via Mazzini
Lampedusa (AG)
via Mazzini, 1

Due Mostre
dal 18/7/2011 al 22/7/2011
18-01
0922 975911
WEB
Segnalato da

Lampedusa in Festival




 
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18/7/2011

Due Mostre

via Mazzini, Lampedusa (AG)

'Le rughe sulla Frontiera. Lampedusa: restiamo umani!' e' una mostra di vignette e illustrazioni dedicata a Vittorio Arrigoni; 'Fra il cielo e il mare. Tunisini a Lampedusa' presenta invece diversi scatti fotografici di Riccardo Scibetta. Nell'ambito del Lampedusa in Festival.


comunicato stampa

a cura di Gianpiero Caldarella e dedicata a Vittorio Arrigoni

Per tutto il periodo del festival, in via Mazzini 1, dalle ore 18:00 all’ 01:00 di notte, sarà allestita “Le rughe sulla Frontiera / Lampedusa: restiamo umani!”, mostra di vignette e illustrazioni con tavole di Gianni Allegra, Altan, Flaviano Armentaro, Mauro Biani, Lelio Bonaccorso, Franco Donarelli, Ellekappa, Bicio Fabbri, Elena Ferrara, Luca Ferrara, Giorgio Franzaroli, Frago, Simon Frosini, Giuliano, Kanjano, Giuseppe Lo Bocchiaro, Giulio Laurenzi, Makkox, Riccardo Mannelli, Mario Natangelo, Marco Pinna, Rasori + Sommacal, Filippo Ricca, Guido Scarabottolo, Giacomo Schinco e Luciana Manco, Sergio Staino e Vincino.

La mostra è curata da Gianpiero Caldarella, è dedicata alla memoria di Vittorio Arrigoni ed è stata promossa dai ragazzi dell'Associazione Askavusa di Lampedusa insieme a Legambiente Lampedusa, Re.Co.Sol., Arci e Asgi.

Disegnatori e illustratori di tutt'Italia che hanno offerto il loro lavoro, talvolta poetico, talvolta dissacratore, talvolta inedito, talvolta no, manifestando così la loro vicinanza con la causa dei lampedusani che sono stanchi di sentire parlare di continue emergenze e facili soluzioni.

Presentazione della mostra di Giampiero Caldarella
Una fronte e una frontiera hanno qualcosa in comune? “Front”, tanto per cominciare, quella radice che si porta appresso, giù in basso, una fluttuante idea di verticalità che fa a cazzotti con la dimensione orizzontale della frontiera.
La frontiera, come la fronte, non è una linea che permette di stare o al di qua o al di là. Quelle linee sono le rughe che scavano la fronte, o i muri e le recinzioni che si innalzano sulla terra, violandola, come una corona di spine poggiata sulla frontiera.
Alle volte le frontiere non si attraversano, si vivono, magari tutta la vita, come accade a molti lampedusani, sperando magari un giorno di vederle crollare sotto il peso della storia, come fu per il muro di Berlino. Lampedusa è una di queste frontiere, attraversata da rughe che ci informano del tanto tempo passato a ritrovarsi nel mezzo del Mediterraneo.
Lampedusa sta invecchiando (quanto e forse più del resto d'Italia) sentendo parlare di emergenze che non si risolvono mai e che in parte non sono neanche risolvibili, perché non sono delle emergenze né tantomeno dei problemi. Per certi versi le migrazioni fanno parte della natura, sennò perché dovrebbero dare spazio alle tartarughe che nidificano su quell'isola? Per altre fanno parte della storia, delle sue guerre e carestie. Si legano sì alle contingenze, ma non le si possono interpretare come una “massa di gente che viene a fotterci il lavoro”. Eppure guardandosi attorno, sembra che l'atteggiamento dominante sia questo, quando non si scade nel razzismo e nella xenofobia.

