Domenico Buzzetti
Davide Calvaresi
Luna Margherita Cardilli
Marzia Castelli
Giorgio Dursi
Giovanni Gaggia
Elisa Olivieri
Michela Pozzi
Valentina Urriani
Ispirata dal Paradosso del gatto di Schroedinger, la mostra si sviluppa negli spazi comunicanti di Palazzo Parissi: a ogni stanza corrisponde un'osservazione a cui lo spettatore e' sottoposto.
a cura di Valentina Urriani
Nel mondo dell’infinitamente piccolo, una particella si può trovare in più di un posto
contemporaneamente e un elettrone può passare attraverso barriere invalicabili mentre
nelle esperienze quotidiane non percepiamo nulla di simile. Nell’esperimento proposto da
Schroedinger, abbiamo di fronte a noi una scatola contenente un gatto e un atomo
radioattivo. Dopo un giorno l’atomo decadrà e secondo la meccanica quantistica il gatto
non sarà morto come ci aspettiamo, ma attenderà le proprie sorti sospeso in uno stato di
sovrapposizione quantistica fino a che non apriremo la scatola.
Lo strano caso del gatto di Schroedinger è un esperimento mentale, mai messo in pratica.
Un test in cui lo spettatore gioca un ruolo fondamentale perché determina all’apertura della
scatola le condizioni del gatto: gatto vivo o gatto morto. L’arte contemporanea ci sottopone
a una prova analoga, ogniqualvolta ci chiede di decifrare come spettatori lo scopo del
lavoro di un’artista. Quando ci troviamo nel pieno della suggestione, di fronte all’esito
performativo di un ragionamento compiuto, scegliamo quando aprire la scatola per
decretarne l’adempimento definitivo. Fino al momento dell’osservazione, il lavoro resterà
in uno stato di tregua. Trovo sia questo il paradosso dell’arte, se slegata dal discernimento
del pubblico, che ne definisce l'esistenza in vita o meno.
Lo scopo del nostro Gatto di Schroedinger è quello di condividere un’esperienza nelle
stanze comunicanti di Palazzo Parissi. A ogni stanza corrisponderà un’osservazione a cui
lo spettatore sarà sottoposto. Il percorso avrà inizio al piano terra, con una jam session
audiovisiva di Pierluigi Agostini, Alessandro Ceccarelli, Domenico Pantone e Francesco
Gucci. Nelle due stanze successive, il percorso proseguirà con indagini di fotografia. La
prima “Quando il gatto non c’è” a cura di Elisa Olivieri, le cui rappresentazioni sono
porzioni di pellicole gracchianti che ci restituiscono le sensazioni affettive e languide di un
lungometraggio di Truffaut. La seconda analisi, “Floating Shoes" a cura di Marzia Castelli,
è un lavoro onirico ispirato al film “Bianca” di Nanni Moretti nel quale “Ogni scarpa è una
camminata, ogni camminata una concezione del mondo”.
Proseguendo per le stanze ad arco, lo spettatore percorrerà due grandi sale. Nella prima
stanza troverà la preview dell’ultimo progetto a cura di Luna Margherita Cardilli,
“Mapping Kisses”; Luna sta lavorando alla creazione di un’applicazione iphone per
studiare attraverso la realtà aumentata quante persone si sono baciate nei posti in cui di
volta in volta ci troviamo. Nel secondo vano l’installazione-performance “Fluid” di Giorgio
Dursi; un industrial box con pareti in cellophane che conserva i residui delle energie
corporee . L’azione è articolata da movimenti scarni e depurata da ogni sovrastruttura
propria del progresso.
L’ultima stanza del primo piano -la più raccolta-, è riservata a un’indagine mistico naturale,
attraverso la proiezione della performance “Esisti per Dio” di Giovanni Gaggia. I gesti
sono rituali, il metodo fenomenologico, l’intento ascetico, la fotografia lavorata con
acutezza sul binomio bianco e nero.Avanzando verso il piano inferiore, “Piccolo Buio”,
un’installazione di Davide Calvaresi (compagnia teatrale 7-8 Chili). Il suo è l’approccio del
teatro di ricerca, e la ricerca in questo caso è sull’intimismo della natura e dei suoi suoni
che custodiscono l’interiorità dello spettatore verso un ritorno intrauterino.
Infine ancora più in basso, nel vano più celato e buio, l’ultimo esperimento: l’esplorazione
a quattro mani di Michela Pozzi e Domenico Buzzetti. “A Sense of Place”, video-
indagine sui luoghi della natura, sulla rilettura familiare degli scenari paesaggistici a
ciascuno più cari. Una meditazione sullo spirito di adattamento dell’uomo e sul
cosmopolitismo ambientale.
INFO: valentina.urriani@gmail.com
Inaugurazione domenica 10 luglio dalle ore 19
Palazzo Parissi
Vicolo della Dama – Monteprandone (AP)