Questa mostra sonda le possibilita' pittoriche atte a rimarcare il desiderio di ricerca e di potenziamento del rapporto con il mondo reale, in cui la dimensione particolarista mira a cogliere il contingente sotto un profilo dettagliato.
A cura di Alessandra Levi
Artisti: Gianna Piacentino, Rosella Porrati,
Dario Benedetto, Marco Scaletti, Salvatore Chessari
Direzione Artistica Silvana Belvisi
Presentazione a cura del critico d’arte Andrea Domenico Taricco
Il Salotto dell’Arte giunge alla sua III
mostra dedicata ad artisti selezionati
secondo la Metodologia Sinaptica che ha
orientato le proprie funzioni essenziali
in una ricerca per la fondazione della
rinascita dell’arte contemporanea.
La I mostra, indagava sugli artisti
Onirici Pop-surrealism, in chiave
sensibilista, ovvero sulle potenzialità
che fuoriuscendo dall’ottica surreali-
stico espressionista come nel caso
di Paolo Bovino, Alberto Dal Cerro,
Massimo Castronuovo, sino ai
connotati metafisici di Dino Carpinello,
esistenziali di Giovanna Tibaldi e naif di
Luisa Jacobacci, ai presupposti Digital-
Art di Achille de Tommaso.
La II, ha distinto il percorso dai Mimetisti
Ultraveristi, come Umberto Viapiano,
Valerio Grande sino ai Deformanti
Neo-pop come Luca Donati ed Enrico
Challier.
Questa mostra, quale approfondimento
mimetista di matrice ultraveristica, sonda
le possibilità visibiliste atte a rimarcare il
desiderio di ricerca e di potenziamento
del rapporto con il mondo reale,
virtualizzato e riconsiderato mediante
le tecniche creative e idealiste.
La dimensione particolarista mira a
cogliere il contingente sotto un profilo
dettagliato, nel suo stato di sublimazione
poetica, quale vettore tra l’apparente
ed il suo livello profondo: mediazione
necessaria per la riscoperta dell’eterno
presente, attraverso l’ausilio della posa
estatica.
Nel caso di Gianna Piacentino,
assistiamo alla rappresentazione di
mani e piedi in tutte le pose tratte dalla
quotidianità. L’iperrealismo rievocato
crolla innanzi all’uso dell’acrilico su
tela decontestualizzato per mezzo della
monocromia che lo porta ai limiti del
bozzettismo.
In esso è facile ricordare gli antichi
codici miniati, o gli studi di maestri della
tradizione pittorica come Michelangelo
o Rubens, sino ai lavori ottocenteschi di
Jean-Luis-Thèodore Gèricault.
Il fatto di estrapolare arti umani e di
riconsolidarli in opere finite, ai limiti
del Pop, ne riabilita impersonalmente
il carattere essenziale atto a mettere
in campo la loro funzione di richiamo
culturale.
I piedi femminili visti in pose sensuali,
per mezzo di calzature provocanti,
snaturano l’ossessione erotica in un
presupposto di tipizzata bellezza, in cui
viene denunciata non più l’apparente
seduzione, ma il nuovo ruolo sociale
ottenuto dalla donna, nel tessuto
sociale.
Una bellezza indicativa, secondo la
direzionalità che gli arti hanno sempre
rappresentato nella storia dell’arte:
pensiamo al linguaggio delle mani
di artisti come Leonardo da Vinci nel
Cenacolo di Santa Maria delle Grazie
a Milano o in altre sue opere come
L’Annunciazione, sino al San Giovanni
Battista in cui, oltre alla profonditàdello sguardo era il concettualismoespresso dal gesto a sublimare inun super-linguaggio evocativo. Nelleopere della Piacentino, questo evocare
rievocare, un passaggio deciso, versola destrutturalizzazione della forma inun concetto ricondotto ai nuovi canonid’una bellezza stereotipata, ai limiticartelartellonistici e pubblicitari.
Rosella Porrati, invece, attraverso l’usodell’acquerello giunge ad un’eleganzacompositiva atta a ricercare il significatoprofondo dell’immagine. Con brevipennellate, con tocchi immediati dicolore, con gesti improvvisi dellamano, compie un viaggio introspettivofinalizzato a fissare sul supporto la
propria espressione: da questo percorso
istintivo sprofonda nell’analisi del volto
umano o di dettagli che assumono una
nuova significazione che mette in gioco
quella precedente.
Il suo è un particolarismo stratificato,
connotato dall’antitesi tra l’istinto di
partenza e la successiva razionalizzazione.
Il volto femminile, diviene sede di un
percorso emotivo capace di restituire
atmosfere sorprendenti, stati d’animo
latenti e tutta una serie di sfumature non
immediatamente percepibili.
Dario Benedetto è coinvolto in un
progetto figurativo atto a riscoprire, per suo
mezzo del disegno a matita, la precisione
della realtà, filtrata dalla fantasia, che
rievoca mondi fantastici, al limite tra la u
fiaba e l’epopea di un mondo perduto.
Venere nella natura ricalca proprio il
suo desiderio di descrivere la bellezza
sublimandola nella sfera fatata.
Altro discorso per l’eclettico Marco anatomico,
Scaletti, capace di personalizzare
le tecniche e gli stili che hanno
caratterizzato l’evoluzione storica delle
arti, aggiungendo nuove chiavi di Salvatore Chessari detto The Dog
ha tematiche pop con ascendenzeespressioniste elaborando il supporto,intervenendo istintivamente, caratteriz-zando i dettagli delle figure, soprattutto femminili: Sans titre, Labbra, Polliceverso, sono solo alcuni degli sviluppipittorici in cui la carica liberatoria delego trova piena manifestazione.Autodidatta, prepara la tela grezza constucco a spatola, creando una superficieruvida sulla quale predilige l’olio.Caratterizzazioni pop, tra espressionis-mi, sublimazioni e concettualismimetafisici che, nell’uso del particolarepoetizzano il gesto,antropomorfizzando gli spazi sino adescriverne nuove possibili geografie:il superamento della realtà avviene permezzo della sua esaltazione.
Inaugurazione: martedì 21 giugno, ore 19.00
Salotto dell'Arte
Via Argonne, 1/C Torino
Orari: dal martedì al sabato 16,30 / 19,30
Ingresso libero