Alessandro De Francesco
Alessandro Fornaci
Silvia Giambrone
Roberto Pugliese
Elena Bellantoni
Davide Franceschini
Elena Abbiatici
Valentina G. Levy
Uno spazio in disuso e l'interesse per il suono, i segni, il linguaggio. Le curatrici propongono i lavori di 4 artisti fondendo questi elementi a partire dalla transitorieta' della location. In serata sound happenings e a seguire proiezione al teatro Valle.
"Le metafore sono una cosa pericolosa. Con le metafore è meglio non scherzare.
Da una sola metafora può nascere l'amore" M. Kundera
a cura di ELena Abbiatici e Valentina G. Levy
C’era uno spazio in disuso e c’era l’interesse per il suono, i segni e l’impero del linguaggio.
Li abbiamo messi insieme pensando alla transitorietà di questo luogo, ex sede della Galleria Romberg ora in destinazione d’uso, e alla sua attuale natura di passaggio.
Abbiamo riflettuto sui diversi tipi di linguaggi e sulla possibilità, non solo di contaminarsi a vicenda, ma di cedersi il passo.
Accade così che da vibrazioni sonore si generino incisioni (Alessandro Fornaci), che un corpo di donna sia elevato a strumento smusicale (Silvia Giambrone), che la parola ridefinisca il reale (Alessandro De Francesco), che flussi esterni, anche suoni piccoli ed insignificanti, de-soggettivati e rielaborati ci calino in nuove prospettive sensoriali dell’esistente (Roberto Pugliese).
Ci introducono nel percorso le tavole incisorie di Alessandro Fornaci (Roma, 1974; dove vive e lavora), dense di simboli e di segni ancestrali, più o meno ri-visitati, ri-considerati, ri-significati nella concezione universalistica di un presente infinito, dove passato remoto e futuro si muovono lungo la linea ciclica di un’eterna replica, nel teatro della realtà. Poco oltre le rappresentazioni grafiche dei cinque sensi nobilitati nei cinque solidi platonici - perfezione e bellezza - chiusi in una simbologia prorompente che affonda nell’astrologia, nell’alchimia, nella quintessenza. Ad impreziosire la ricerca di Fornaci è una performance dimostrativa delle sperimentazioni tecniche effettuate per ottenere, tramite vibrazioni sonore da fonti differenti, nuovi processi di stampa.
Ai piani inferiori le ridefinizioni di Alessandro De Francesco (Pisa, 1981; vive e lavora a Parigi) propongono una riflessione sugli ostacoli della comunicazione, di natura cognitiva, emotiva e socio-politica. Partendo dal problema dell’indicibilità e conseguentemente dell’impossibilità di comprensione, in mancanza di dati contestuali lineari, chiari e non contaminati, la prosa-poesia di De Francesco presenta una nuova definizione del reale e del sentito individuale, attraverso un linguaggio lirico, descrittivo e narrativo al contempo, che il poeta ama chiamare “linguaggio-mondo”. Perché la parola e i suoni identificano uno spazio-ambiente, lo descrivono, ma possono anche trasformarlo, ridefinirlo.
Esattamente come le composizioni sonore di Roberto Pugliese (Napoli, 1982; dove vive e lavora), di cui si presenta il progetto Aseptic, nato dall’incontro con musicisti improvvisatori napoletani (Mario Gabola e SEC_). Una musica di ricerca dettata da una spinta alla de-soggettivazione di flussi esterni (non soltanto sonori) - come pratica per sfuggire ad un moto accentrativo e disciplinatore proprio di ogni politica dell’individualità - si sposa con la capacità di Roberto di prelevare in tempo reale quei suoni dagli strumenti, rielaborarli e caricare di nuovi stimoli ed energie l’improvvisazione musicale: ri-significandola, quindi. Se i musicisti sono ricettori di flussi, un centro gravitazionale dei suoni circostanti, Roberto sviluppa un ulteriore processo di ricezione e ri-definizione, ad un triplo grado di distanza dalla realtà. Introduce il fruitore in altre prospettive, altre ambientazioni: lo estranea dalla percezione visiva per immergerlo in quella sonora, sottoponendo la nostra psiche ad una continua esperienza sensoriale.
Non si sottrae Silvia Giambrone (Agrigento, 1981; vive e lavora a Roma), il cui video Viola e un poco nervosamente documenta una splendida performance musicale svoltasi nel 2010 all'Upload Art Project di Trento con i musicisti dell’orchestra JFutura di Trento (Alessandro Bianchini alle percussioni e Jacopo Mazzonelli al pianoforte). Una performance dalle sonorità irripetibili, poiché a dettarne il ritmo è stato il battito cardiaco in quell’allora dell’artista, il cui corpo s’è fatto strumento musicale. L’intento artistico è dimostrare come le relazioni cambiano a seconda del significato attribuito al corpo. Il titolo Viola e un poco nervosamente è tratto dalla poesia di Vladimir Majakovskij. Nel termine “viola” la duplice accezione di strumento musicale a corde e del verbo “violare”, nel significato di infrangere. Il corpo seminudo di Silvia-donna è infatti soggetto a tutta una serie di inibizioni; che decadono nel suo divenire strumento musicale, sublimato nella suprema arte della Musica cui tutto è lecito. Una performance straordinaria per un connubio fra musica e corpo, dove la musica si incarna nel corpo e il corpo si fa medium musicale. In un infinito scambio fra concretezza ed astrazione, in un gioco metaforico di rimandi.
Sound Happenings
26 luglio – ore 20 di Alessandro Fornaci e Dam Cchoi.
8 agosto – ore 22 di Max Mattoni, guitarist & arranger.
Buffet offerto da Ristorante La cicala e la formica.
Dopo l’inaugurazione ci si sposterà al Teatro Valle per la proiezione di Art & Politics, un video di Elena Bellantoni realizzato in collaborazione con Davide Franceschini.
Immagine: A. Fornaci, IIIRA3MA, 2011
Info e contatti:
Elena Abbiatici elena.abbiatici@gmail.com 329.8792536
Valentina G. Levy valentinaglevy@gmail.com 331.8368122
Inaugurazione: 26 luglio ore 19
Nowhere
Piazza de Ricci 127- Roma
Orario: su appuntamento.