ha inventato la propria mappa del mondo: una mappa di ampiezza tale da inglobare le sue idee di territorio e le sue ossessioni private.
Nel campo della museologia, Scarpa ha introdotto l'idea di un percorso narrativo, sperimentato per la prima volta nella famosa mostra "Da Altichiero a Pisanello", tenuta a Castelvecchio nel 1958. Questo percorso veniva ulteriormente sviluppato e approfondito man mano che i restauri e gli scavi andavano avanti. Per ogni oggetto da esporre l'architetto cercava di trovare un luogo preciso, il montaggio appropriato per poterlo estraniare dal consueto, e come tale accecante, contesto. I rapporti con altri oggetti, o il distacco calibrato da essi, portava a una strategia espositiva capace di inserire gli oggetti in un discorso. La sintassi di questo discorso è spaziale e quindi ricca di flessi e di svolte, mentre i suoi sillogismi sono estetici e storici. I numerosi allestimenti di mostre a Milano, Venezia, Firenze, Messina e all'estero propongono complessivamente un concetto di percorso visivo che accentua la frammentarietà degli oggetti all'interno di un contesto radicalmente contemporaneo. Pochi architetti sono riusciti a costituire un tale discorso "oggettivo" sulla base di percezioni non-verbali dell'arte.

Chi studia e interpreta oggi Scarpa, tanti anni dopo le polemiche che lo hanno circondato - auto-costituito com'era al di fuori delle convenzioni professionali e accademiche - si rende ben conto che non si tratta semplicemente di una figura insolita o di uno sperduto artigiano in cerca di qualità perdute. Uomo di grande cultura letteraria, appassionato di poesia moderna, Scarpa si inventa una nuova architettura sotto mentite spoglie di artigiano veneziano. La radicale artificiosità di molti progetti non nasconde il dilemma dell'architettura italiana del dopoguerra, e ancora meno tradisce la responsabilità dell'insegnante che deve sempre risvegliare i conflitti latenti in nome della sua arte.


"Carlo Scarpa mostre e musei 1944-1976 - case e paesaggi 1972-1978". Verona, Museo di Castelvecchio (corso Castelvecchio 2) e Vicenza, Palazzo Barbaran da Porto (contra' Porti 11). Mostra promossa da: Regione del Veneto, Comune di Verona - Assessorato alla Cultura, Museo di Castelvecchio, Provincia, Comune e Camera di Commercio di Vicenza, Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, in collaborazione con Archivio Carlo Scarpa di Trevignano, Centre Canadien d'Artchitecture di Montréal e Ordine degli Architetti di Vicenza. Sponsor ufficiale: Banca Popolare di Verona - Banco S. Geminiano e S. Prospero. A cura di Kurt W. Forster, Guido Beltramini, Paola Marini.

Orario: Museo di Castelvecchio da martedì a domenica 9,00-19,00 (chiusura biglietteria ore 18,00); Palazzo Barbaran da Porto da martedì a domenica 10,00-19,00; ingresso: cumulativo per le due sedi L. 15.000, ridotto per le due sedi L. 12.000; intero per ciascuna sede (mostra e museo) L. 10.000, ridotto e gruppi L. 7.000., scuole L. 5.000
Catalogo Electa

Informazioni e prenotazioni visite guidate:
Museo di Castelvecchio tel. 045 8620610, fax 045 8621786 (da lunedì a venerdì 9,00-13,00)
Palazzo Barbaran da Porto tel. 0444 323014, fax 0444 322869

Ufficio Stampa:
Studio ESSECI, Padova tel. 049.663499 fax 049655098
Electa, Milano tel. 02 21563250 fax 02 21563314
esseci@protec.it

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