A Lampedusa -da sempre abbandonata a sé stessa dallo Stato, strumentalizzata da partiti e organi di informazione, saccheggiata da amministratori avidi e non da orde di immigrati come vorrebbero farci intendere- ci sarebbero una marea di cose da fare, e lì tutti gli iceberg del nostro benessere esplodono con le loro contraddizioni.
Di queste contraddizioni, imbracciando matite e pennelli come fossero dei remi, ci raccontano tanti vignettisti italiani per omaggiare il “LAMPEDUSAinFESTIVAL”, organizzato dai ragazzi dell'associazione Askavusa, cui va tutta la mia stima. Loro non fanno “dietro-front”.
Come non l'ha fatta Vittorio Arrigoni, alla cui memoria è dedicata questa mostra.

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Fra il cielo e il mare. Tunisini a Lampedusa”
mostra fotografica di Riccardo Scibetta

Per tutto il periodo del festival, in via Mazzini 1, dalle ore 20:30 all’ 01:00 di notte, sarà allestita “Fra il cielo e il mare. Tunisini a Lampedusa”, mostra fotografica di Riccardo Scibetta con testo di presentazione di Nicola De Gregorio.

Riccardo Scibetta è nato a Besana Bianza (MI) nel 1971 e attualmente risiede tra Cammarata e Roma. Si laurea in architettura nel 1999. Dal 2000 si dedica alla fotografia collaborando con riviste specializzate. Nel 2001 vince il festival foto di Savignano sul Rubicone. Dal 2003 al 2005 fa parte dell'agenzia fotografica Grazia Neri; sempre nel 2003 ottiene una menzione speciale al concorso talento fotografico FNAC per il lavoro Sicilia ritrovata e nel 2005 vince il concorso Yann Geffroi con il progetto Ouragan. Il suo curriculum documenta la partecipazione a diversi festival e a progetti espositivi di respiro nazionale e internazionale oltre a diverse pubblicazioni.

Testo di presentazione della mostra a cura di Nicola De Gregorio

Lampedusa, porta d'Europa. Terra di mezzo di turisti e naufraghi.
All'indomani della rivoluzione tunisina l'isola ridiventa meta di sbarchi che, a differenza di altre volte, appaiono come un fiume in piena. Le immagini dei giovani maghrebini fanno il giro del mondo, compaiono nei telegiornali, sulle prime pagine dei quotidiani. Osservando impreparata l'Europa dei diritti tace. Per il governo italiano i migranti sono solo un problema di ordine pubblico e il bombardamento mediatico - per giustificarne i rimpatri - trasmette messaggi subliminali di “epidemie” temute, di “invasioni islamiche”, di possibili “infiltrazioni terroristiche”.

Ma Lampedusa è anche Africa. È salsedine e faccia abbronzata. Mano tesa in un mare comune.
All'orizzonte un barcone stipato di gente: la terraferma è vicina. In una corsa sugli scogli si alzano le voci di chi attende l'amico, il fratello, il parente. Sulla barca in arrivo aleggia ancora il terrore della tempesta e allo sbarco un corpo rimane a terra.
Passano i giorni e l'attesa si fa sempre più lunga. Nella provvisorietà del quotidiano si sovrappongono immagini e ricordi, le visioni oniriche di un fuoco notturno per scaldarsi, di un accampamento di plastiche e cartoni, di un tuffo in acqua fra i pesci del porto, di una rabbia condivisa e urlata a piedi nudi.

Dietro le inferriate, il sogno dell'Europa senza frontiere diviene, per i giovani tunisini, speranza tradita in un cimitero di barche arenate e di morti in mare senza nome, angoscia irrisolta di un volo in partenza privo di destinazione. Dall'oblò di una nave diretta in Sicilia, il pensiero va più lontano a chi è già altrove, e che con un lento incedere, in un cielo di gabbiani, si incammina verso la libertà.

http://www.lampedusainfestival.com/

Inaugurazione il 19 luglio alle ore 18

via Mazzini
Lampedusa (AG) Sicilia Italia
La mostra rimarrà allestita dalle ore 18:00 all’01:00 di notte
ingresso libero

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Due Mostre
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