Cartemappetragitti. "La pittura di Nata si apre a ventaglio, proponendo una gamma amplissima di forme, tessiture, colori, frange, filamenti, stratificazioni, imbottiture, ricami..."
Sabato 16 luglio, alle ore 19.00, alla Sala “Umberto Veruda” di Palazzo Costanzi, avrà luogo l’inaugurazione della mostra di Nata. L’appuntamento è stato realizzato dall’Associazione Juliet in collaborazione con il Comune di Trieste, Assessorato alla Cultura. In mostra saranno proposti lavori su carta che documentano gli esiti più recenti del lavoro di questo incredibile e prolifico artista. Nell’insieme l’effetto sarà di avvolgimento: un continuum animato da accordi e differenze, di richiami e di contrasti.
L’opera di questo autore si può ascrivere alla corrente narrativo-evocativa dell’astrazione segnica, e con questo ossimoro si vuole dire che la sua opera, sebbene abbia precisi richiami iconografici con la ricerca materico-pittorica degli anni Cinquanta e con i più recenti esiti di Juan Uslé, è in realtà non facilmente schematizzabile. E questo perché il suo approdare a una configurazione evocativa, capace di conservare le suggestioni e la ricchezza di riferimenti di una natura attenuata dal velo dei ricordi, lo colloca, comunque, ben oltre i problemi di un’astrazione di maniera. La sua pittura si apre a ventaglio, proponendo una gamma amplissima di forme, tessiture, colori, frange, filamenti, stratificazioni, imbottiture, ricami: questo ci permette di ignorarne il numero perché la molteplicità si presenta come varietà e poi perché l’enumerazione infinita di queste sfumature è suggerita fuori campo dall’idea un po’ insolita di verticalità prospettica, dove uno pseudo-suolo si fonde con il fluire di morbide superfici superiori o con l’abisso delle voragini inferiori.
La rotondità organica, biologica, di corpuscoli submicroscopici o di porzioni ristrette di paesaggio viene così decisamente scandita da precise linee o segmenti, che riconducono a un’idea ordinata dello spazio, mentre le curvature dei bordi suggeriscono la circolarità del classico binomio spazio/tempo. In queste annotazioni quasi diaristiche e molto intimistiche di Nata, l’immagine del reale si sottrae al rumore della quotidianità, perché a questa egli sembra preferire i borbottii del magma in ebollizione o del fluire delle acque sulfuree. Ciò vale a dire che se si può parlare di impressione retinica, questa va intesa in termini molto vaghi, lontani, evocativi; quasi un vissuto sentimentale che si pone al di fuori delle sponde del fluire storico del presente.
Natura e cultura, istinto e intervento meditato si mescolano, amalgamandosi nella ricerca di mondi primigeni, come sottoposti al susseguirsi di un respiro o alla sequenza del battito cardiaco: in questa pittura ci sono idealmente il suono ritmico della musica lontana e il calore di frammenti corporei messi a fuoco con l’entusiasmo di colui che non smette mai di cercare il nome giusto da assegnare a ogni cosa, l’aggettivo più pertinente o la sfumatura più indovinata.
Ecco, allora, che il filo letterario che può condurci all’intento narrativo di queste immagini è proprio Baudelaire, là dove pone il contrasto tra estetica ed etica, tra carne e spirito, tra vita e morte; contrasto da risolversi nell’impasto delle tinte predilette: il rosa della pelle, l’azzurro del cielo, l’ocra della terra, il bianco della separazione, il nero della notte.
La mostra di Nata, curata da Roberto Vidali, è sostenuta da: Arredamenti Piani, InFORMA, Casaffari snc, Cheni & Tutta Immobiliare, Vini Vicentini Orgnani, Girardi Spumanti, NTWK friendly magazine, Pasticceria Penso, Sara residence, Gary Lee Dove.
La mostra è corredata da catalogo con un testo di Roberto Vidali pubblicato da Juliet Editrice.
La chiusura della mostra è prevista per domenica 14 agosto.
Inaugurazione Sabato 16 luglio, alle ore 19
SALA UMBERTO VERUDA di Palazzo Costanzi
piazza Piccola 2, Trieste
Orario di visita: feriale e festivo dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20
ingresso libero