Paesaggi di Bonifica nel Veneto Orientale. Le opere 70 tele selezionate narrano il romanzo visivo del rapporto sentimentale e culturale tra la societa' del Basso Piave e la natura-artificio che la circonda.
Sabato 25 giugno 2011 alle ore 18.00 inaugura ufficialmente al Museo del Paesaggio di Torre di Mosto in località Boccafossa, la mostra: Terre Nuove - Paesaggi di Bonifica nel Veneto Orientale . La mostra è organizzata dall’Amministrazione Comunale di Torre di Mosto, con il Patrocinio della Regione Veneto e del Comune di San Donà di Piave e grazie al sostegno della Fondazione Comunitaria “Terra d’acqua”. Un nuovo paesaggio italiano si è creato a partire dall’Unità d’Italia sino alla prima metà del Novecento, frutto dell’ enorme intervento ambientale conosciuto come Bonifica integrale. Dal 1861 sino allo scoppio della seconda guerra mondiale l’intervento ha riguardato oltre 5 milioni di ettari di territorio agrario, distribuiti su terreni pianeggianti e a ridosso delle coste di quasi tutta la penisola e delle isole.
All’interno dell’intervento generale, particolare importanza ha avuto il recupero ad uso produttivo di un terreno prima totalmente sommerso dalle paludi, normalmente collocato sotto il livello del mare: si tratta di oltre 600.000 Ha, distribuiti soprattutto tra Friuli, Veneto e d Emilia Romagna.
Di questa nuova terra emersa dalla palude, circa 100.000 ha si trovano nel Veneto Orientale, la metà dei quali nel territorio del Basso Piave.
Questo territorio emerso da fine ‘800 dalle acque basse della palude, si è formato quasi integralmente nei suoi segni fisici e spaziali, nella sua struttura produttiva, nel suo paesaggio, all’interno del processo della Bonifica integrale. Per questo pensiamo che la ricerca condotta in questa mostra sul paesaggio del Basso Piave, dal momento della sua nascita alla sua forma compiuta, sia emblematica rispetto all’intero paesaggio italiano della Bonifica novecentesca; ad esso implicitamente l’esposizione costantemente rinvia, ad esso ricorre per il suo sfondo. Questa mostra indaga la rappresentazione fotografica ed artistica che ha accompagnato il processo della formazione di questa “nuova terra”, conquistata alla palude, una vera epopea che le ha dato forma visiva ed estetica
L’esposizione si sviluppa in due sezioni.
La sezione fotografica presenta la riproduzione di oltre 120 fotografie del periodo compreso tra il 1900 e il 1950, provenienti dal Fondo fotografico del Museo della Bonifica di San Donà di Piave, frutto di una donazione dei Consorzi di Bonifica del Basso Piave. Esse riportano gli scatti di fotografi appositamente incaricati dai Consorzi di fissare visivamente il prima, durante e dopo del grande intervento con lo scopo di rendicontare ai proprietari terrieri e allo Stato italiano, che in gran parte finanziò la Bonifica, l’efficacia della stessa.
Del Fondo sono state scelte soprattutto le foto che documentano prima il Cantiere di paesaggio, che nello spazio vuoto della palude costruì una rete fittissima di canali artificiali, di idrovore, di ponti, di strade poderali, di case, animando lo spazio vuoto con decine di migliaia di uomini e di imprese; poi, tolte le “impalcature” della costruzione, ecco apparire le geometrie della terra nuova e le grandi vedute del paesaggi agrario; concludono la rassegna le immagini riguardanti il lavoro di uomini e donne nelle campagne intenti ad arare, seminare, raccogliere i frutti della fabbrica-campagna.
La sezione artistica presenta oltre 70 dipinti, dall’immediato secondo dopoguerra sino al tempo presente. Gli artisti, che questa terra ha avuto la fortuna di avere in folto numero, si sono formati a Venezia, a contatto con la temperie artistica e culturale della città e dei suoi istituti dal secondo dopoguerra ad oggi. Le opere selezionate narrano il romanzo visivo del rapporto sentimentale e culturale tra la società del Basso Piave e la natura-artificio che la circonda.
Marusso, Galletti, Rorato, Bertacco, Pancino, Silvano Callegher sono interni all’armonia del paesaggio appena creato, colmo dell’energia del nuovo, della sua carica di ottimismo, di speranza per il futuro. Il visibile paesaggio magnificava insieme la forza dell’uomo che l’aveva inventato dal nulla della palude e, insieme, la sua capacità di costruire nel paesaggio bellezza di geometrie, di architetture, di colore. Nel paesaggio dipinto si riflette il momento della piena armonia tra uomo e natura-artificio da lui giornalmente vissuta ed amata. Questi armonia fissano i pittori, quasi icone di un idillio.
Negli anni 60 e ’70 la campagna si spopola radicalmente in tempi brevissimi; la natura, prima viva di presenze umane, diviene silenziosa.
Case vuote, campi deserti; nelle grandi e piccole proprietà scompaiono fossi, siepi, alberi; il diserbo uccide rane, pesci, allontana gli uccelli.
La natura artificio non più praticata, non più giornalmente vissuta, diviene estranea; nella società, appena un momento prima immersa nei suoi riti agricoli, si crea il sentimento di una perdita, di una estraneità, di una lontananza.
Pavan, Magnolato, De Cesare, e, più recentemente, Polita, Nico Callegher, Di Venere, Trevisan, David e Cesca investigano con esiti diversi questo mutamento sentimentale e percettivo con cui si osserva il visibile, accentuandone di volta in volta il dramma, l’inquietudine, l’eco memoriale, sino ad arrivare a usare la natura come oggetto, puro materiale per presentare giochi di cromie, emersione di forme silenziose, oggetti metafisici, mappe puramente mentali.
L’impresa della Bonifica ha portato alla costruzione del Museo della Bonifica di San Donà di Piave; nel catalogo presente in mostra due importanti saggi forniscono, per gli specialisti e per i cittadini interessati a questo enorme intervento ambientale, utili informazioni sui fondi librari e fotografici di importanza nazionale in esso presenti e consultabili
inaugurazione sabato 25 giugno ore 18
Museo del Paesaggio
via Boccafossa - Torre di Mosto (VE)
Orario: venerdì e sabato ore 16/19 domenica anche 10/12 altri giorni su prenotazione