Fes show room
Minori (SA)
via Roma, 24
089 8541532
WEB
Michele Attianese
dal 22/7/2011 al 10/8/2011
mar-dom 11-13 18-23

Segnalato da

Giovanna Dell'Isola



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Michele Attianese



 
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22/7/2011

Michele Attianese

Fes show room, Minori (SA)

I dipinti di Attianese si basano sul dato razionale della volumetria e degli equilibri geometrici, e sul dato irrazionale attraverso la pennellata definita con gesto rapido. I mezzi toni compongono l'immagine dal bianco al nero virando per tutte le varianti del grigio.


comunicato stampa

Sabato 23 luglio, alle ore 19.00, presso la galleria Fës Show Room di Minori, ci sarà il vernissage della mostra Mémoire de sucre di Michele Attianese, organizzata dall’art promoter Giuseppe Fusco. Secondo appuntamento della settima edizione di Aperto. Incontri d'arte contemporanea, sottotitolata Le forme del sogno, la rassegna è diretta anche quest'anno dai due giovani storici e critici dell'arte, Marcella Ferro e Pasquale Ruocco.
I dipinti di Attianese vivono di lunghe attese e di sospensioni temporali che nella composizione pittorica diventano connubio del dato puramente razionale, ossia della volumetria ben definita e degli equilibri geometrici, con l’inaspettato dato emotivo, irrazionale e quanto mai incontrollato del segno violentemente tracciato, della pennellata definita con gesto rapido. Dal bianco al nero virando per tutte le varianti del grigio, i mezzi toni compongono l’immagine, le illuminano o le celano nel buio freddo. “Mi chiedo – afferma Marcella Ferro - se questa scelta cromatica stia a indicare uno stato d’animo dell’artista o sia più il desiderio di mettere a registro lo sguardo inducendolo ad addentrarsi fra le figure, oltre una tonalità monotona, guardando, cioè, attraverso la pelle, oltre la trasparenza della pittura fino a vederne il pittore, l’uomo”.
Nelle carte trattate con i colori a olio, Michele Attianese esprime una maggiore libertà pittorica mediante un colore acquoso ma anche degli sfondi meno nitidi e impastati, privi di riferimenti prospettici e tenuti insieme da alcuni elementi geometrici netti e squadrati. Negli oli su carta fissata al legno, invece, ecco che il rigore risale nuovamente e l’impianto diventa più formale mentre le figure sono dipinte in modo da seguire le regole del disegno dal vero, rispettando cioè profondità, luce ed equilibrio visivo. Eppure da circa un anno l’artista giunge a una vera sintesi segnica attraverso l’incisione o, meglio, l’acquaforte e l’acquatinta per cui gli elementi si spogliano di ogni dettaglio per mostrarsi in un’essenzialità che esalta il vero soggetto della pittura di Attianese: l’infanzia. Si tratta di ravvisare nel giovane quella schiettezza e quella sorta di pura ingenuità cui anela il pittore che, in questo caso, pare rammentare le parole di Kandinskij quando afferma che l’artista “somiglia molto al bambino, e per tutta la vita”.
Non facendo altro che scavare nelle geografie di una memoria passata, bruciata, tradita l’artista rappresenta un’età che ha il sapore dolce dello zucchero ma anche l’amaro del compiuto. Pungente è la malinconia delle figure che animano i suoi dipinti racchiuse in un’indefinibile solitudine che inquieta loro gli sguardi. La serenità è solo la finzione del ripetersi infinito di un’azione teatrale quale il gioco; nel muoversi fra grandi architetture di sironiana reminiscenza, vuote e perse lungo orizzonti lontani, i bambini di Attianese, manifestano il desiderio di un’abitazione che non è mero luogo fabbricato, ma è più luogo dell’anima, rifugio dove sperimentare la precarietà degli affetti e la libertà dell’espressione.
Per certi versi sembra che l’artista angrese guardi a quel neo-umanesimo cui si orientarono fra gli anni Venti e Trenta del Novecento molti artisti italiani. A quel recupero cioè del dato psicologico della pittura cui si rifà lo stesso Felice Casorati che dipinse rassegnate e nostalgici corpi chiusi in un’azione statica.
Le opere di Michele Attianese rappresentano la mobilità del tempo coniugata eternamente al presente dove gli uomini affannano come avvinghiati alla vita quotidiana e certi unicamente dell’Hic et nunc.

Cenni biografici
Michele Attianese (Angri, 1976). Consegue dapprima la laurea in Ingegneria nel 2004 seguendo successivamente i corsi della Scuola libera di Nudo e di tecniche dell’incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, laureandosi, poi, nel 2009 in Architettura. Diverse le esperienze lavorative fatte con l’incarico di Graphic designer, Architetto e Educatore sia in forma indipendente sia presso enti pubblici. Diverse le illustrazioni pubblicate su riviste specializzate e diverse le partecipazioni a mostre collettive dal 2001 tra le quali si ricordano Terre Scosse, ospitata dall’Associazione Il Cerriglio di Napoli nonché, qualche anno più tardi Prospettive iperrealiste tenutasi alla Galleria Comunale di GAETA, mentre nel 2010 è invitato fra gli artisti della mostra Inside & Outside - Geografiche Visioni tenutasi a Scafati. Tiene la prima personale per il Gruppo Zero di Angri nel 2005 e, infine, dello scorso anno è la personale In sospensione. Vive e lavora ad Angri.

Info: ufficio stampa Giovanna Dell’Isola 3393017395

Inaugurazione: sabato 23 luglio ore 19

Fës show room
Via Roma, 24 Minori (Sa) Costa d'Amalfi
Orario di apertura: martedì - domenica ore 11-13 - 18-23. Lunedì chiuso
Ingresso libero

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